AOR

Intervista Palace (Michael Palace)

Di Fabio Vellata - 16 Ottobre 2016 - 0:05
Intervista Palace (Michael Palace)

È sempre il grande nord europeo, immancabilmente, a consegnarci qualche bella scoperta in ambiti melodici. E come al solito, è sempre l’attentissima Frontiers Records ad accoglierne gli esiti, lanciando agli appassionati l’ennesima bella novità di un settore ormai dominato in lungo ed in largo.
Saremo nostalgici, ma il discorrere ed ascoltare le parole di un musicista innamorato “della migliore decade che sia mai esistita in ambiti musicali” ci consegna da sempre un sottile e vibrante piacere…

Intervista raccolta da Fabio Vellata

Palace logo

 

 

Iniziamo in maniera tradizionale, visto che stiamo parlando di una band all’esordio…raccontami di come sono nati i Palace…

Io e Rick Digorio (chitarra) abbiamo avuto una band insieme per qualche tempo. Suonavamo costantemente dalle parti di Stoccolma e siamo riusciti qualche volta ad arrivare sino a Londra.
Soufian Ma’oui (basso) e Marcus Johansson (batteria) erano presenze piuttosto conosciute della scena, attivi in un sacco di gruppi e formazioni dei dintorni. Li ho sempre ammirati e tenuti in considerazione.

Quando il gruppo mio e di Rick si è sciolto, ho poi deciso di focalizzarmi unicamente sulla scrittura e l’incisione di materiale mio. Ho conosciuto così il grande Daniel Flores, grazie al quale sono poi entrato in contatto con Frontiers Records.
A quel punto ho iniziato a mandar loro un po’ delle mie cose da sottoporre a qualcuno dei loro artisti…dopo circa un mesetto, Frontiers mi ha invece proposto direttamente un contratto: nei miei demo cantavo e suonavo tutto da solo… penso abbiano ricavato una buona impressione del mio modo di suonare e comporre!

Così, dopo aver inciso un ottimo album con Daniel Flores, non mi restava che assemblare una band che rendesse giustizia alla bontà del nostro lavoro. E per fortuna i miei tre “numeri uno” hanno risposto immediatamente alla chiamata.
Ed eccoci!

La copertina del disco ha davvero un che di ottantiano…

La cover è stata disegnata da un talentuoso artista chiamato Kai Brokschmidt.
È riuscito a catturare perfettamente le sensazioni che suscitano in me le canzoni e che spero arrivino agli ascoltatori.
Sono energetiche, ti sollevano il morale e non lesinano alcun tipo di sforzo sia in termini di arrangiamenti che di performance.

Oh e ovviamente, il disco ha proprio un suono che vuole avvicinarsi al 1983…!

album cover Palace 57598a07cabe4

 

 
Anche le tematiche sono retrò o c’è più attualità? Voglio dire, a parte He-man e Skeletor, chi sono per te i “Masters Of The Universe”?

Quando ho scritto i testi del disco ero a dir poco eccitato, stavo realizzando un sogno e le tematiche rispecchiano in buona parte questo stato d’animo.
Si percepisce una grossa differenza quando un singer mette davvero il proprio cuore nelle cose che canta, ed ecco perché scrivo solitamente solo di argomenti di cui m’importa davvero.

“Master Of The Universe” (la canzone) si è rivelata essere il brano perfetto per catturare lo spirito del disco ed include un piccolo frammento della storia degli anni 80 allo stesso tempo.
Ci sono tantissimi di questi riferimenti nell’arco di tutto il cd, ottimi da scoprire per i fan dei particolari un po’ retrò.
Anche se, dopo tutto, siamo sempre nel campo delle relazioni interpersonali, della gioia, della tristezza, dei rimpianti, amore e odio…insomma, topic tutto sommato comuni.
Nonostante ciò che può apparire, è un album molto radicato alla quotidianità di ogni giorno…temo che Skeletor dovrà aspettare il prossimo cd, ahaha!

Cosa reputi ti sia venuto meglio tra quanto prodotto in questo primo capitolo discografico?

Non saprei scegliere tra i vari aspetti, ne una canzone piuttosto che un’altra. Sebbene io vada matto da sempre per le power ballad e non possa certo negare che “Part Of Me” è sicuramente tra le più riuscite!

