Power

Intervista Stratovarius (Timo Kotipelto)

Di Luca Montini - 10 Settembre 2015 - 0:00
Intervista Stratovarius (Timo Kotipelto)

Ciao Timo e benvenuto su Truemetal.it, come va?

Tutto ok! Forse un po’ indaffarato, ero al telefono anche poco fa con l’agenzia di booking…

Ti devo confessare che è un piacere per me intervistarti dopo l’ultimo ottimo lavoro con i Cain’s Offering “Stormcrow”, a qualche giorno dalla release del nuovo album degli Stratovarius “Eternal”! La longevità della band è notevole, anche a seguito di varie vicissitudini… qual è la vostra formula magica?

Penso che nella storia degli Stratovarius ci siano stati numerosi ottimi musicisti, e penso che oggi ci siano i migliori musicisti che siano mai stati in questa band. Certo in molti penseranno che in passato c’è stata una “lineup leggendaria”, ma ad essere onesto penso che sia questa la lineup nella quale ci troviamo tutti maggiormente a nostro agio. Poi io da cantante posso solo parlare dei musicisti, per questo ho detto “ottimi musicisti”, e sono orgoglioso di aver registrato degli album con questi ragazzi: tutto è così rilassato che riusciamo in tranquillità a comporre e suonare dal vivo senza attriti di sorta. Non abbiamo problemi e ci divertiamo praticamente in tutti i concerti che facciamo. Registrare quest’album è stato estremamente piacevole… è tutto molto bello insomma.

Singolare il gap di età tra i vari componenti, Rolf Pilve ha solo ventisette anni, Matias Kupiainen trentadue,  Laurri Porra va per i quaranta, tu quarantasei e Jens addirittura cinquantuno. In cosa queste differenze generazionali contribuiscono nel sound degli Stratovarius?

Si, come giustamente dici tu ci sono tanti anni di differenza, ma non contano molto perché la musica che proponiamo riesce ad amalgamarsi bene. Certo, quando Rolf [alla batteria dal 2012 n.d.M.] è entrato nella band ha portato tante energie fresche; ha forzato un po’ tutti noi a cercare di suonare con maggior impegno, soprattutto dal vivo, e tutto funziona in maniera fluida. Quando Jörg Michael ha lasciato la band lo ha fatto perché non aveva più tempo per suonare e lavorava… insomma lavora ancora alla nostra agenzia di booking, e ha compreso di non avere più tempo per provare, il che è comprensibile. All’epoca lo faceva, ma oggi abbiamo un batterista che finalmente può dedicarsi con tutte le sue attenzioni alla band. Ad ogni modo anche questi ragazzi più giovani penso che si siano subito adattati alla grande nel comprendere il sound degli Stratovarius, nel genere di musica che facciamo, portandoci al contempo un po’ del loro stile musicale. Sanno che ci sono alcune linee guida sul genere di musica che registriamo, perché abbiamo sempre delle aspettative, come immaginerai, su cosa suoniamo e cosa dovremmo suonare, ma alla fine gli diamo anche abbastanza libertà di interpretare i nostri pezzi nel modo in cui li intendono. Il tutto nella cornice degli Stratovarius versione 2015, ossia in un bel mix tra Stratovarius classici e moderni.

Passiamo al nuovo disco “Eternal”, cosa provi ora nel riascoltarlo? Sei pienamente soddisfatto del lavoro e della produzione?

Quando abbiamo iniziato a registrarlo… beh, pensa che abbiamo iniziato le registrazioni ormai più di un anno fa, ed avevamo già la cover, realizzata circa un anno e mezzo fa.

eternal cover

 

Addirittura un anno e mezzo fa?

