Recensione: Where Silence Dwells

Di Nicola Furlan - 29 Giugno 2022 - 3:20
Where Silence Dwells
Etichetta: Fono Ltd.
Genere: Death 
Anno: 2021
Nazione:
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85

Quando nel 2012 mi capitò per le mani “The Labyrinth of Penumbra” non avevo idea di chi fossero i Psilocybe Larvae. Dopo una ricerca trovai che la band proveniva dalla Russia, aveva dietro le quinte la mente artistica del fondatore Vit “Larv” Belobritsky ed aveva già all’attivo tre full-length dal 2000, anno d’uscita dell’esordio “Stigmata”. Rimasi davvero molto colpito dall’intensità e dalla variabilità contenuta nel disco del 2012. Là dentro ci sta di tutto e, considerato il periodo, non era nemmeno molto comune che capitassero per le mani dischi così ricercati. Non vi dico l’entusiasmo d’essermi imbattuto in un prodotto così incredibilmente valido. L’attesa del successivo però s’è prolungata davvero tanto, fin quando, ad inizio 2021, non esce la notizia che la band avrebbe rilasciato il nuovo capitolo discografico della propria carriera.

“Where Silence Dwells” esce a dicembre e non delude le aspettative. I nostri sono nuovamente alle prese con un death metal melodico tinto di doom su cui vengono inseriti elementi ombrosi tipici del gothic. Ciò che ne consegue è un lotto di dieci brani pieni di elementi vincenti grazie alla maestria con cui i tre riescono a combinare assieme vari stili artistici, compresa l’alternanza tra il cantanto in clean e quello in growl. Ascoltarli significa perciò godere di molte sensazioni, sempre e comunque aggressive e malinconiche, a volte distese, altre volte varigate a livello ritmico, altre ancora cadenzate sui mid-tempo. A livello di arrangiamenti stavolta la band si supera.

Violoncello, viola e percussioni s’incastonano nelle solide ed equilibrate strutture compositive di “Where Silence Dwells” conferendogli maestosità ed eleganza senza per questo mai scavalcare il trademark sonoro così caratteristico della loro personalità musicale. Echi di band come Sentenced, Opeth e Katatonia rimbalzano a livello di percezione da una canzone all’altra, ma senza mai metter in mano all’ascoltatore la sentenza che i Psilocybe Larvae abbiano ‘copiato’, anzi. La percezione è che ci sia la valorizzazione delle migliori soluzioni compositive concepite da maestri immortali che, nel corso degli anni, hanno delineato un certo modo di comporre e delle soluzioni in grado di veicolare determinati effetti sensoriali nell’ascoltatore.

Se qualcuno di voi mi chiedesse di suggerire due brani che un po’ riassumono l’essenza di “Where Silence Dwells” mi sentirei spontaneamente di suggerire ‘The Fall of Icarus’ per la variabilità disorientante che presenta, una vera chicca compositiva e ‘Ghost in the Room’ per l’intensità così magnetica che propone, grazie anche all’accuratezza dedicata alle varie parti del brano, elegantemente legate dagli arrangiamenti orchestrali.

Pure il lavoro alla consolle è di livello eccellente, superiore ad ogni loro altra produzione passata. I lavori si sono svolti nei prestigiosi Stockholm Mastering (Blaze of Sorrow, Sarke, Blighted Eye, Meshuggah, Katatonia) dove non si tratta solo metal, sebbene abbia voluto indicarvi solo nomi di un certo tipo. Ritengo che proprio il know-how di chi ha prodotto questi pezzi abbia fatto la fortuna della brillantezza dei suoni su “Where Silence Dwells”, ma non solo. I volumi sono bilanciati, i dettagli sono curati. Ogni suono è dedicato al momento in cui gli strumenti si devono esprimere con un certo mood. Davvero un quid in più ai già brillanti spunti compositivi messi in opera dal terzetto.

A parer di chi scrive, al di là del genere proposto, ritengo che i Psilocybe Larvae siano davvero abili ed ispirati e siano in grado di produrre dischi di eccellente fattura. “Where Silence Dwells” ne è la prova concreta. Sembrerà banale dire ciò che sto per dire, ma mi auguro davvero che il gruppo trovi maggior continuità perché la Storia della musica ha bisogno di musicisti di questo livello e di dischi come questo. Davvero di categoria superiore!

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