Recensione: Whisper Supremacy

Di Matteo Bovio - 25 Dicembre 2001 - 0:00
Whisper Supremacy
Band: Cryptopsy
Etichetta:
Genere:
Anno: 1998
Nazione:
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89

Abbandonata la Displeased Records e passati sotto la più nota Century Media Rec., questi pazzi canadesi arrivano a sfornare il loro terzo album, quello che in tanti considerano la prova del fuoco: con il primo ci si fa conoscere, con il secondo si migliora ma è il terzo a decretare se si hanno le carte in regola per rimanere sulla scena. E devo dire che i Cryptopsy hanno superato alla grande la prova…

I soliti babbioni puristi hanno avuto da ridire su questo album: il succo del loro discorso si riduceva infine al fatto che il suono della band si sarebbe ammorbidito (???). A dir la verità la nuova produzione di cui dispongono tutt’oggi i Cryptopsy non fa che risaltare al massimo la potenza che sanno sprigionare. Insomma, avranno tutti i difetti che volete, ma alla Century Media sanno come tirar fuori dei bei suoni… e sanno anche quali sono le esigenze dei loro gruppi. Per quanto continui a preferire il precedente “None So Vile”, non posso di certo giustificare questa mia preferenza con il suono!

L’unica “mancanza” del gruppo in questa circostanza è stata quella di rallentare leggermente certe parti, ma forse, più che di rallentarle, di minimizzarle: mancano quegli eccessi, quegli sfoghi che avevano caratterizzato il loro secondo lavoro. Qui tutto è più ragionato, tutto più geometricamente corretto. Il gruppo ne guadagna così in potenza ma ne perde in attitudine. Alla resa dei conti potrei mettere “Whisper Supremacy” alla pari con il suo predecessore: l’unico elemento che grava su questa produzione è l’essersi leggermente standardizzata (anche se, come noterete subito, i Cryptopsy rimangono tutt’oggi gli unici con una proposta simile).

Il gruppo ha visto l’ingresso di Mike Di Salvo a discapito di Lord Worm: il growl da orso incazzato viene così sostituito da un cantato più aggressivo ma anche più sforzato, che tanto per cambiare ha diviso nettamente il pubblico. Le canzoni si sono arricchite di numerosi stop’n’go, fatti in maniera tutta loro, che conferiscono al suono un’aggressività ancora maggiore, se possibile. L’evoluzione compositiva si rispecchia chiaramente nella spettacolare “Cold Hate, Warm Blood”, che, assieme a “Phobophile” presente sul precedente lavoro, è a mio parere uno dei migliori pezzi di brutal-death mai scritti. C’è tutto: velocità (e non poca), potenza e talvolta anche melodia!

Se volete conoscere questo gruppo direi che “Whisper Supremacy” è un’ottimo inizio, anche perchè è di approccio più immediato rispetto ai due album d’esordio. Non badate alle baggianate che si raccontano su questo CD perchè, ve lo assicuro, non è al di sotto di nessuna uscita di brutal-death contemporanea, anzi… In 8 tracce capirete come si possano superare tutti i limiti, e come gli schemi, per certi gruppi, contino meno di zero.
Matteo Bovio

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