Intervista a Cristiano Filippini

Truemetal.it ha incontrato Cristiano Filippini, con il quale si è parlato dei suoi Flames Of Heaven; ecco cosa ci ha raccontato.
by Fabio Vellata & Ninni Cangiano
TM: Ciao Cristiano e grazie di essere qui con noi di truemetal.it! Nella scorsa intervista, ci hai raccontato come nasce il tuo progetto Flames Of Heaven, adesso ti chiediamo di farci il seguito, cioè di svelarci cosa è successo negli ultimi 5 anni, dopo l’uscita del debut album?
CF: Innanzitutto un saluto a tutti i lettori di Truemetal! La campagna promozionale per “The Force Within” è durata tanto, nel frattempo ci sono state tutte le varie vicissitudini relative al covid19, quindi sostanzialmente mi sono subito rimesso al lavoro per comporre il nuovo disco. Abbiamo vissuto momenti un po’ complicati, ma alla fine ce l’abbiamo fatta!
TM: Eravamo rimasti che cercavi un tastierista perché fondamentalmente tu sei un chitarrista, eppure la formazione è rimasta invariata. Lo cerchi ancora o ti sei rassegnato a suonarle tu? Tra l’altro abbiamo notato che questo strumento ha sempre una notevole importanza nel tuo sound…
CF: Le tastiere hanno ruolo fondamentale nel nostro sound, infatti mi piacerebbe anche ampliare questo aspetto inserendo magari più “duetti” chitarra-tastiera, quindi quello è un discorso ancora aperto, ma solo in funzione del disco, almeno per il momento. Anche il pianoforte è un discorso molto complicato, trovare un buono studio con uno strumento che suoni bene, il discorso dell’accordatura, ripresa ecc. Per quest’ultimo ed altre piccole cose mi ha aiutato Luca Zanon, mentre come ospite “tastieristico” è presente Emanuele Casali dei DGM, che interpreta “Constellations” in versione CD Bonus Track.
TM: Hai frequentato il conservatorio ed hai due master in musica da film; quanto questi tuoi studi influenzano il tuo essere compositore e musicista di musica power metal?
CF: Il Conservatorio mi ha fatto conoscere il mio primo maestro Lamberto Lugli, che mi ha introdotto nel mondo della produzione musicale. Dopo l’esecuzione a Teatro della mia prima opera, l’ambiente tra alcuni insegnanti e me si era logorato, perché non potevano accettare che l’ultimo arrivato cercasse concretamente di fare musica. Ma avevo già deciso comunque di interrompere, avendo troppa voglia di percorrere la mia strada. I Master, soprattutto quello con il premio Oscar Luis Bacalov, mi hanno aiutato molto in termini di arrangiamento e orchestrazione. Ma la scuola più grande come sempre è stato il campo, gestire le tue opere. Infatti la stesura definitiva l’ho raggiunta con la terza esecuzione.
TM: Per te nasce prima la musica o il testo di una canzone dei Flames Of Heaven?
CF: Quasi sempre la musica, pensa che ho nel “cassetto” 20.000 minuti di musica e 750 idee solo per il prossimo album. Mentre i testi “pronti” sono 3. Mi viene anche molto facile creare titoli accattivanti. Quindi il testo è sempre la sfida più grande.
TM: Nel primo album avevi scritto quasi tutto tu, mentre Michele e Marco avevano contribuito in minima parte, rispettivamente con musica e testi; per questo nuovo disco come si è sviluppato il songwriting?
CF: Nel primo disco io ho composto tutto tranne qualche testo in collaborazione con Marco. Michele invece interviene sempre come solista, componendo gli assoli “virtuosi”. In questo invece mi sono occupato anche al 100% dei testi, perché volevo migliorare in quell’ambito e ne vado fiero. Michele ovviamente fa il solito egregio lavoro sulla solista, io propongo le linee negli assoli più melodici e lui ex novo si occupa di quelli più tecnici. Naturalmente in “Constellations” la sua impronta è stata molto più marcata e decisiva.

TM: Parliamo delle registrazioni di “Symphony Of The Universe”, come vi siete regolati questa volta?
