Death

Intervista Children of Bodom (Henkka Seppälä)

Di Davide Sciaky - 13 Marzo 2017 - 9:00
Intervista Children of Bodom (Henkka Seppälä)

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In occasione della data di Manchester del “20 Years Down & Dirty” tour che celebra i 20 anni di attività dei Children of Bodom abbiamo incontrato il bassista della band Henkka Seppälä.

Ciao e benvenuto su TrueMetal Henkka.

Grazie!

Siamo qui per il vostro ventesimo anniversario, come ci si sente? Vi sareste aspettati di essere ancora qui a vent’anni dal debutto ed essendo arrivati dove siete oggi?

Ovviamente no, non mi aspettavo molto all’epoca.
Tutto è andato in maniera molto naturale, molto gradualmente, quindi sembra naturale essere qui adesso, ma quando ci pensi…vent’anni…ci si sente bene!

In questi vent’anni avete pubblicato 9 album, un paio di live, cambiato qualche membro e suonato un’infinità di concerti, quali sceglieresti come momenti più alti della tua carriera?

Momenti più alti…[ride] beh, sicuramente quando abbiamo firmato con un’etichetta per il nostro primo album vent’anni fa, poi ci sono tanti momenti fantastici quando hai la possibilità di suonare concerti insieme ai tuoi idoli come quando siamo andati in tour con gli Slayer 10 anni fa, suonare con i Megadeth, certamente questi sono bei momenti e ce ne sono molto altri.
Ma ce ne sono così tanti, tanti bei show, tanti bei festival quindi è impossibile scegliere.

Ti ricordi un momento preciso in cui hai pensato “Ce l’ho fatta, sono un musicista, posso vivere della mia musica”?

No, in qualche momento realizzi…che non devi andare a cercarti un lavoro [ride].
No, no, è stato tutto molto graduale, molto naturale come dicevo.

Avendo iniziato alla fine degli anni ’90 avete avuto modo di vivere tutta la transizione nella industria musicale da supporti fisici a formati digitali: cosa pensi dello streaming, la pirateria musicale e della musica digitale in generale?

Penso che sia semplicemente il modo in cu oggi vanno le cose, la gente usa internet, la gente vuole avere musica da internet, vogliono lo streaming, voglio dire, quantomeno la maggior parte delle persone quindi penso che sia qualcosa che non puoi evitare e che devi affrontare.
Penso solo che dovremmo proteggere e supportare quelli che sono i metodi legali di usare queste tecnologie, ovviamente per fare in modo che i musicisti vengano pagati.
Penso che siamo ancora nella fase di transizione dove le etichette non sanno ancora come reagire a piattaforme come Spotify, YouTube…ci sono molte cose che vanno ancora fatte in modo che gli artisti possano venir protetti com’erano quando c’erano solo CD e vinili.
Ma, sì, vedo un futuro molto luminoso e mi pare che le vendite dei vinili siano più alte che mai al momento mentre i CD stanno calando, quindi è piuttosto figo avere il vinile ed il digitale.
Vedremo come andrà in futuro, ma sono sicuro che con il vinile andrà bene.

Quindi non sei pessimista riguardo alla pirateria?

No…ovviamente la pirateria non è una bella cosa, ma non appena le etichette si adatteranno davvero ai cambiamenti che stanno avvenendo anche la pirateria calerà.

In termini di stile della musica “Something Wild” è certamente piuttosto diverso rispetto a “I Worship Chaos”, le vostre influenze sono cambiate nel tempo? Che gruppi ascoltate oggi, sono diversi da quelli che ascoltavate quanto avete iniziato?

Magari sì…ma io sono sempre stato il tipo di persona a cui piace ascoltare roba contemporanea, non sono mai stato il tipo che ascolta roba vecchia, canzoni dei Black Sabbath e degli Iron Maiden, quindi direi che all’epoca ascoltavo Black Metal di quel periodo principalmente, un po’ di Death Metal, e oggi ascolto ancora Metal contemporaneo, Black Metal contemporaneo, quindi in un certo senso non è cambiato, ovviamente le band sono cambiate e in vent’anni molte delle band che ascoltavo non esistono neanche più.
Ma direi che in un certo senso è sempre la stessa musica, lo stesso genere.

Mi puoi fare il nome di qualche band che ascolti oggi?

Non so, ci sono alcune giovani band come i Gojira, i Swallow the Sun, i Soilwork, i Katatonia non così giovani ma ancora in circolazione.

Eravate noti per il vostro stile di vita piuttosto estremo all’inizio della vostra carriera, col tempo avete rallentato il passo, c’è stato qualche avvenimento particolare che vi ha portati a rallentare?

