Recensione: Stormcrow

Di Luca Montini - 23 Maggio 2015 - 13:08
Stormcrow
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2015
Nazione:
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80

Tornano a sei anni di distanza dal debut “Gather the Faithful” (2009) i finlandesi Cain’s Offering, progetto di Jani Liimatainen (storico fondatore ed ex-Sonata Arctica) e Timo Kotipelto (Stratovarius). Il duo era già uscito qualche anno fa con l’acustico “Blackoustic” (2012), album di cover commemorativo dei piccoli concerti svoltisi ‘nei peggiori bar finlandesi’. Dalla lineup originale resta soltanto Jani “Hurtsi” Hurula alla batteria, mentre si segnala l’ingresso dell’esordiente Jonas Kuhlberg al basso e (rullo di tamburi) del signor Jens Johansson (Statovarius, ex-Malmsteen) alla tastiera!

Da questo StratoArctico trio delle meraviglie è lecito aspettarsi di tutto: già dal primo ascolto l’album si impone con riuscitissime linee melodiche, gustosi duelli tra chitarra e tastiera alla vecchia maniera ed un piacevole mix di antico e moderno, con le sonorità elettroniche dei nuovi Stratovarius e con l’ispirazione dei vecchi Sonata Arctica, dei quali Jani era (assieme a Tony Kakko) il principale compositore dei brani.
La voce di Timo, come ormai più che noto alle cronache, non più è quella di una volta; nella consapevolezza di ciò i pezzi si mantengono su tonalità cantabili senza voler elevarsi alle altezze iperboliche di una “Paradise”  (che al giorno d’oggi rischia ogni volta di far esplodere le corde vocali del finlandese), e talvolta la voce fa ampiamente uso di filtri come già udibile dalle prime note della titletrack ed opener “Stormcrow”. Produzione discreta ma non eccellente, batteria un po’ troppo in secondo piano mentre buone le linee di basso. Da (neppure troppo) buona tradizione finlandese, meglio non esprimersi sui testi, abbastanza banali e stereotipati.
Ma la musica? La musica, che poi è quello che conta, c’è e non fallisce un colpo. La tiratissima titletrack, lunga e articolata ma con la melodia principale nitida è chiara ne è un brillante esempio, così come la successiva “The Best of Times”: impossibile non cantarne il ritornello già dal primo ascolto. Tastiere e musica elettronica stile ultimi-Strato per il ritornello di “A Night to Forget”, che assieme a “My Heart Beats for No One” vince il premio tasteriosità dell’album; mentre spetta alla chitarra Liimatainen sorreggere la struttura dell’onirica “I Will Build You a Rome”.
C’è anche la ballad, a metà strada, “Too Tired to Run”; solita tristezza trascendentale che ti investe nel magico arpeggio di chitarra con pianoforte in apertura e crescendo orchestrale.
Di nuovo tiratissima “Constellation of Tears”, che rimanda ai fasti dei Sonata Arctica (ma con base elettronica moderna) con la sua doppia cassa ed il plettrato a velocità supersonica; esaltante l’assolo incrociato di chitarra e tastiera… del resto viene naturale quando si spinge a quel modo sull’acceleratore.
Non male anche i sei minuti strumentali edepicheggianti di “I Am Legion”, anche se forse un po’ troppo simile al tema principale de “I Pirati dei Caraibi” – così come il riff di Antemortem” ricorda molto da vicino il classico riffone dei Nightwish
Chiude il platter il dittico composto dall’armoniosa e velocissima “Rising Sun”, seguita dal rilassante mid-tempo “On The Shore”.

Stormcrow” va ad inserirsi nel firmamento di un 2015 davvero scoppiettate per il power metal: così come “As Daylight Breaks” dei neonati Serious Black di Thomen Stauch e Mario Lochert ha mostrato l’anima di un power roccioso e melodico senza troppe sovraincisioni ed orchestrazioni, “Stormcrow” ci riporta a quanto di meglio visto nel passato dei Sonata Arctica e nel presente degli ultimi Stratovarius, pur senza raggiungerne le massime vette compositive. In entrambi i casi ci troviamo di fronte a dischi che rievocano i fasti del genere a cavallo tra vecchio e nuovo millennio, che non aggiungono nulla alla storia ed agli stilemi del power metal, ma che riescono sapientemente ad attingere l’essenziale del nostro genere preferito senza troppi orpelli e forzature preservando così incontrastata la purezza della melodia. 
A livello qualitativo “Stormcrow” eguaglia il debut pur senza superarlo; mi sento dunque di dare questo voto generoso al lavoro, onesto e genuino, di Liimatainen, Kotipelto e Johnasson. Del resto un disco come questo, senza neppure l’ombra di un filler e con undici canzoni dalle melodie vincenti e ben caratterizzate non era affatto facile scriverlo – ed è quanto di meglio potessimo aspettaci dal tempestoso volo del corvo dei Cain’s Offering
 

Rising from the ashes
A Dark messenger of sorrow

I’m the Stormcrow…

Luca “Montsteen” Montini

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Genere: Power 
Anno: 2015
80