Death

Intervista Entombed A.D. (LG Petrov)

Di Tarja Virmakari - 9 Novembre 2014 - 12:56
Intervista Entombed A.D. (LG Petrov)

Entombed A.D. L’uscita di “Back To The Front“, nell’agosto scorso, dopo sette anni di silenzio, è stata l’occasione per la nostra Tarja di intervistare L.G. Petrov, unico supersite della leggendaria formazione originale…

 

Anteprima

 

Ciao LG Petrov, sono Tarja, benvenuto su Truemetal.it! Fra poco meno di un mese uscirà il vostro nuovo album “Back To The Front”. Che sensazioni provi?

Mi sento molto, molto bene, ma starò ancora meglio quando avrò in mano il nostro nuovo album in vinile, ahahah! Non vedo l’ora. È come un nuovo inizio, siamo pronti a suonare di nuovo la nostra musica e a fare headbanging!

Prima di parlare del nuovo album, alcune parole su di voi… siete stati una delle fondamenta per la nascita del death metal europeo: come ricordi l’atmosfera e ambiente musicale alla fine degli anni 80?

Oh yes, l’atmosfera era buona ma soprattutto eravamo molto più giovani di adesso, ahahah! Non pensavamo a ciò che facevamo, ma pensavamo solo a suonare la musica che ci piaceva. Ovviamente quando è uscito il nostro primo album eravamo molto entusiasti: era come avere dell’oro nelle mani. Certo, ci sentivamo dei privilegiati, Un po’ come ci sentiamo ora.

Eh sì: possiamo confermare che gli Entombed A.D. sono delle icone dell’old school. Come si sente il peso di questa… responsabilità?

Ahahah, beh ce l’abbiamo da qualche anno ma oggi siamo più forti, e sinché si fa ciò che piace non ci sono problemi. Sette anni dal nostro ultimo anno hanno creato parecchia rabbia e frustrazione, ma alla fine siamo solo ragazzi che suonano i loro strumenti, Con ciò il tutto non un peso sulle spalle ma anzi un grande piacere.

Parliamo del nuovo album “Back To The Front”, sicuramente una delle uscite più attese dell’anno. Sono sicura che i vostri fan l’aspettavano da tanto tempo per cui saranno sicuramente impazienti di ascoltarlo…

Ahahah, ora sì che mi fai sentire tutto quel peso sulle spalle!

 

Anteprima

 

Ahahah, bene! Era mia intenzione! Come descriveresti l’album, allora? Quali sono le sue differenze rispetto al precedente “Serpent Saints” del 2007?

Come dicevo sono passati sette anni fra un disco e l’altro. Sette anni di frustrazione, poiché non succedeva mai nulla. Certo, abbiamo fatto dei concerti, nel frattempo. Ogni band, tuttavia, dovrebbe registrare dei nuovi lavori con regolarità. La frustrazione è però sparita non appena ci siamo messi a lavorare sulle nuove song, eravamo tutti molto concentrati e in studio è andato tutto liscio. A tutti gli effetti “Back To The Front” ha già un anno d’età, ahahah, e sembra strano ma per noi è ancora ‘fresco’.

In effetti in questi ultimi giorni l’ho ascoltato 3/4 volte e secondo me il suo suono è molto fedele a quello di sempre. Fortemente Entombed A.D. I riff sono rigorosamente old-school, con tanti suoni interessanti e moderni.

Sì, volevamo creare dei riff interessanti ma old-school per completare il feeling dell’album, che per noi è un po’ dark e un po’ depresso. Secondo noi il suono è molto buono ed è ciò che cercavamo. E se poi la gente acquista l’album, vuol dire che piace anche ad essa, ahahah!

Ne parleremo quando ci ritroveremo la prossima volta, ahahah, ma sono comunque sicura che i vostri fan non rimarranno delusi. Parliamo ora del titolo dell’album. “Back To The Front”. Perché questa scelta? Si riferisce alla vostra lunga assenza dalle scene?

Sì, in qualche modo riferisce a ciò. Siamo pronti per tornare al fronte per combattere per quello che facciamo, suonare e andare in tour. Lavorare tanto e non starsene stare seduti a casa a non fare nulla, aspettando che le cose vadano avanti da sole. Siamo pronti adesso come lo eravamo vent’anni fa. Magari avremmo potuto fare prima ma l’importante è essere qui adesso.

