Recensione: Vintage Wine

Di Alessandro Calvi - 4 Marzo 2002 - 0:00
Vintage Wine
Band: Skyclad
Etichetta:
Genere:
Anno: 1999
Nazione:
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85

Dopo i dispiaceri della recensione di Folkemon è per fortuna il momento di spalancare per bene i padiglioni auricolari per ascoltare e apprezzare un disco in vero e proprio stile Skyclad come è questo Vintage Wine.

Per chi non lo sapesse è questo lo stile che ha reso celebri gli Skyclad, certo, è un modo di fare musica che gli ha anche valso tantissime critiche, e presso il pubblico sono odiati o osannati. Lasciatemelo dire subito, io appartengo alla seconda categoria.
Ma, piuttosto che dilungarmi ancora a lungo preferisco passare subito a parlare dei pezzi che compongono questo album.

Si inizia con la strumentale Kiss my Sweet Brass che dura solo poco più di trenta secondi ma è paragonabile allo squillo delle trombe che aprono la festa di questo disco e serve per introdurre la titletrack Vintage Wine, ed è qui che si inizia a fare sul serio. Il violino di George ci trascina in una danza velocissima a cui è impossibile resistere, così come il ritornello che si stampa subito in testa risuonando più e più volte.
Stiamo ancora canticchiando il ritornello di Vintage Wine che inizia la terza traccia: On with their Heads! E qui Martyn ci delizia con una straordinaria prima strofa in cui si fa incoronare re del pianeta terra con il nome di Martyn primo. Mi sembra che questo dica abbastanza del personaggio che Martyn vuole comunicare come front-man degli Skyclad.
The Silver Cloud’s Dark Lining è il mio pezzo preferito con il violino di George in forma smagliante a condurre le danze. Tutta la canzone è veramente molto orecchiabile, e resta impressa subito in mente, non si può dimenticare.
Ma tutto il disco è orecchiabile e rimane impresso, se non altro per lo splendido lavoro svolto dal violino e dalle altre parti strumentali che movimentano le canzoni, il tutto in quello che è il vero stile degli Skyclad.
Tra le altre canzoni, non una che meriti di essere dimenticata, ognuna a suo modo originale e trascinante, penso di fare cosa buona a ricordare in particolare la lenta No Strings Attached . Una ballad un po’ particolare, con la voce spesso criticata di Martyn a donare qualche brivido in più grazie alla sua ruvidezza che sa di vita vissuta.
Infine a chiudere di nuovo un pezzo strumentale, giustamente questa volta lento e melodico perchè la festa è finita e siamo tutti un po’ tristi nel lasciarla. Si intitola By George e sembra quasi un regalo fatto dalla straordinaria violinista e polistrumentista del gruppo a noi per farsi perdonare che il disco sia già finito.

Per concludere, se non avete mai ascoltato gli Skyclad questo disco potrebbe essere una rivelazione, oppure potreste rimanere convinti di aver buttato via i vostri soldi. Come si diceva all’inizio questo gruppo di solito crea attorno a se dei forti sentimenti o piacciono molto oppure non piacciono per niente. Ma se come al sottoscritto vi piacciono le ballate popolari di violino zigano, veloci e ritmate, allora questo disco fa per voi perchè potreste scoprire un nuovo mondo.

Tracklist:

01 Kiss my Sweet Brass
02 Vintage Wine
03 On with their Heads
04 The Silver Cloud’s Dark Lining
05 A Well beside the River
06 No Strings Attached
07 Bury Me
08 Concer of the Heart
09 Little Miss Take
10 Something to Cling to
11 By George

(contiene anche una traccia multimediale con il video di Building a Ruin registrato al Wacken)

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