Recensione: W:A:R

Di Stefano Ricetti - 8 Marzo 2010 - 0:00
W:A:R
Band: Renegade
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
77

La sete di HM, per un appassionato dei suoni e della potenza forniti dalla connotazione più ortodossa che il genere metallico ha saputo esprimere, non finisce mai. Per poter evitare la  disidratazione bisogna quindi abbeverarsi di tanto in tanto a nuove fonti – non per questo motivo tralasciando quelle ordinarie – e la fortuna vuole che in questi ultimi anni, grazie all’intraprendenza e alla passione infinita di alcune etichette, le stesse risiedano sempre più nel Nostro amato/odiato stivale italico.

I toscani Renegade giungono al terzo full length della Loro carriera con questo W:A:R e si sottopongono quindi, come la leggenda del Metallo impone in questi casi, alle forche caudine del giudizio di un album che la storia insegna essere nodale nel prosieguo della vita artistica di un gruppo HM. IN GENERALE, infatti, il debutto e il secondo capitolo discografico di una band sono spesso passibili di una sorta di buonismo imperante, atteggiamento che scompare del tutto con il passo successivo, laddove non esistono più alibi di sorta e: o si resta sulla torre oppure si cade miseramente, spesso restando nel fossato per sempre.        
 
First Blood sgombra da subito il campo dei dubbi: una chitarra pulita dal fortissimo sapore Saxon apre un pezzo che ripercorre in maniera violenta la lezione degli Iron Maiden, stampandosi nella capoccia grazie alla ripetizione ossessiva e sanguinaria del refrain, costituito dal titolo della canzone. Judas Priest a manetta nella successiva Masquerade: l’archetipo di pezzo dove la doppia cassa detta legge e nessuno degli altri strumenti osa opporsi, o quasi. Dopo un uno-due di cotanta possanza, era lecito aspettarsi un rallentamento da parte dei Nostri, prontamente servito con Wired. La dura scuola inglese detta ancora le linee guida all’interno della veloce Under My Skin e la prima colata di miele viene servita sul piatto d’argento con la suadente Where Time Stands Still, dove i Renegade “osano” in territori dove fino a qualche tempo fa probabilmente non si avrebbero nemmeno pensato di addentrarsi: dopo un inizio lento vi è l’incursione delle chitarre per erogare l’usuale, sana dose di metallo martellante, ricordando i conterranei Sabotage nell’interpretazione appassionata del cantato.

Wild Days ricorda da molto vicino il riffing ripetitivo di certi Accept d’annata consegnando un altro episodio dal suono pulito e dalle chitarre affilatissime. Grande il ritornello, in salsa agrodolce. Da un titolo come Burning Highway non ci si poteva aspettare una ballad strappamutande, infatti il brano pesta come seppero fare i grandi Thunderhead mentre No Reason in Love dispensa coraggiosamente la giusta porzione di melodia – senza esagerare e sempre in maniera conforme ai dogmi – essendo il secondo pezzo dolce all’interno di W:A:R.

La title track è in pratica un inno con sugli scudi il cantato, sofferto proprio come la carriera della band, sopravvissuta ad attacchi a volte anche feroci. Chiude baracca e burattini Can’t Stop the Fire alla stessa maniera di come era iniziato il disco, quindi con asce di diretta discendenza Saxon per poi svilupparsi in un ritmo veloce, “metallicissimamente rock’n’rolleggiante” fino alla fine, all’insegna del divertimento fatto HM. 

Dopo Too Hard To Die del 2006 e Straight To The Top (2008), entrambi dischi con luci e ombre, i Renegade degli Ammannati Bros con W:A:R dimostrano di essere un gruppo cresciuto, che ha appreso la capacità di variare il tiro rimanendo all’interno dei confini del genere. Il Loro terzo capitolo discografico non possiede nessun filler degno di nota e questo, di per sé costituisce un buon segno. L’evoluzione e il passaggio nell’età adulta del combo toscano dimostra una volta di più come le critiche servano a migliorarsi quando queste ultime risultano, al netto, scevre da malanimo, malafede e invidia, ovvero i tre funesti pilastri dell’HM italiano che di tanto in tanto, a tutti i livelli, purtroppo risultano essere ancora d’attualità. 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti
 

Discutine sul Topic relativo: https://www.truemetal.it/forum/heavy-metal/
 

Tracklist:
1. First Blood
2. Masquerade
3. Wired
4. Under My Skin
5. Where Time Stands Still
6. Wild Days
7. Burning Highway
8. No Reason in Love
9. W:A:R
10. Can’t Stop the Fire
 

Line-up:
Stefano Senesi – Vocals
Damiano Ammannati – Guitars
Roberto Mannini – Guitars
Alessandro Tassini – Bass
Andrea Ammannati – Drums
 

Ultimi album di Renegade

Band: Renegade
Genere:
Anno: 2010
77
Band: Renegade
Genere:
Anno: 2006
67
Band: Renegade
Genere:
Anno: 2006
50