Cosa mi puoi dire sui temi delle canzoni? Mi pare che i testi siano particolarmente aggressivi…

Sì, i temi sono incentrati più o meno sulla guerra. Noi siamo qui: o con noi, o contro di noi. Le nostre canzoni sono metal e non sono affatto romantiche, ahahah!

Quindi non  vi sentiremo mai cantare delle love-song, presumo, ahahah… ok, ma dimmi un po’… quando scrivi i testi in che situazione ti devi trovare? Cioè, che atmosfera devi avere intorno a te?

Ahahaah no no, non canteremo mai delle love-song…  per quanto riguarda i testi, abbiamo collaborato moltissimo per “Back To The Front”. Lascio preparare agli la base che, quando è pronta, completo con le ultime idee tipo: «hey, secondo me dovremmo inserire la parola ‘death’, in questo punto della song…». Non sono particolarmente portato a scrivere testi, e del resto quando ascolto altri album non guardo mai il booklet. L’ascolto, mi godo la musica e basta. E quando vado a un concerto, preferisco stare in prima fila a fare headbanging e a divertirmi. Se volessimo scrivere dei testi con un significato profondo la nostra musica sarebbe tutta un’altra storia e non sarebbe più quella degli Entombed A.D. Nei concerti cerchiamo sempre il contatto diretto con il pubblico, con i ruoli che potrebbero anche invertirsi: il pubblico sul palco e noi lì sotto, ahahah, sarebbe anche divertente così, a me piacerebbe! Sentirsi uniti nel metal, ecco cosa vuol dire per noi.

 

Anteprima

 

“Back To The Front” è stato prodotto da Roberto Laghi. Cosa puoi raccontarci di questa collaborazione?

Con Roberto Laghi abbiamo lavorato in Italia per parecchio tempo, provando e testando i brani. Tutto è andato liscio: Roberto è un tipo molto bravo ed è stato facile lavorare con lui. Sapeva cosa volevamo e gli abbiamo concesso la nostra incondizionata fiducia. Ha lavorato con meticolosità sui dettagli, senza sprecando mai del tempo. Abbiamo vissuto praticamente in studio, con libertà di orari: se un riff veniva fuori in piena notte, potevamo andare a registrarlo in pigiama, ahahah! Al mattino, poi, arrivava Roberto e metteva da  parte oppure buttava ciò che si sera registrato di notte.

Ahahah, mi sembra un ottimo modo di lavorare! C’è qualche altro aneddoto, in merito?

Ci sono sempre stati dei bei momenti, e c’è sempre stato il tempo per bere una birra oppure del vino. Ricordo che una sera eravamo diciamo ‘abbastanza ubriachi’ per registrare qualcosa e in effetti qualche buona idea è uscita fuori, provando alcune diverse opzioni. Assieme al duro lavoro e alla necessaria professionalità c’era anche lo spazio per il divertimento, insomma. Inoltre le song erano già pronte quando siamo entrati in studio, per cui abbiamo potuto lasciare spazio all’improvvisazione: se qualcosa suonava bene la tenevamo, altrimenti la buttavamo.

Parlando di artwork, quello creato da Zbigniew Bielak (Watain, Ghost, Vader) presenta il vostro trademark (il teschio) che, tuttavia, sembra… come dire… meno aggressivo del solito.

Sì, hai ragione. Abbiamo dato a Bielak carta bianca. Dopo circa una settimana ci ha mandato le prime bozze, e non appena le abbiam viste abbiamo pensato che fossero davvero fighe. Così, gli abbiamo dato l’ok per procedere. La copertina ha un disegno molto pulito, anche se è pieno zeppo di dettagli che anche io devo scoprire interamente. Non appena avrò il vinile nelle mani, lo guarderò con attenzione. Secondo me quando un artista lavora con le mani libere lavora meglio, senza che gli siano cioè troppe indicazioni all’inizio.

A fine di maggio avete rilasciato la prima traccia, “Bedlam Attack”. Perché questa scelta?

