Recensione: Unnecessary I

Di Stefano Burini - 12 Aprile 2014 - 11:25
Unnecessary I
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2014
Nazione:
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69


Nati sul finire del 2011 a seguito dello scioglimento dei Raza De Odio, i Killer’s Lodge giungono in questo inizio di 2014 al secondo capitolo della loro carriera discografica.

Mastermind del gruppo è il bassista John KillerBob, noto per i suoi trascorsi con nomi storici del metallo italico quali Necrodeath e Cadaveria e qui impegnato anche nelle vesti di cantante, mentre completano la formazione il fido Christo Machete (anche egli già visto tra le fila dei Raza De Odio) alla batteria e il nuovo arrivato Olly Razorback alla chitarra. Nomi caratteristici con i quali, come da antico tòpos del metallo estremo (cfr. Brujeria), i tre abili musicisti si nascondono dietro alle fattezze di tre incalliti galeotti alle prese con tutta la loro rabbia e sregolatezza da mettere in musica.

Il nuovo “Unnecessary I” è un mix piuttosto scorrevole di heavy ‘n’ roll à la Motörhead, punk hardcore e thrash/speed vecchia scuola, nel quale la parte del leone la fa certamente il presentissimo basso di John KillerBob, autore di una prova decisamente maiuscola lungo tutta la durata dell’album. Chitarra e batteria mettono, poi, sul piatto della bilancia il grande tiro esecutivo più che dei non richiesti numeri tecnici d’alta scuola e il risultato è esattamente quello che pareva lecito attendersi viste le premesse: dieci tracce spedite ed energiche, giocate all’incirca sulle medesime coordinate sonore e del tutto votate ad un’impatto che dal vivo si farà largamente apprezzare.

Vista l’uniformità dei contenuti e il livello medio delle canzoni risulta arduo estrarre un episodio in particolare; tale fattore se, da un lato mette al riparo dalla presenza di cadute di stile, dall’altro lato denuncia anche l’assenza,tanto per restare in tema assassinesco, di una vera e propria killer-track in grado di fare la differenza. Un piccolo appunto lo riserviamo alla voce di John: indubbiamente rozza e grintosa come si conviene al genere ma forse un po’ “debole” in quanto a personalità nell’ottica di conferire quel quid in più ai vari brani.

In definitiva “Unnecessary I” è un prodotto onesto, in grado di mantenere le promesse e di soddisfare (senza strafare) l’appetito del fruitore di metal classico sponda  Motörhead e del thrash old school.

Stefano Burini

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