CF: Di base la struttura è la stessa, io compongo tutto nel mio studio a casa e lì registro anche le tastiere, tranne gli assoli. Michele e Giorgio nei loro studi personali. Paolo come al solito al Pri Studio di Bologna da Roberto Priori. Gli archi al Lunik Studio di Pesaro. Marco al The Groove Factory di Udine con Michele Guaitoli. Luca Zanon ed Emanuele Casali nei loro studi personali.
Naturalmente poi Mixing e Mastering da Simone Mularoni.
TM: Trovo il nuovo album pieno zeppo di potenziali hits, ma ho letteralmente adorato “Eclipse”, sicuramente tra i brani migliori che abbia avuto modo di ascoltare in questo 2025; se dovessi scegliere un brano a cui sei particolarmente affezionato, quali sceglieresti e per quale motivo?
CF: Ti ringrazio, il mio obiettivo era proprio questo. Bè Eclipse è un brano che nelle ultime interviste sta raccogliendo grandi consensi. E’ un po’ una gemma nascosta. Pensa che Limb voleva proporla come Bonus Track Giapponese, mi sono ovviamente fortemente opposto. E’ anche un brano a cui tengo in quanto autobiografico e che parla di tematiche che sto affrontando tutt’ora. Io direi “When Love Burns”, anch’esso autobiografico, un brano molto d’impatto.
TM: Di cosa trattano i testi dell’album e che rapporto hanno con lo splendido artwork realizzato da Stan W. Decker?
CF: La maggior parte dei testi sono ispirati al manga “Saint Seiya” di Masami Kurumada (qui conosciuto come “I Cavalieri dello Zodiaco”), gli altri sono brani autobiografici, che parlano di alcune mie esperienze. Stan è bravissimo, gli mando il mio solito “schizzo”, tematiche di riferimento ed in 3, 4 versioni arriviamo alla definitiva. E’ molto bravo a cogliere ciò che intendo.

TM: Avete girato i videoclips di “Midnight Riders” e “When Love Burns”, come mai avete scelto proprio questi due pezzi e cosa ci racconti delle sessioni di registrazione dei video?
CF: Abbiamo scelto questi pezzi perché erano due tra i più orecchiabili, radiofonici, ma allo stesso tempo anche “hard”. E’ stata una scelta abbastanza facile, naturalmente sono atmosfere diversissime. E’ sempre molto divertente girare video, ma anche molto impegnativo sotto ogni punto di vista. Scelta delle location, trucco, casting e tanto altro.
TM: Puoi svelarci se avete in programma di realizzare un altro video per promuovere l’album ed, in caso affermativo, per quale brano? La già citata “Eclipse” o anche “Tears Of Love And Hate” potrebbero essere indicatissime per un video o un altro lyric video…
CF: Penso che molto probabilmente con i contenuti video abbiamo finito qui, ma non si sa mai, vedremo fra qualche mese. Hai citato due canzoni che si presterebbero molto bene, una molto anni ’80 e l’altra molto attuale come tematiche.
TM: Conosco Marco Pastorino da tanti anni e ad ogni nuovo album in cui canta, trovo che migliori ogni volta; quanto può essere importante avere un cantante così versatile e talentuoso in formazione? In canzoni come “Don’t Leave Me Tonight” è letteralmente da brividi…
CF: Marco partiva già da un livello ottimo, ma la performance in questo disco è veramente superlativa. Migliora sempre di più e penso che la nostra band sia il contesto dove viene più valorizzato. Avere un cantante così, o comunque molto bravo, fa sempre la differenza. Ricordiamoci che siamo qui per scrivere canzoni. Nella canzone da te citata è perfetto, poiché il suo genere naturale è proprio AOR.
TM: Questione live. Avremo mai l’occasione di vedervi on stage? Ed, in caso affermativo, ci puoi già svelare qualcosa?
CF: Il mio obiettivo al momento è quello di rilasciare un altro disco per rendere la cosa ancora più stabile ed affermata, allargando la fanbase ed il consenso generale, per poi valutare seriamente il discorso. Ma onestamente ci stanno chiedendo tutti questa cosa e questo disco ha bruciato molto le tappe. Vedremo, non escludo nulla.
