Recensione: We Rock the Nation/Heartattack [Reissue]

Di Stefano Ricetti - 5 Febbraio 2013 - 0:00
We Rock the Nation/Heartattack [Reissue]
Band: Restless
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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76

Ammetto che la mia unica rimembranza in tema di Restless rimane quella relativa a una recensione di Beppe Riva del 1985 sulle colonne di Rockerilla in riferimento all’album We Rock the Nation, all’interno di un excursus sul “German H.M.”, ove vennero setacciate band quali Warlock, Scorpions, Sado, Crack Jaw e appunto Restless. Ammetto pure candidamente che, dopo aver letto le righe scritte dal famoso giornalista nei riguardi del combo teutonico di Herzogenaurach, non corsi, come invece molto spesso accadeva negli altri casi, a ordinarlo presso il negozio di fiducia, ove il gestore, un brav’uomo, regolarmente prendeva buona nota e inoltrava la mia richiesta al grossista/distributore, in quanto come conoscenza diretta non andava oltre Van Halen, Saxon, Iron Maiden, Kiss e pochi altri. Probabilmente il fatto che Riva li accostasse così con veemenza ad Ac/Dc, Accept e Scorpions non pose a Loro favore, in quanto proprio in quagli anni gli “originali” godevano di parecchia salute e inevitabilmente le Lire risparmiate finivano per lo più a ingrossare le Loro, di tasche, nella fattispecie. Discorso ben diverso quando viceversa si coglievano fra le righe di una recensione gli input per poter rischiare un acquisto al buio: l’effetto era duplice, chicca clamorosa o “pacco” solenne, ma questa era solo una delle componenti della magia di quegli anni, nei quali usciva “L’ira di Dio” e non si poteva certo coprire tutto quanto proponeva il mercato discografico. Capitava quindi di sacrificare spesso i gruppi palesemente più derivativi e si puntava piuttosto sulle band emergenti, bisognose di ingrassare le Loro file di fan.

Tornando a noi, personalmente la sorte del moniker “Restless”, in quel tempo di ciclonici turbinii metallici, quindi, fu fatalmente e lentamente incanalata verso l’oblio, per poi rispuntare qua e là nelle infinite discussioni notturne post concerto piuttosto che durante i viaggi con altri appassionati, ma nulla di più.

Per fortuna, il tempo per rimediare, nel mondo dell’HM, lo si trova sempre, basta solo volerlo fortemente e possedere il sano gusto della curiosità musicale. Indi, nel momento in cui, nel 2010, la label Blower Records licenziò in un solo Cd remaster sia Heartattack che We Rock the Nation, fu automatico procedere all’approfondimento di una delle parti meno conosciute dell’universo siderurgico tedesco. Sia ben chiaro, i Restless non furono cinque cudeghìn assimilabili a delle meteore, essi si tolsero anche delle belle soddisfazioni suonando fra gli Osanna di alcuni Festival, come il Rock Fabrik del 1984, performance immortalata sui solchi di un disco split, in compagnia di Stormwitch, Tyran’ Pace e Cacumen piuttosto che il Metal Hammer Fest 1985, immortalato a Suo tempo su Vhs, forte di un bill da paura.  

Stranamente, ma non troppo, la label messicana pone le tracce di We Rock the Nation prima di quelle di Heartattack, nonostante quest’ultimo Lp vide la luce un anno prima dello stesso ‘We Rock, ossia nel 1984. Ascoltandole, poi, se ne capisce il perché: il debutto dei Restless non era assimilabile a un capolavoro del genere, per usare un eufemismo, nonostante una copertina particolarmente ammiccante e una manciata di pezzi energici ma davvero troppo già sentiti da altre parti.    

Il meglio di sé, i cinque tedeschi, lo danno quindi attraverso le tracce di We Rock the Nation, disco che rispetto al predecessore riesce a mantenere una certa personalità, nonostante le evidenti influenze. Forte di un songwriting fresco e diretto, l’album mette in luce le qualità vocali di Czeki, personaggio corpulento, esattamente l’opposto di un sex symbol, massiccio interprete con una timbrica d’acciaio risultante da un ipotetico mix fra Marc Storace, Ted Bullet e Mark Tornillo.

Due gli inni presenti: Breakin’ Out e Metal Chains, con quest’ultima veloce, possente e teutonica al 100%. Le chitarre del duo Chris Kim/Phil Highstone paiono rasoi, nel vero senso della parola, all’interno delle trame di Walkin’ on Time così come duellano che è un piacere in Turn It Loud. Non manca il pezzo duro ma ruffiano (Wild Desire) così come il brano da Rock Arena, We Rock the Nation, molto più di una canzone, nel tempo assurto a emblema stesso dei Restless. Seguono episodi trascurabili come Let’s get Crazy, didinibite scopiazzature (See the Light) e momenti enfatici del calibro di Burst Out, vicino ai migliori Keel dei tempi d’oro. Chiusura dell’intero cd affidata al pezzo live Fire Train, tratto dall’esibizione al Rock Fabrik del settembre 1984, citata sopra.  

Booklet di otto pagine, con i soli testi dei pezzi appartenenti a We Rock the Nation, il resto è ad appannaggio dei vari fronte e retro originali apparsi a Loro tempo in forma di Lp, quantomeno lo presumo fortemente, per via del design e dei caratteri minuscoli, quasi illeggibili.         

Restless: saranno anche stati derivativi, ma che botta! Un’ottima e salutare riscoperta, per lo scriba.            

 

   
Stefano “Steven Rich” Ricetti            

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Tracklist:

We Rock The Nation

01. Breakin’ out
02. Walkin’ on Time
03. Turn It Loud
04.Burst Out
05. Wild Desire
06. We Rock The Nation
07. Let’s Get Crazy
08. See The Light
09. Metal Chains

Heartattack

10. Intro/Fire Train
11. Tiger
12. Head Over Heels
13. Stairway
14. Break it
15. Heart Attack
16. You are the Sunshine
17. Devil

18. Fire Trains (Live) – Bonus Track


Line-up:

J.J.Wilson – Basso
Chris Kim – Chitarra
Phil Highstone – Chitarra, Voce
Czeki – Voce
R.C. King – Batteria su Heartattack
Roger Tillmann – Batteria su We Rock The Nation
 

Durata: 79 minuti

 

PS: è stato scelto di mettere la sola copertina di We Rock the Nation, proprio per il peso specifico maggiore rispetto a Heartattack, cos’ come fatto dalla Blower Records 

 
 

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