Thrash

Recensione libro: AC Wild – Hereticvs, Storia dei Bulldozer e di altre “eresie”

Di Stefano Ricetti - 17 Dicembre 2014 - 10:00
Recensione libro: AC Wild – Hereticvs, Storia dei Bulldozer e di altre “eresie”

Hereticvs

Storia dei Bulldozer e di altre “eresie”

di AC Wild

Crac Edizioni

2014

Pagine 130

€ 14.00

 

Di “personaggi”, nella storia dell’HM italiano, a parere dello scrivente, ve ne saranno una decina, andandoci un po’ larghi… Fra questi, a livello di podio, vi è sicuramente AC Wild, al secolo Alberto Contini, milanese Docg, classe 1961. La differenza fra i musicisti e i personaggi risiede nella capacità, da parte di questi ultimi, di possedere, o di essersi costruiti, un qualcosa in più rispetto agli altrettanto onorabili, artisticamente parlando, colleghi. Che si tratti di fluido piuttosto che di carisma sta poi a chi se li trova di fronte, o a chi ne legge le Loro gesta, valutare. Di certo si tratta di persone che ci hanno sempre messo la faccia, spesso andando controcorrente e sfidando apertamente le logiche del sistema, talvolta leccandosi, in privato, le inevitabili ferite conseguenti a determinati atteggiamenti. Hereticvs, Storia dei Bulldozer e di altre “eresie”, edito da Crac Edizioni, racconta gli accadimenti di una vita da parte dello stesso AC Wild.  

Successivamente alla prefazione di una vecchia triglia dall’hard&heavy tricolore quale Vincenzo “Jamaica” Barone, che molti aficionados ricorderanno protagonista sulle pagine della rivista H/M, Alberto Contini all’interno delle 130 pagine di Hereticvs tratteggia l’intera propria esistenza, partendo dagli albori, ossia da quando si mette, solo, contro le insegnanti della Scuola Materna, in quella che il cantante/bassista definisce la sua prima manifestazione eretica. Successivamente le vicende scolastiche si intrecciano con la nascita dei Bulldozer, altro gruppo maledetto dell’heavy metal tricolore insieme con i sodali Death SS. Le numerosissime stroncature ricevute da parte dell’intellighenzia metallica su carta stampata d’oltreconfine non riescono ad arrestare la potente marcia  del cingolato meneghino, che nonostante tutto e tutti riesce a ritagliarsi il proprio posto al sole nel gotha del Thrash Metal mondiale, a suon di dischi in your fuckin’ face. I Bulldozer vengono infatti riconosciuti fra i leader della musica estrema in primis dagli altri colleghi dai nomi altisonanti: Slayer, Venom, Celtic Frost e, più avanti nel tempo, Mayhem e Immortal.  

Noti per essere sempre restati un po’ per i fatti Loro, da buoni eretici, i Bulldozer di Alberto e dell’altro fido compare Andy “Bull” Panigada non si fanno mancare niente, in carriera: musica estrema sì ma con tanta ironia di fondo, passando dalla glorificazione della pornostar Ilona Staller a testi molto profondi sulla decadenza del genere umano, sino a sfidare lo stesso mondo che li generò: quello apparentemente incorruttibile dello stesso heavy metal, mescolando le bordate assassine targate Bulldozer con i ritmi sacrileghi della musica Techno Dance. Atteggiamento sfidante, senza dubbio, ma non poi così strano da uno come AC Wild, che aveva frequentato il seminario dei Frati Cappuccini e per un pelo non diveniva sacerdote…

In quest’ottica va sottolineata la disarmante onestà intellettuale di Alberto che, nonostante abbia poi raggiunto traguardi di prestigio nella vita (Laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano, apprezzato editore musicale in Giappone con la Avex, fondatore di un’etichetta di Musica Classica) non esita a definirsi uno sfigato totale nei confronti del genere femminile in un certo periodo degli anni Ottanta, proprio quando dall’esterno veniva visto come il duro e puro fiero condottiero degli inossidabili e invincibili Bulldozer.

Molto interessante, all’interno del lavoro, lo sviluppo del concetto di iconizzazione in atto in ambito musicale, così come la metamorfosi che ha portato Alberto ad allontanarsi dagli ambienti Cattolici, un tempo totalizzanti. In generale AC Wild si mette a nudo in più occasioni, non lesinando nemmeno particolari legati alla propria sfera privata. Alcuni episodi piccanti, legati all’ambiente musicale, vengono riportati per quello che sono, privi di effetti speciali e paillettes. Dei Bulldozer vengono ricordate anche le premonizioni: illuminante, in questo senso, quella sciorinata da Alberto, alla fine del libro, sulla Cina e sui cinesi.                    

Hereticvs possiede la prerogativa di riportare pari pari il personaggio AC Wild nella stessa misura del comune cittadino italiano Alberto Contini esattamente così come ce lo si attendeva: senza enfasi, con uno stile asciutto che punta dritto all’essenza delle cose, trattando tutti allo stesso modo, lontano anni luce dalla materialità e dall’incultura imperante.

Un libro come pochi altri, per certi versi unico, che purtroppo dura solo 130 pagine.

Il libro di Alberto “AC the Wild Man” Contini: un uomo libero.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti 

 

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