Chi ti ha più stimolato nella stesura di “Master of The Universe?”
Io ci ho sentito tante influenze, tutte però sempre a cavallo tra AOR e melodic metal…

Dieci nomi. Questi sono i miei ispiratori e sono quelli cui non posso non far riferimento…
Foreigner, TOTO, Journey, Whitesnake, Chicago, Winger, TNT, Europe, Michael Bolton e Max Martin.

Dammi una definizione esaustiva di questo mix, così come lo vedi tu…

È come un episodio di Miami Vice con un sacco di distorsioni…hahah…
Via, è classico AOR, suonato con amore e rispetto per le tradizioni, però, con l’aggiunta di quelle che sono le possibilità audio di oggi.
 
Riconosceresti il tuo lavoro come frutto di puro istinto o c’è pure del mestiere? Quello magari mutuato da un po’ di anni di militanza nell’ambiente?

È ovvio che tutto ciò che ho fatto sin qui nel music business ha contribuito e condotto a quello che puoi ascoltare. L’aver suonato dal vivo per tanto tempo mi ha aiutato nel songwriting, proprio perché sai meglio di chiunque altro cosa funziona sul palco o meno.
La nostra esperienza poi, è probabilmente ancora più evidente proprio quando siamo on stage, ma aiuta in ugual misura anche quando sei in studio.
Se poi sei fortunato ad avere un esperto come Daniel Flores a darti una mano, non può che filare tutto liscio…

Daniel ci ha davvero dato un supporto ottimale nel portare alla luce tutto il nostro bagaglio di tecnica e di capacità artistiche ed ha, senza dubbio, realizzato un eccellente lavoro in veste di produttore, mettendoci pure molto divertimento e grande spasso. Tanto è vero che non riesco proprio a pensare alla release del cd come ad un lavoro. Ma piuttosto come ad un bel periodo di svago.

Anche per questo sono davvero lieto del risultato: “Master Of The Universe”, grazie ad un mix di esperienza, capacità ed estro tecnico, cattura al massimo quello che siamo come musicisti e artisti, in un momento ideale e con i suoni più adatti.
So per certo che, magari, in capo ad un paio di mesi, mi verrà in mente qualcosa che avrei potuto fare meglio…ma è irrilevante…il migliorarsi di continuo è un obiettivo assoluto.

Ci sarà un seguito in futuro a questo primo cd?

L’idea è quella…
Sono impegnato con un mucchio di cose nell’ambiente musicale, ma i Palace sono al momento la principale. Rappresentano un mezzo ideale per realizzarmi personalmente.

Nei prossimi mesi suoneremo a qualche festival e cercheremo di farci conoscere il più possibile ed in ogni modo possibile.
Non mi attendo un successo planetario ovviamente, però sono davvero amante del classico AOR e della musica di cui questo disco è intriso, quasi ne fosse una sorta di tributo.
Credo perciò che gli ascoltatori che come me condividono questa passione ameranno “Master Of the Universe”, reputandolo un buon omaggio ad un tipo di suono tipico della migliore decade che sia mai esistita in ambiti musicali.

Consentendoci così di proseguire il nostro percorso…

Palace Band 2

 

Lasciami fare una domanda un po’ diversa  e fuori dal contesto, giusto per movimentare quest’ultima parte d’intervista.
In qualità di europei siamo sottoposti da tempo ad una grande quantità di dubbi ed assistiamo a situazioni costantemente al limite.
Qual’è la tua opinione al riguardo dell’unione Europea e di tutto ciò che sta intorno, in termini d’immigrazione, disagio economico e rapporti tra stati?

Tutto ciò che mi sento di dire in un periodo come questo è che, la cosa più importante di tutte, è non lasciare che la paura possa trasformarsi in odio.
Il peggior nemico dell’Unione Europea è proprio questo: la mancanza di un’educazione adeguata e le false informazioni, elementi che rischiano, seriamente, di alimentare l’odio ed il disprezzo, sia verso l’interno che verso l’esterno.

Perfetto Michael, intervista conclusa! È stato un piacere…

Mille grazie, anche per me! Spero che tu possa trovare almeno una canzone tra quelle dei Palace, che possa diventare una delle tue preferite…magari da cantare insieme quando saremo in qualche città vicina a combattere contro Skeletor!!!