È solo che realizzi che per essere in grado di fare tanti show quanti facciamo con i Bodom devi…penso che sia che quando invecchi cominci a realizzare meglio come funzionano il tuo corpo e la tua mente e, sai, vieni a patti con ciò, realizzi che se fai troppo certe cose poi non sei in grado di esibirti come vorresti e magari ad un certo punto trovi anche un equilibrio [ride].

C’è qualcosa che faresti diversamente nella tua vita o nella tua carriera?

Penso che tutto quello che è successo con la band è stato molto fortunato e…tante belle cose, quindi non cambierei niente di quello che abbiamo fatto con la band e…penso di aver fatto anche delle scelte di vita piuttosto giuste [ride], sono contento di essere dove mi trovo ora.

Considerando da quanto siete in giro, il fatto che avete strumenti signature, la vostra posizione alta nei festival, le vendite dei vostri album c’è chi potrebbe farsi un’idea della vostra vita che non necessariamente corrisponde al vero; quali sono, secondo te, le idee più sbagliate che la gente si fa su di voi? Tipo andate in giro in Ferrari…?

Sì, sì [ride] probabilmente proprio questo, le cose materiali…dopo tutto siamo solo musicisti in un gruppo Death Metal, non puoi diventare milionario così [ride].
Penso che, specialmente in Europa, il nome della band è piuttosto noto, la gente ci conosce, ma siamo comunque solo un gruppo di musicisti, non in difficoltà economica, ma…non facciamo un mucchio di soldi [ride], questa è l’idea più sbagliata che la gente può avere di noi, che siamo ricchi, e non è proprio così.

Siete sempre stati molto regolari a pubblicare album con un intervallo di circa due anni, dovremmo aspettarcene uno nuovo quest’anno?

Penso più sui due anni e mezzi ma, sì, dopo questo tour cominceremo a scrivere e se tutto va bene avremo un nuovo album pronto per la fine dell’anno.

Non scrivete musica mentre siete in tour?

Non direi, no.

Per rimanere in tema di album, avete pubblicato “Tokyo Warhearts” dopo solo 2 anni dal vostro debutto, “Chaos Ridden Years” è uscito nel 2006, avete pensato di registrare un nuovo live?

Non necessariamente un album live, magari un altro DVD sarebbe bello ad un certo punto, dobbiamo solo accordarci con l’etichetta su come renderlo fattibile da un punto di vista economico perché è difficile pubblicare DVD oggi, ma spero che in un futuro non troppo lontano possa succedere.

Non ne avete ancora parlato con l’etichetta?

Non ancora, ma ne parleremo magari per il tour del prossimo album, quello potrebbe essere un buon momento per farlo.

Avete detto che suonerete solo canzoni dai primi quattro album, principalmente dai primi due, in questo tour, avete una setlist fissa o avete più canzoni pronte con l’idea di cambiare setlist di data in data?

Per ora è stata una scaletta fissa, ma potremmo cambiare qualcosa.

Molte band al giorno d’oggi suonano album per intero, voi avreste potuto farlo per “Something Wild” in questo tour, come mai avete scelto invece una scaletta “old school” mista?

Mi pare che qualcuno degli altri non volesse [ride] quindi siamo finiti con questo compromesso che penso funzioni bene.

Dopo che Roope Latvala ha lasciato la band avete suonato un po’ con Antti Wirman ma poi avete scelto Daniel Freyberg come nuovo chitarrista; cosa non ha funzionato con Antti e come avete trovato Daniel?

Beh, Antti era un membro temporaneo sin dall’inizio…

Quindi non c’era l’idea di magari poi confermarlo come membro ufficiale?

No, no no era molto chiaro fin dall’inizio, è il fratello di Janne [Wirman, il tastierista della band N.D.R] e…non volevamo, abbiamo semplicemente deciso che ci avrebbe aiutato con gli show che avevamo già in programma e dopo gli show avremmo cercato qualcun altro come membro permanente.
Lui è stato grande, ha fatto il suo lavoro perfettamente e siamo molto riconoscenti con lui per averlo fatto ma, sì, l’accordo era dall’inizio che lui non sarebbe rimasto permanentemente nella band, non ne abbiamo più parlato dopo, era una questione di “è così e basta”.
Conoscevamo Daniel dalla scena Metal di Helsinki, sappiamo che è un buon chitarrista e un bravo ragazzo, quindi glie l’abbiamo chiesto e ha detto di sì [ride].

Siamo arrivati alla fine dell’intervista, la mia ultima domanda è, dove vi vedi per il trentesimo anniversario dei Children of Bodom?

Spero ancora qui [ride].

Non in un locale più grande?

Non necessariamente, fintanto che ci sono abbastanza persone e ci stiamo divertendo, quello è il mio sogno.

Grazie per il tuo tempo Hennka!

Grazie a te!

 

Davide Sciaky