TM: Parlando sempre dei live, cosa ne pensi del fatto che in Italia i biglietti dei concerti costino molto più che all’estero? Come ti spieghi queste differenze, a volte anche enormi?
CF: Penso che la situazione sia figlia di un contesto generale e di una situazione che sta prendendo una piega preoccupante. Prima o poi si arriverà ad un collasso. Potrebbe essere l’occasione per i veri appassionati di scoprire nuove band, che hanno magari prezzi molto più accessibili. Quando c’è da fare business l’Italia è sempre all’ultimo posto…lenta, costosa.
TM: Torniamo ai tuoi studi ed alla tua esperienza nel settore; cosa consiglieresti ad un giovane appassionato di musica metal, quale percorso insomma ritieni che possa essere migliore per coltivare la propria passione per la musica ed accrescere le proprie competenze?
CF: Se vuoi solo divertirti e non hai l’ossessione nello “sfondare”, fallo e divertiti. Se vuoi provare a dire la tua in maniera seria allora è diverso. Guardati allo specchio è chiediti se il tuo talento, la tua passione, dedizione, spirito di sacrificio sono a livelli altissimi. Se si… allora preparati ad incassare colpi e spera anche in un pizzico di fortuna. E’ fattibile, ma molto dura.
TM: Alcuni ritengono che il metal non debba concedere troppo alla melodia ma essere il più possibile violento e che generi come il power non abbiano più nulla da dire; eppure poi, quando ci si mette all’ascolto di dischi strepitosi come “Symphony Of The Universe”, ci si accorge che molte di queste affermazioni sono un po’ azzardate. Cosa ne pensi e cosa rispondi a questa gente che magari nemmeno conosce approfonditamente il power metal?
CF: Penso che la gente parli troppo, se vuole sentire rumore vada in fabbrica. La musica è melodia, a cui puoi aggiungere ritmo, durezza del sound o quello che vuoi. Stiamo scrivendo canzoni, non rumore. Poi che tanto power metal sia demodé, o ridicolo sono d’accordo. E’ brutto quando è anche troppo derivativo. Emblematico è l’esempio dei Rhapsody, hanno già raggiunto l’apice del loro genere, nessuno raggiungerà le vette dei primi dischi nel loro stile. Non riesco a capire le band cloni di un filone. Inoltre quel genere era figlio di quel tempo, un po’ come il glam anni ‘80. Va bene l’ispirazione, ma io cerco di fare un mix con un tocco personale.
TM: Da pochi giorni si è conclusa una trasmissione come X-Factor; secondo te ci sarà mai spazio per l’heavy metal in questi talent show qui in Italia?
CF: Che io sappia alcuni cantanti metal già affermati hanno partecipato a talent ecc., ma nonostante vari apprezzamenti la cosa è finita un po’ lì. Il vero Rock è fatto di gavetta, non ci sono scorciatoie, i talent sono per trovare voci pop, con cui creare prodotti confezionati ad arte e gettare poi il povero burattino nella spazzatura dopo 5 anni.
TM: Una domanda che ci piace sempre porre: indicaci di getto tre dischi che hanno influito su di te in maniera determinante (naturalmente non vale citare i tuoi) e perché.
CF: WoW, domanda durissima. “The Final Countdown” degli Europe, ha fatto scoccare in me la scintilla della musica, “From The Gutter To The Stage” dei Savatage, una raccolta, ma che mi ha aperto un mondo. “Somewhere in Time” degli Iron Maiden, folgorato da “Wasted Years”.
TM: Siamo alla conclusione. Abbiamo abusato anche troppo della tua pazienza e disponibilità, ti ringraziamo ancora una volta e lasciamo, come consuetudine, uno spazio finale a tua disposizione per aggiungere un tuo messaggio ai fans ed ai lettori di truemetal.it
CF: Un ringraziamento speciale a te e a tutti i lettori di Truemetal! Piccolo appello… se volete sostenerci al meglio acquistate il disco direttamente dallo shop del nostro sito, che è anche l’unico modo per avere la copia autografata con dedica. La più alta forma di sostegno è anche il nostro Merchandise. Inoltre date una chance a “Symphony Of The Universe”, non ve ne pentirete!
