Recensione: War Of The Gargantuas

Di Stefano Burini - 5 Maggio 2013 - 13:57
War Of The Gargantuas
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Anno: 2013
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Su Phil Anselmo, per chiunque abbia frequentato almeno un minimo la scena Metal degli ultimi 25 anni, c’è davvero poco da aggiungere a quanto già non risulti palese spulciando il suo prestigioso curriculum, curriculum nel quale campeggiano gli illustri nomi di Pantera e Down, a fianco di un nugolo di progetti “minori” tra i quali vale la pena ricordare Superjoint Ritual e Arson Anthem

Discorso differente, invece, per quanto riguarda i Warbeast, semi-sconosciuto e agguerritissimo ensemble di thrash/speed vecchio stile proveniente dal polveroso Texas e sotto contratto fin dai tempi del debut album “Krush the Enemy” proprio con la Housecore Records di Anselmo. La band, nata nel 2006 come Texas Metal Alliance, cambia il proprio nome in Warbeast nel 2009 e annovera tra le proprie fila Bruce Corbitt (già vocalist dei Rigor Mortis) e Scott Shelby dei Gammacide alla chitarra. A completare la formazione troviamo, inoltre, Bobby Tillotson alla seconda chitarra, Casey Orr (Rigor Mortis e GWAR) al basso e Joey Gonzalez alla batteria.

Il risultato del loro incontro/scontro si può riassumere in uno split EP composto da quattro canzoni, due a testa, che vedono Anselmo e i suoi The Illegals alternarsi ai conterranei Warbeast in una vera e propria guerra tra Titani, come suggerito dal titolo, preso in prestito da un vecchio monster movie giapponese del 1954 diretto da Ishir? Honda.

Anselmo e i suoi aprono le danze con la fangosa “Conflict (Nerve Meets Bone)”. Quattro minuti e diciannove secondi di pura furia sonora dominati dalla voce rauca e incattivita del cantante di New Orleans, cui fanno da adeguato accompagnamento il guitar work iper-distorto di Marzi Montazeri e le ritmiche veloci e forsennate martellate da Bennet Bartley e Jose Manuel Gonzales.  Ci sono velocità, rabbia e impatto; manca, tuttavia, un po’ d’anima: né il riff principale né l’assolo “rumoristico” riescono, in effetti, a uscire realmente dall’anonimato e sinceramente la voce del vecchio Phil è anni luce lontana dallo stato di forma dei tempi d’oro. Per fortuna la situazione migliora (e di molto), con “Family “Friends,” And Associates”, decisamente più orientata al groove/post thrash metal e, paradossalmente, più vicina al sound robotico e vagamente industriale dei primissimi Machine Head che non ai Pantera. Riff e assoli suonano immediatamente più ispirati e riconoscibili e Anselmo medesimo fa una figura decisamente migliore, rispetto a quanto ascoltato nell’opener, prestando la propria voce ad un pezzo globalmente più interessante e convincente.

I momenti migliori di questo split EP sono, tuttavia, da rintracciare nei due pezzi proposti dai Warbeast. “Birth Of A Psycho” è violentissima e slayeriana, sorretta da riff talora veloci e mitraglianti, talora maligni e cadenzati come da tradizione by King & Hanneman (R.I.P.), quanto arricchita dal vocalismo massiccio e incazzato di Bruce Corbitt. La conclusiva “It” riesce, mantenendosi sulle medesime coordinate, a fare anche di meglio in virtù di un refrain azzeccato e di un guitar work deciso ed esaltante che fa molto thrash “vecchio stile”.

Al tirar delle somme, non certo un’uscita imprescindibile, quanto piuttosto un buon antipasto in attesa delle due uscite “in solitaria” di Phil Anselmo e dei Warbeast; da rimarcare, come già intuibile, che dallo scontro tra Giganti sono proprio questi ultimi a uscire inaspettatamente vincitori.

Stefano Burini

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