Eh sì, “Bedlam Attack”… è stata la prima canzone ad essere stata registrata e ci è parso giusto fosse la prima ad essere resa nota al pubblico.

Qual è stata la reazione dei fan e dei critici?

È stata buona, molto buona. Forse qualcuno è stato spiazzato ma appena avrà ascoltato tutto l’album si troverà a proprio agio. Le opinioni sono numerose quante le persone, e ciascuna di esse ha il diritto di esprimersi. E qualunque sia l’opinione, significa che non c’è stata indifferenza.

 

Anteprima

 

Ahahah mi sembra giusto! LG, com’è cambiato, se è cambiato, il vostro modo di comporre musica?

Eh certo, è cambiato. Via internet si riesce a lavorare più velocemente. Quando abbiamo lavorato con i riff li abbiamo scambiati tramite il web, senza di doverci incontrare di persona. Successivamente, una volta in sala prove, abbiamo messo tutto insieme. Abbiamo faticato tanto per comporre i brani, e pure con molta concentrazione poiché avevamo numerosissimi riff su cui lavorare. La parte più laboriosa, in sostanza, è stata quella di metterli tutti insieme, ahahah!

In effetti il disco è lungo: oltre cinquantun minuti…

Si. Abbiamo anche inserito due extra-song, lasciandone forzatamente fuori altre cinque/sei.

Vorrà dire che saranno inserite nel vostro prossimo album, nel 2015, presumo e spero…

Ahahah sì, credo proprio di sì. È stato difficile operare una scelta sui pezzi da lasciare a casa, ma a un certo punto si giunge in un vicolo cieco per cui si deve decidere: «questa sì, questa no». Ma oggi stiamo già lavorando sui nuovi riff, per cui saremo più preparati, per il prossimo album.

Questa si che è una bella notizia! E perché Emtombed A.D. invece di Entombed?

Entombed A.D. è il gruppo che ha realizzato questo album e che andrà in tour. Punto. Non volevamo aspettare altri sette anni a non fare niente. Vogliamo suonare musica. Heavy metal. Adesso!

Quindi possiamo dire che questi sette anni della vostra storia sono ‘sepolti’, ed ora si ricomincia con gli Entombed A.D.?

Sì, si può, ed oggi siamo contenti e felici di ciò! Specialmente che, dopo tanti mesi di duro lavoro, il nuovo album sta per uscire ci si sente davvero bene e siamo prontissimi all’azione.

Quali sono i vostri migliori ricordi del pubblico italiano?

È sempre particolare suonare in Italia. Ricordo che in Sardegna qualcuno ci ha portato una bottiglia di ‘home-made grappa’, ahahah, così prima del concerto abbiamo bevuto qualche bicchierino. L’ospitalità italiana ce la ricordiamo sempre!

E lo credo, ahahaah… ma, L-G, siamo quasi alla fine della nostra chiacchierata… prima dei saluti vorrei sapere da te, che hai un quarto di secolo di carriera alle spalle, come vedi la scena death metal di oggi?

Il death metal c’è sempre stato e continua ad esserci, con alti e bassi. Tanti gruppi del passato sono ancora oggi in circolazione, alcuni si sono sciolti e poi riuniti. Per me il death metal è sempre presente.

Se parliamo invece dei gruppi nuovi o recenti, vedi tra loro qualcuno che t’interessa?

Eh, sinceramente non posso dire, ma già vedendo tanti festival vedi anche tanti nuovi gruppi. Se devo menzionare qualcuno, tuttavia, chi mi ha fatto piacere rivedere sono stati gli Emperor, tornati alla grande. Per il resto, ci siamo anche noi, pronti a riprendere il palco.

E allora, pronti per la battaglia! Ultima domanda, e mentre ti ringrazio per questa chiacchierata molto piacevole, ti dò lo spazio per i saluti ai vostri vecchi e nuovi fan…

Allora dico che siamo ancora stessi headbanger che eravamo vent’anni fa. Spero anche che “Back To The Front” piaccia alla gente. E spero di vederla ai nostri concerti a fare headbanging. Siamo davvero felici di essere ritornati e non vediamo l’ora di salire sui palchi a suonare. E grazie a te, Tarja, è stato un piacere davvero! Ci vediamo on the road!

Intervista a cura di Tarja Virmakari