Circa, si, direi! (ride) Si, lo so che è strano, pensa che la scorsa primavera avevamo già più della metà dei pezzi composti, ma la cover era pronta da molto prima. In effetti è insolito, nella maggior parte dei casi la cover è l’ultima cosa alla quale si pensa. Ma avevamo già l’idea, conoscevamo l’artista perché aveva già lavorato con noi negli ultimi tre album, e sapevamo che avrebbe saputo realizzare il tipo di cover che volevamo per gli Stratovarius. La cover è di Gyula Havancsák, questo è il nome dell’artista, e rappresenta quello che volevamo. Questo ambiente maestoso, e quando ce l’ha mostrato abbiamo detto: “wow, ora dobbiamo solo comporre le canzoni!” (ride) Però almeno avevamo uno stress in meno e non dovevamo più pensare a questo. Un anno fa avevamo circa un terzo di brani già composti, ma ci siamo detti che se non avessimo voluto fare un album di m***a avremmo dovuto fare le cose con assoluta calma, ed in queste cose non ha senso sforzarsi. Non è roba che ti concentri: “ok ora devo comporre una hit!” – non funziona mai. Ci vuole tempo, ci siamo fatti qualche concerto intanto in Finlandia con la setlist di “Visions”, perché durante i lavori ci siam detti: “oh ca**o suoniamo anche un po’”, e alla fine anche i nostri concerti hanno avuto in qualche modo un’influenza su alcune canzoni del disco. Un’influenza da Stratovarius power metal fine anni ’90, per un disco decisamente più classico rispetto a “Nemesis”, che potremmo considerare più innovativo. Ma non è facile dirlo, così è come la vediamo noi… e… ho dimenticato qual era la domanda, scusami? (ride)

… le tue sensazioni relative a “Eternal”?

Ah già, gia! All’inizio dell’anno, prima di iniziare a cantare i pezzi composti, ti devo ammettere che ero un po’ preoccupato se sarebbe stato o meno un buon album. Poi è successo qualcosa mentre registravo le parti vocali. Anzi ad essere più precisi Jani Liimatainen registrava le mie parti vocali. Poi mentre registravamo assieme ci siam detti: “Oh, sai che potrebbe essere un ottimo album?”, perché ci sono ottime linee vocali e sembrava che finalmente i pezzi fossero andati al loro posto. All’inizio dell’anno non ero poi così convinto, ho iniziato ad essere entusiasta verso maggio, quando abbiamo iniziato il missaggio, ma alla fine lascio decidere a voi con le vostre recensioni. Sono i fan a decidere! Io forse sono troppo vicino alla musica per parlarne.

Un’ultima cosa sull’artwork, a mio avviso un po’ strano: abbiamo una sorta di pantheon senza nulla all’interno, con raffigurata tutta l’evoluzione e la storia dell’umanità… me lo spieghi?

Beh volevamo avere questo genere di cover epica, insomma abbiamo sempre cover epiche con gli Stratovarius.

In effetti…

Si, ma in questo caso ne volevamo una ancora più epica! (ride) Abbiamo chiesto all’artista quindi di rappresentarci questa sorta di evoluzione, anche se non avevamo canzoni che parlassero strettamente di evoluzione [qualsiasi riferimento a connazionali finlandesi usciti quest’anno su temi evoluzionisti è puramente casuale n.d.M.], ed era legato a questo concetto di eternità, così come il pantheon è quasi eterno e si rapporta alla storia, seppur più breve, della nostra band. In verità avevamo un altro titolo prima di maggio, poi abbiamo deciso per “Eternal”, cadendo un po’ nella “maledizione del sette”. Questo è il nostro settimo disco con sette lettere [Episode, Visions, Destiny, Polaris, Elysium, Nemesis… Eternal. Torna. n.d.M ]. Magari il prossimo lo chiameremo con otto lettere. O forse sette. Chi può dirlo?

Perché avete scelto “Shine in the Dark” come primo singolo?

Penso che sia un pezzo più da Stratovarius moderni, ma penso che abbia un bel tiro, sembrerà un po’ stupido perché l’ho composto con Jani, ma a mio avviso ha un’ottima linea melodica che suona molto Stratovarius. Ma c’è un altro pezzo che useremo come singolo e che ha un video che abbiamo già girato nell’ultimo mese, che suona come un brano forse un po’ più power tradizionale. L’album “Eternal” fa convivere in sé entrambe le anime, la più tradizionale e la più moderna, quindi ho pensato fosse giusto iniziare così, prima un pezzo moderno poi uno classico. Non è facile scegliere un singolo, in un certo senso è però bello perché in questo disco ci sono tre o quattro potenziali singoli: escluso l’ultimo brano, avevamo una buona scelta.

Ho visto una foto sulla vostra pagina Facebook con Jens e Mathias “alla fine del mondo” (cit.). Stavate girando?

