Recensione: Warmth In The Wilderness Vol.2

Di Giulia - 20 Dicembre 2002 - 0:00
Warmth In The Wilderness Vol.2
Band: AA. VV.
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Genere:
Anno: 2002
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80

“Warmth In The Wilderness Vol.2
– A Tribute To Jason Becker”, lo ammetto, me lo sono fatto prestare. Non è ancora uscito ufficialmente e ho potuto però ascoltare una delle copie promozionale corrompendo un amico usando il mio fascino femminile (ehi..giuro che non si è affatto lamentato ^-^), ma non potevo resistere all’idea di ascoltare il secondo tributo allo sfortunato chitarrista Jason Becker dopo aver ascoltato e comprato il primo volume uscito lo scorso anno. Quindi ho inserito il primo dei due cd nel mio lettore ed è partito il bravo Tommy Denander (con alcuni amici) con “Desert Island” un brano di Marty Friedman, veramente bello se non fosse per la batteria elettronica.
Segue Lars Eric Mattson, produttore del tributo con “Colors”, una sua compozione che sinceramente non mi è piaciuta moltissimo come suono e come esecuzione (aveva fatto molto meglio nel duetto con Mark Boals sul precedente volume). Da strapparsi i capelli “Feathers” del bravissimo e superlativo Steve Vai che con una classe incredibile (e una foto nel booklet del cd veramente assurda) ricorda chi è senza nemmeno dover strafare. Non conosco Terry Syrek che esegue “Temple Of The Abdurd” di Becker, ma non apprezzo moltissimo la sua tecnica. Marty Friedman seguendo la falsariga dei suoi ultimi lavori come solista esegue cone Melle Vasquez “The Brightest Star Of All”, veramente bella e con una registrazione superiore alle altre. David Valdes senza infamia ne lode esegue una sua compozione intitolata “Temple in the cellar” mentre Randy Coven (Malmsteen/Ark) esegue con la sua band “Poem”, una canzone ovviamente incentrata sul suo strumento, il basso, ma con richiami sia allo stesso Becker che agli Ark, veramente squisita. Milan Polak esegue “Utopia” e Carlos Creator “Dialogues at The Moon” per poi arrivare al primo italiano del lotto, Mistheria con “When you wish upon a star (A Jam For Jason)” che vede la partecipazione del suo amico fraterno Neil Zaza e con una parte di pianoforte suonata dallo stesso Mistheria veramente di gran classe. J.K. Northrup propone una sua composizione “L.M.N.U.” (Che vorrà dire???) mentre Stephen Ross ripropone la bella “Perpetual Burn” di Becker in realtà facilitandola un po’ (e chi ci riesce a suonarla come Jason Becker ai bei tempi?). Steve Booke e i Magic Elf suonano “Life Afterlife” che mi pare un po’ fuori tema come sonorità mentre Mario Parga chiude con “Hourglass” il primo dei due cd.
Il nostro Daniele Liverani esegue magistralmente “Meteor” , una sua composizione che dopo una partenza alla Steve Vai (la parte parlata mi ricordava un pezzo di “Passion”) include virtuosismi da urlo.
Rypdal e Tekro (Ronnie LeTekro ovviamente) eseguono la piacevole “Windcrystal” mentre Slav Simanic sempre sostenuto da una batteria elettronica (ma dove sono finiti i batteristi?) suona “Speed Metal Symphony” dei Cacophony. Un altro italiano, il bravo Max Arminchiardi esegue una sua personale versione di “Serrana” con un intermezzo di chitarra classica che farebbe impallidire il Malmsteen più ispirato e che ti tiene attaccata allo stereo per tutta la durata del pezzo usando solo il suo strumento e una base minima di tastiere. Ray DeTone suona “Images” di Becker con finalmente un batterista vero e che sa suonare. Keith LuBrant & Bernie Lambert (che a dispetto del nome da uomo ha una voce femminile) suonano un brano di Al e Greg Howe (perchè?) mentre Rick Brannon e Dean Lopes la bella “Frankenfigers” (adoro questo titolo).
Scott Hughes esegue molto bene la bella “Jewel” scritta dalla coppia Becker-Friedman mentre Rusty Cooley propone un suo brano intitolato “Peace Of Mind pt.1”. Un paio di riproposizioni di brani di Becker da parte di Chris Hattingh (Angel Eyes) e Joseph Anastacio Glean’s Valediction (The end of the beginning) secondo me un po’ sottotono per arrivare a Joe Becker (amico ma non parente di Jason) che suona la titletrack del cd “Warmth in the wilderness” con molto sentimento.
Chiudono gli Edge Of Time con i due ex-Malmsteen Michael Von Knorring e Mats Olausson, l’ex chitarrista di Dio Tracy G, il bassista Hawaiano Gonzo, il ritmico Stefano Malacarne e il vocalist Chris Heaven con una bella versione di “Lady Luck” tratta da “A little ain’t enough” di David Lee Roth (dove Becker era chitarra solista), bella esecuzione e con un Tracy G che dimostra quanto era sottovalutato alla corte di Dio e Chris Heaven perfettamente a suo agio nei panni di David Lee Roth personalizzando persino alcuni passaggi.

Nel complesso un lavoro valido e che consiglio a tutti sia per avere nella propria discografia uno spaccato dei chitarristi di tutto il mondo, sia per aiutare in qualche modo una persona come Jason Becker (i proventi del cd andranno a lui che ha bisogno di cure per la grave malattia che lo affligge da anni).
Complimenti a tutti gli artisti.

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