Recensione: Worlds Apart

Di Eugenio Giordano - 27 Settembre 2004 - 0:00
Worlds Apart
Band: Silent Force
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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78

Il nuovo album dei tedeschi Silent Force si intitola “Worlds apart” e rappresenta una delle massime espressioni artistiche della scena power metal europea contemporanea. La band è riuscita a concretizzare un disco potente, elegante, tecnico dimostrando quanto il power metal possa essere personale e intelligente se suonato con perizia e ambizione.

I Silent Force sono nati dopo l’abbandono del magnifico cantante dei danesi Royal Hunt D.C.Cooper, il quale con grande coraggio e spirito di sacrificio ha deciso di incominciare una nuova carriera credendo in questa band e nel suo genere musicale. Il nuovo “Worlds apart”, il terzo lavoro della band, vede nell’ex Primal Fear Alex Beyrodt un protagonista assoluto sia della fase compositiva che della parte esecutiva. Questo chitarrista è veramente completo, graffiante nelle parti ritmiche, con riff dalla struttura fluida e intelligenti scale riesce sempre a imporre il suo strumento senza mai apparire eccessivo, prolisso. Negli assoli è semplicemente versatile, neoclassico e volutamente barocco quando c’è da correre veloci, morbido e melodico quando i tempi si dilatano e le emozioni crescono. Sotto il profilo compositivo “Worlds apart” è semplicemente perfetto, si tratta di un disco lungo ma piacevole da ascoltare e assolutamente ben strutturato. Ci sono brani capaci di colpire l’ascoltatore al primo passaggio, sinceramente la band sembra aver pensato molto all’appeal live delle sue composizioni. Non mancano pezzi veramente molto ricercati, quasi progressivi, i quali rimarcano le origini del bravissimo D.C.Cooper e il suo gusto dal vago sapore minore, il suo amore per le melodie vocali dal tocco avvolgente. Il sound della band non è stato modificato rispetto ai precedenti e ottimi “Infatuator” e “The empire of future”, forse i Silent Force si sono leggermente spostati verso strutture più classiche abbandonando il taglio barocco dei loro primi dischi. Le tastiere sono state ridimensionate ma sembrano molto più ispirate rispetto al passato, quando lo strumento interviene risulta sempre efficace riuscendo a sbloccare le chitarre e a dare nuova linfa all’architettura dei brani. Inutile soffermarsi sulla prova vocale di un mostro sacro come D.C.Cooper che qui, come solo i grandi sanno fare, ribadisce la sua supremazia senza sentire il bisogno di dimostrare nulla di particolare. La sua performance è giocata sull’interpretazione dei brani, non su vocalismi eccessivamente acuti, in questo supera largamente la media dei suoi colleghi.

Eccellente la prima “Ride the storm” durante la quale i Silent Force mettono in chiaro chi sono e che cosa sono capaci di fare, la tecnica del gruppo emerge nettamente in ogni frangente lasciando decollare melodie vocali perfette. Magnifica “No one lives forever” mostra la grande personalità di questo gruppo e la profondità compositiva del suo power metal, solo questo brano giustificherebbe l’intero acquisto. Più ricercata e personale “Hold on” è costruita su melodie oblique dal taglio orientale, una grande prova compositiva che credo sia indirizzata ai palati fini. Con “Once again” i Silent Force impartiscono una severa lezione di power metal misurandosi sugli stessi canoni cari agli Stratovarius ma superando largamente anche questi maestri del power europeo. Il disco nasconde un tesoro compositivo dal titolo “Master of my destiny”, si tratta di una lunga composizione dai tratti progressivi, qui D.C.Cooper si sbilanca in una prova vocale da annali del metal, sono necessari diversi ascolti per catturare la profondità di questo brano. Con “Heroes” la band confeziona un potente esempio di power metal dai tratti ritmici, il brano è un tributo al coraggio dei pompieri di New York che persero la vita per salvarne tante altre durante la tragedia dell’undici settembre 2001. Le strutture neoclassiche di “Merry minstrel” rivelano le origini artistiche di  Alex Beyrodt ma anche la sua indipendenza dagli ormai abusati maestri del genere, Y.J.Malmsteen per esempio. La ballad dai tratti sinfonici “Spread your wings” raggiunge il livello di pezzi come “When the crowds are gone” dei Savatage e questo dice tutto. La conclusiva e graffiante “Heart attack worlds apart” è un brano ambizioso che conclude in maniera magistrale il nuovo album dei Silent Force.

Se amate il power e conoscete questa band direi che potete gettarvi su questo album a corpo morto. Per chi ancora non avesse avuto modo di sentire la musica di questi ragazzi consiglio molto caldamente di prestare massima attenzione a questo album, alla profondità dei suoi brani e alla enorme portata di questa band. Bravissimi.

1. Riding the Storm  
2. No One Lives Forever  
3. Hold On  
4. Once Again  
5. Master Of My Destiny  
6. Heroes  
7. Death Comes in Diguise  
8. Merry Mistrel  
9. Spread Your Wings  
10. Iron Hand  
11. Heart Attack Worlds Apart

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