Si! Esatto, è proprio dove stavamo filmando.

E… di quale pezzo si tratta?

Ehr… non so se te lo posso dire ancora, o al massimo te lo dico ma tu non lo pubblichi. (ride)

Diciamo allora che non è “Shine in the Dark” né “Lost Saga”. 

Sisi, è sicuramente un altro pezzo! (ride) Comunque lo rilasceremo una settimana prima del disco, o almeno questi sono più o meno i piani del momento! Possiamo dire che sarà un pezzo power più tradizionale. Ad ogni modo prima di quello uscirà un vero e proprio video per “Shine in the Dark”, quindi avremo due video in un breve periodo.

Nei tuoi pezzi alterni scorribande tipicamente power con dei momenti più rilassati ed intimisti, talvolta sei nostalgico e parli di sentimenti, altre volte di etica. Cosa vuoi comunicare coi tuoi testi e con la tua musica?

È un po’ come dici, quando scrivo i testi parlo delle mie esperienze personali. Ci sono molte preoccupazioni. Sono molto preoccupato di cosa succederà alla natura, a come la stiamo danneggiando e ci penso molto spesso. In questo disco però c’è un pezzo completamente diverso da quanto fatto in passato con gli Stratovarius: “Lost Saga”. Per quel pezzo Mathias durante la composizione mi disse che stava scrivendo un pezzo epico, ma mi disse anche di non aver tempo per le liriche, e che avrebbe dovuto parlare di vichinghi. Io subito l’ho ammonito dicendogli: “hey ragazzo guarda che qui non trattiamo di sangue, spade e battaglie!”, quando poi ho sentito la bellissima canzone ho capito di non avere altra opzione, doveva parlare proprio di quei temi! Quindi abbiamo fatto questo testo Stratovarius-Iron Maiden: Stratomaiden. Si avevamo bisogno di questo genere di testo, a differenza del resto dove al solito parlo di relazioni, non stile ballata d’amore ma di problemi e roba del genere, come ben sai.

Ti senti un tipo nostalgico nella vita privata? A giudicare dai tuoi testi…

Beh un po’ indubbiamente, si. Ci sono alcune canzoni del resto che trattano dell’infanzia. Ad esempio “Shine in the Dark” parla di un amico che abbiamo perduto da bambini. Ma lui è da qualche parte ancora. Non chiaramente tra i vivi, ma dev’essere da qualche parte, in qualche posto. In molti mi chiedono se è una love-story, ma non lo è.  “My Eternal Dream” parla di un ragazzo che da giovane ha avuto una visione di ciò che avrebbe dovuto fare, ma non è facile realizzare i tuoi sogni quando vivi in una società in cui tutti si comportano come se avessero specifiche aspettative da te. Insomma sembra un incubo e questo ti costringe a fare un salto indietro nell’infanzia. Ma poi per fortuna ci sono le liriche di Jens quindi se da un lato c’è la tristezza dall’altro c’è la follia, quindi abbiamo anche un po’ di fantasy in quest’album esclusi questi pezzi.

Nei vostri ultimi album avete spinto maggiormente sui synth e sugli effetti di musica elettronica alle tastiere, come in “In My Line of Work” ma soprattutto in “Halcyon Days” dallo scorso album “Nemesis”. Credi che la musica elettronica sia un marchio di fabbrica di Jens Johansson o sei pure tu un supporter di quel genere?

In realtà non sono un grande fan di questo genere di musica elettronica ma alla fine decide Jens. Più precisamente la parola finale ce l’ha Mathias che produce il disco, quindi alla fine dipende da loro due. Comunque qui abbiamo meno elementi, anche meno cori e roba orchestrale rispetto a “Nemesis”. Come dici in “Halcyon Days” c’è un sacco di robaccia techno che in effetti non è proprio la mia musica preferita, lì abbiamo provato a proporre qualcosa di nuovo, in quest’album siamo tornati a fare power metal.

Si però l’ultimo Cain’s Offering è pieno di roba elettronica!

Aah, si, è che piace tanto anche a Jani!

Quindi è un po’ un due contro uno!

