Recensione: Unraveling Chaos

Di Daniele D'Adamo - 18 Settembre 2010 - 0:00
Unraveling Chaos
Band: Psycho Choke
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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58

A distanza di otto anni dal debutto discografico, arriva il secondo full-length degli ellenici Psycho Choke.
Nata nel 1999, l’ensemble conferma l’attuale bontà della scena greca; particolarmente feconda di proposte caratterizzate da una veste complessiva idonea per affrontare l’impervio mercato internazionale (il platter è stato missato e masterizzato, presso gli studi danesi Hansen Studios da Jacob Hansen (Nightrage, Heaven Shall Burn, Volbeat)). In particolare, il popolo della penisola sembra possedere, nel DNA, un’attitudine innata per la sezione estrema del metal, death in primis, contaminato dalla tradizione popolare come nel caso dei Rotting Christ e Nightfall.  

Il combo di Thessaloniki, invece, preferisce muoversi in un ambito meno esasperato, evitando inoltre qualsiasi forma di richiamo al nobile passato della Grecia. Partiti con una marcata predisposizione per l’hardcore, con “Unraveling Chaos” giungono a un lavoro che assorbe le varie tendenze di oggi in materia metallica; inserendosi nel filone che è comunemente definito, semplicemente, «metal».

Di tutto un po’, quindi: cantato growl/clean, groove thrash (il primo amore non si dimentica mai …), melodie di stampo metalcore, guitarwork classico nei soli e moderno nella ritmica, ritmi spesso e volentieri assestati su ortodossi mid-tempo. Una similitudine con qualcosa di recente si può fare con i polacchi Chain Reaction, anch’essi fondati sul thrash (/hardcore) come sostegno per una struttura ritmicamente più snella e maggiormente melodica rispetto a quella del genere medesimo; e con un mood più riottoso e spiccatamente grigio, assai simile a quello del mai dimenticato grunge di Seattle (“Death By Words”).

Senza essersi spremuto più di tanto il cervello, il quintetto macedone inserisce le varie canzoni del disco fra le due estremità ambient/strumentali “Intro” e “Outro”. Entro tale segmento i pezzi si susseguono con linearità e tranquillità, senza grandi sussulti. Il suono non brilla certo per potenza e profondità, dato il suo sapore secco e aspro. Un aspetto che per alcuni, come al sottoscritto, può essere mal digerito giacché foriero di sensazioni quasi extra-metal. Si tratta di una sensazione percettiva sì personale, della quale però non si può non tenerne conto poiché caratterizza fortemente il sound del CD.
Oltre a ciò, non emerge una personalità particolare: certe armonizzazioni (“Freedom In A Bottle Of Scotch”) hanno un sapore un po’ stantìo, così come certi ritmi riottosi (“Get Down”) – ove si può sentire ancora l’hardcore (nel ritornello) – non mostrano alcuna novità a quanto altrove ascoltato.
Il songwriting, insomma, non è nulla di trascendentale. La sua scolarizzazione gli consente di possedere un grado culturale almeno sufficiente per l’uso, nulla più.

Alla fine, l’album scivola via senza colpo ferire. Sebbene ci siano stati degli aiuti da parte di alcune guest star (Gus G – Ozzy Osbourne, Firewind) il tutto resta piuttosto noioso, anonimo nella forma e nella sostanza. Nente altro da aggiungere: “Unraveling Chaos” entrerà presto se non subito nel sempiterno limbo del dimenticatoio.
 
Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. Intro 1:23
2. Freedom In A Bottle Of Scotch 4:23
3. Get Down 3:59
4. Death By Words 5:50
5. Streetwise (Caramba) 5:26
6. Obey 4:46
7. Swamp 5:36
8. Fire In The Hole 4:54
9. Dummy 4:11
10. Outro 1:15

Line-up:
Al Roy – Vocals
Bax – Guitars
Phantomas – Bass Guitar
Argy – Guitars
George Montes – Drums

Guest apearences:
Gus G: solo guitar on “Get Down”
Marios Iliopoulos: solo guitar on “Streetwise”
Olof Morck: solo guitar on “Streetwise”
Jacob Hansen: vocals on “Swamp”

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