Recensione: When their Gods Come for You

Di Matteo Pedretti - 16 Ottobre 2021 - 6:50
When their Gods Come for You
Band: Witchcryer
Etichetta: Ripple Music
Genere: Doom 
Anno: 2021
Nazione:
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78

I Witchcryer sono una band di recente costituzione, ma composta da musicisti di esperienza che, in breve tempo, hanno saputo imporsi nella scena Doom Metal. Il progetto, concepito dal chitarrista Jason Muxlow, prende forma immediatamente dopo lo scioglimento dei suoi Earthen Grave (in cui militava anche Ron Holzner, bassista con un lungo trascorso negli insuperati Trouble), quando questi nel 2015 si trasferisce ad Austin, dove incontra il batterista Javi Moctezuma e, poco più tardi, la talentuosa vocalist texana Suzy Bravo.

Nel 2016 il combo incide il demo “The Preying Kind”, vede stabilizzarsi la propria line-up con l’ingresso del bassista Marylin (ex Las Cruces) e intraprende l’attività live (tra cui alcune date nel Sud degli States insieme ai padovani Messa), trampolino di lancio che le permetterà di conquistare il favore del pubblico e della stampa specializzata. Il 2018 è finalmente la volta del debutto discografico vero e proprio: “Cry Witch”, uscito su Ripple Music, è una collezione di 9 pezzi di Traditional Doom molto convincenti tra cui spicca, come una dichiarazione d’intenti, una versione di “Witchfinder General”, cover dell’omonima formazione proto-Doom britannica.

Intorno alla fine del 2019 i Witchcryer iniziano a lavorare al secondo full lenght a Sant’Antonio, Texas, negli studi del produttore Brant Sankey, con cui avevano già collaborato alla precedente release. “When their Gods Come for You”, uscito alla fine dello scorso agosto – sempre via Ripple Music – è un concept album incentrato sul tema delle divinità: da quelle delle culture Anglo-Sassone e del Centro America fino a quelle della mitologia greca e romana. Il disco include la chiave per scaricare la versione digitale di un libretto che ne accompagna l’ascolto con i testi dei brani e le immagini di quegli dèi di cui sono narrate le vicende.

Da una prospettiva prettamente musicale, in “When their Gods Come for You” i Witchcryer affinano ulteriormente il proprio approccio al Doom, spaziando da quello cadenzato e metallico di “The Devil & the Deep Blue See” a quello dai riff dilatati, dai piatti risonanti e dagli assoli psichedelici, vicino allo Stoner, di “Hellmounth”, passando per le venature Occult Rock di “Blackfoot Creation Story/Spirit Power”, in cui le linee vocali di Suzy Bravo assumono toni ritualistici, in particolar modo nella sezione finale in cui il parlato salmodiante fa il paio con la psichedelia delle chitarre.

In altri episodi il gruppo, pur non abbandonando la matrice Doom che permea tutte le tracce, abbraccia soluzioni dal taglio più Rock come nel mid-tempo di “Sisyphus, Holy Roller” e in “Nemesis, the Inevitable”, incentrata per gran parte della sua durata su melodie vocali catchy ben congeniate, prima di esplodere nell’energico Stoner/Doom che conduce alla conclusione. “Quetzalcoatl”, con la sua intro tribale, e “I Rise!”, seppur caratterizzate da accordature downtuned e atmosfere cupe, sono veloci e, con un chiaro orientamento Heavy Metal tradizionale, a tratti thrasheggiante, ricordano i lavori dei Castle e degli ormai sciolti Night Viper.

Grazie alla sua intensità, la closer “When Their Gods Come for You” si merita senz’altro il ruolo di title- track, con strofe in cui la voce soft si adagia in modo suadente su arpeggi di chitarra venati di Blues, per poi esplodere in ritornelli fragorosi, ma al tempo stesso profondamente melodici.

Le 8 tracce, per una durata complessiva di oltre 45 minuti, sono veicolate da una produzione che restituisce un sound potente e dal gusto vintage orientato non tanto ai Seventies, come spesso accade per il genere in questione, quanto al Metal degli anni Ottanta. Una nota anche per l’artwork di copertina che, rappresentando mani che muovono una figura antropomorfa per mezzo di fili, a mo’ di macabra marionetta, può essere letta come una riproduzione visiva di quegli dèi protagonisti dell’album che, per capriccio e vanità, si dilettano giocando con i destini dei mortali.

“When Their Gods Come for You” è una prova brillante, con cui i Witchcryer si dimostrano capaci di evolversi e andare avanti senza stravolgere i tratti fondamentali che ne hanno caratterizzato la proposta sino ad ora. Gli amanti del Doom sono avvertiti: non perdetevi questo disco, il secondo pianto della strega non vi deluderà!

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