Diciamo di sì! (ride)

Se qualcuno mi chiedesse di descrivere il sound degli Stratovarius, risponderei di certo con la doppia cassa, il tremolo picking, gli elementi barocchi ma soprattutto le linee vocali pulite e su tonalità molto elevate. So che in passato hai avuto dei problemi, come alleni e preservi la tua voce?

Da giovane ho studiato un po’ di canto, ma anche successivamente ho contattato un insegnante per imparare nuove cose e nuove tecniche, ed ora trovo molto più facile cantare rispetto a quand’ero più giovane. Ho vissuto un paio di anni difficili intorno al 2010, quando eravamo in tour con gli Helloween. Ricordo una volta di aver mangiato qualcosa di sbagliato e di aver avuto un’infezione batterica alla gola che ha rovinato la mia voce per oltre due anni. Non è stato facile. Dal 2012 ho ricominciato a trovarmi più a mio agio ed ora va meglio. Ho anche imparato meglio la tecnica, certo, ma cerco di aiutarmi facendo riscaldamento prima di ogni concerto. Poi ci sono altre cose alle quali bisogna fare attenzione: provo a dormire almeno otto ore  al giorno se possibile. A volte non lo è ed è poi più difficile cantare. Poi sì, mi piace molto l’alcol ma cerco di tenermi a freno in tour. Bisogna divertirsi in tour, insomma, ma se ci si diverte troppo poi non ci si diverte affatto. (ride)

Al Wacken quest’anno avete dato spettacolo, buona sia la performance che la setlist!

Oh… (Ci pensa un attimo) Grazie! (in italiano) Cool!

hi strato

 

Stai ancora facendo show acustici con Jani?

Si, ne stiamo facendo alcuni ma ora non abbiamo molte pause mentre sono in tour con gli Stratovarius. Penso però che verso la fine dell’anno, a novembre/dicembre pensavamo di fare qualche data, ma dipende molto dalla situazione con gli Stratovarius.  È molto divertente, siamo grandi amici e mi piace perché riesco a cantare molto anche senza fare molte prove… si, con Jani ci divertiamo molto, oltre ad essere un grande chitarrista ha anche un grande talento come backing vocalist, non lo sanno in tanti ma i suoi backing vocals sono super! Siamo stati tanto tempo assieme a comporre nell’ultimo anno, ed ha registrato le parti vocali sia dei Cain’s Offering che degli Stratovarius.

Quindi è presente anche in Eternal! 

Certamente, ha registrato alcune parti vocali, abbiamo composto assieme tre pezzi. Alla fine poi abbiamo scritto i testi per tutto il resto del disco a parte i pezzi di Jens. Potremmo dire che è il sesto membro della band, non è nella band ma è come se fosse un membro esterno.

È un peccato non vivere in Finlandia, qui se ti vai a prendere una birra con gli amici c’è solo musica registrata, DJ e roba del genere… da voi capita di beccarsi uno show acustico di Kotipelto/Liimatainen… 

Vivi a Milano o Roma?

No, no, sto in centro, sotto Bologna, vicino Rimini…

Perché ne abbiamo parlato con Jani, e pensavamo, quando gli Stratovarius avranno terminato il tour e saranno in pausa, di fare qualche show acustico fuori dalla Finlandia. Pensavamo di fare alcune date in Sud America, potrebbe essere bello suonare anche in Italia, si vedrà…

Venendo più sul realizzabile, in un certo senso, ci sono possibilità per uno show dei Cain’s Offering?

Anche in questo caso per quest’anno niente, forse il prossimo. Non credo che avremo un vero e proprio tour ma ci stavamo pensando… ci sono diverse richieste dalle agenzie. Il punto è che per me gli Stratovarius sono prioritari ed i Cain’s Offering sono solo divertimento. Gli Stratovarius per ovvie ragioni hanno la priorità su tutto… forse faremo degli show ma non saprei dirti, forse in Asia o non so dove, vedremo anche qui.

Ultimo progetto: che ci racconti della tua carriera solista? “Serenity” è uscito sette anni fa…

Beh devi pensare che quando ho iniziato questo progetto non potevo comporre nulla per gli Stratovarius perché c’era questo tizio sbagliato [Timo Tolkki n.d.M.] che voleva comporre tutto da solo, e non accettava niente da nessun altro. Questa era la ragione che mi ha spinto a creare, ho fatto questi tre album, e dal 2009 ho finalmente potuto comporre per gli Stratovarius, da quel punto il tutto aveva meno senso. Ma di nuovo, in realtà ho alcuni pezzi. In effetti c’è qualcosa, dei pezzi composti da me e Jani che non sono power metal per gli Stratovarius, forse più heavy rock o hard rock. Se la label sarà interessata e magari con qualche pezzo in più si potranno fare valutazioni.

