Recensione: Vol.1

Di Nadia Giordano - 19 Agosto 2013 - 21:53
Vol.1
Band: Lazy Bonez
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2013
Nazione:
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73

Prendete ¾ dei componenti dei Tarot, aggiungetevi due chitarristi ed un bassista ed avrete la ricetta perfetta per ottenere una band che non passerà di certo inosservata.
Si tratta dei Lazy Bonez, combo Finlandese formatosi nel 2012, usciti con il loro album di debutto “Vol.1” il 22 marzo 2013.

Nello stesso lavoro, troverete anche due digi-singles quali la cover di “Poker Face” di Lady Gaga (stavamo bene anche senza! – ndr) cantata da Marco Hietala (Tarot, Nightwish) e “First to Go – Last to Know” , duetto tra Hietala e nientepopodimeno che UDO Dirkschneider (UDO, ex-Accept). La caratteristica di quest’ultima è rappresentata dalla voce graffiante di Dirkschneider in contrapposizione a quella più pulita di Hietala, seguita da riff di chitarra potenti e ritornelli che vi entreranno in testa fin da subito. La Webzine finlandese Imperiumi ha definito quest’ultima traccia come la migliore che Mr. Dirkschneider abbia avuto modo di cantare negli ultimi dieci anni (ma ne siamo proprio sicuri? – ndr).

In aggiunta a questi veterani è presente anche un “ragazzo” familiare ai più, Mr. Stefan Schwarzmann (Accept, UDO) alla batteria in “Bring It All now” e “Frozen Love”.

Tutto il disco è caratterizzato da un metal chiaro, melodico, strutturato e tradizionalista, senza decorazioni e fronzoli extra. Ciascuna canzone segue un filo conduttore estremamente simile, troviamo pezzi grezzi come “Bring It All Now” che potremmo accostare alle sonorità tipiche degli AC/DC (caratteristico il riff di chitarra sullo stile di Angus Young), passando per “M.I.L.F” dove invece la fa da padrona il ritmo cadenzato della batteria e il coro (Accept al 100%). In “Free Ride” invece riscopriamo divagazioni di tastiera che ricordano molto quelli dei Deep Purple – sfido chiunque a non immedesimarsi in un biker degli anni ’70! -, per poi terminare con la classica ballad “Return To Me” caratterizzata dalla malinconica e struggente voce di Tommi Salmela (samples & lead vocals nei Tarot) ed un assolo di chitarra molto vicino alle tipiche sonorità ‘ottantiane’, decisamente adatto ai nostalgici di quel periodo.

Anche se questo è il primo lavoro dei Lazy Bonez, la produzione risulta essere molto buona, i suoni sono ben curati e definiti. Nessuno strumento tende a prevalere sull’altro, conferendo, nel complesso, un buon equilibrio che, tra voci, cori, chitarre, batteria e basso risulta essere gradevole.

Una nota negativa però questa debutto ce l’ha (anche se trascurabile – ndr)… l’artwork! Sebbene il logo, che potrebbe ricordare sotto certi aspetti quello dei Motörhead, sia azzeccato, il resto della cover decisamente non va. L’idea dello scheletro con una bottiglia in mano che vaga nel cimitero è carina e divertente, ma la casa diroccata e lugubre ricorda più un album viking piuttosto che un oriented heavy metal, causando nel compratore occasionale, cioè colui che si affida quasi esclusivamente all’immagine che vede riprodotta in copertina, un probabile acquisto “sbagliato”.

Ciò non toglie che questo lavoro non sia rivolto solo agli appassionati del genere, ma ad una più ampia classe di persone, perché il sound è estremamente immediato e coinvolgente, in grado quindi di appagare anche i palati più schizzinosi.

In conclusione potremmo definire “Vol.1” come un disco senza pretese, adatto a tutti, con un ritorno, per i più nostalgici – e mi ci metto pure io -, alle sonorità classiche che tanto ci piacciono.

Nadia “_Spugna_” Giordano

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