Domanda personale: cosa ascolti nel tempo libero?

Ora dovrei ascoltare un album che si chiama “Eternal” degli Stratovarius, perché tra due settimane staremo in tour! Da qui devo iniziare anche a provare! Poi sto ascoltando un po’ di album usciti da poco di alcuni amici, come l’ultimo dei Nightwish, Sonata Arctica, Children of Bodom… dei quali chiaramente sono molto interessato. Poi potrò sembrare noioso ma ascolto roba classica tipo Iron Maiden o AC/DC  o Metallica. Del resto ci sono così begli album fatti negli anni ’80 e ’90 quindi…

Ma di nuove uscite principalmente finlandesi…

Si, considera che è facile sentirle pure in radio, qui in Finlandia, abbiamo praticamente un paio di emittenti che passano roba hard rock e metal, è una figata.

Come in Italia, insomma… Che ne pensi dell’industria musicale? Che rapporti hai con lo streaming legale tipo Spotify, il digital download tipo iTunes e così via?

Si, molto è cambiato rispetto a quindici anni fa: una band poteva guadagnare qualcosa anche solo facendo un disco, ora siamo costretti a fare un album per fare un tour, e se sei fortunato guadagni qualcosa con il tour, e niente con l’album. Questo se non sei una grande band, chiaramente. Ma per le band di medio livello è cambiato molto. Può sembrare buffo ma pure io pago questi dieci euro al mese per Spotify, non ascolto poi tanta musica alla fine… penso che un paio d’anni fa abbiamo avuto un pagamento da Spotify, ricordo che come band abbiamo guadagnato qualcosa come quattordici dollari, dopo non aver visto nulla per due anni. Insomma è bizzarro che io paghi loro molto più di quello che loro pagano me! (ride) Penso che in qualche modo cambierà la distribuzione, ma non so quando e non sono la persona giusta per fare previsioni. L’unica cosa che possiamo fare noi è convivere con la situazione. Per come la vedo io possiamo ritenerci fortunati perché abbiamo ancora molti fan del metal, gente che acquista comunque l’album digitale o il CD. I fan del metal non sono stupidi e capiscono che se non spendono per prodotti reali non ci saranno poi soldi per fare della nuova musica. Quindi anche se sembrerebbe che questo scenario favorisca la musica pop e commerciale, i fan del metal comunque ci supportano molto, vengono ai concerti e comprano del merchandise, ed è con quello che noi, in quanto band metal, sopravviviamo. Quindi non so cosa o come cambierà, ma penso che nei prossimi cinque anni non ci saranno enormi cambiamenti.

Ci puoi dire qualcosa del prossimo tour? Vedo che avete già schedulato…

Si, non vedo l’ora anche perché sarà la prima volta da tempo che suoniamo come headliner, l’ultima volta è stato nel 2009, è stato molto tempo fa. Siamo stati in tour con gli Helloween e con gli Amaranthe. Finalmente faremo una setlist più lunga, non so ancora quali pezzi sceglieremo, chiaramente suoneremo molti pezzi dall’ultimo album, ma sicuramente ci sarà posto per i classici. Abbiamo uno show in Italia mercoledì 21 ottobre, a Milano al Live Club. Mi sembra che stiano andando bene anche i biglietti, quindi affrettatevi! (ride)

Ultima domanda: un messaggio ai lettori di Truemetal.it!

Devo dire che l’Italia ed i fan italiani sono da sempre per noi tra i più importanti, sin dall’inizi. Abbiamo registrato parti di più live da voi in passato, da che ricordo io abbiamo sempre fatto degli show memorabili. Spero che apprezziate il nuovo album. Ascoltatelo, penso che sia un ottimo album, e veniteci a sentire dal vivo, perché stavolta da headliner suoneremo più del solito! Sarà fantastico!

Intervista a cura di Luca “Montsteen” Montini