Heavy

Intervista Steel Crown (Silver Kid e Pino Mc Kenna)

Di Stefano Ricetti - 26 Novembre 2007 - 11:36
Intervista Steel Crown (Silver Kid e Pino Mc Kenna)

E’ con estremo piacere che posso proporVi l’intervista effettuata con Silver Kid e Pino Mc Kenna, rispettivamente batterista e bassista degli storici Steel Crown, una delle band capofila della NWOIHM, fresca fresca di reunion.

Brevissimi cenni storici: i Corona D’Acciaio, (poi divenuti Steel Crown), nascono nel lontano 1977 a Trieste e si assestano fin da subito fra i prime mover del metallo italiano. La loro iniziale uscita eccellente risale al festival di Certaldo del 1983 e nel 1986 firmano il contratto con la Discomagic. Registrano il loro primo vero album dal titolo Sunset Warriors nel 1987. Sul fronte concerti aprono per le date italiane dei Mercyful Fate. Nel 1988 esce l’ Ep dal titolo Night Walk e nel 1989 il cantante Yako De Bonis muore in un incidente stradale, proprio mentre stava per raggiungere la band in occasione del Verona Rock Festival. Poco dopo, il gruppo si scioglie.

Anno 2007: a quasi vent’anni di distanza la band si riforma, con i tre storici Silver Kid (batteria), Pino McKenna (basso) e Frank Levi (chitarra), affiancati dall’ex Foxy Lady Spider alla voce.

Volutamente ho saltato alcuni passaggi chiave della loro storia che vengono però ripresi ampiamente nell’intervista che segue.

Buona lettura.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

INIZIO INTERVISTA

Anno 1977: nascita degli Steel Crown, con il nome originario di Corona D’Acciaio… Vai avanti tu Pino, per spiegare gli inizi della band…

PINO – Il gruppo nasce tra i banchi di scuola di quattro ragazzi coetanei appassionati di hard rock nel 1977: i CORONA D’ACCIAIO. Oltre a me e a Yako era formato da Flavio Ritani alla batteria e da Diego Gregoretti alla chitarra. Nelle prime esibizioni suonavamo quasi esclusivamente pezzi dei Led Zeppelin e Deep Purple, nostri idoli dell’epoca. Ricordo bene, però, che nel dicembre 1977 ci fu la prima apparizione con musica di nostra composizione: un hard-rock italian style con testi in lingua madre, che fu registrata dalla Rai locale e trasmessa attraverso la Radio Nazionale.

Nell’estate del 1978 partecipammo a una specie di concorso che ci fece fare delle date in Toscana e nelle Marche. All’epoca eravamo tutti studenti squattrinati, ci spostavamo in treno o in autostop.
“QUANDO IL ROCK E’ UN PUGNO NELLO STOMACO”! Questo era uno degli slogan con il quale ci presentavamo. Nell’estate del 1980 il chitarrista Diego fu sostituito da un ragazzo un po’ timido, dotato di un’ampia capigliatura riccia: l’imprevedibile Frank Levi. Ma è con l’ingresso di un allora sedicenne Silver (allora Kid) alla batteria, che alla fine del 1980 la band trasformò il proprio nome in Steel Crown.

Ricordo che Yako, nei primi anni Ottanta, parlava di grave disagio sociale, a livello giovanile, nella vostra città. La cosa fa quasi sorridere oggi, visto come siamo conciati a livello nazionale. Quantomeno a Trieste la situazione da allora è migliorata?

PINO – Trieste è rimasta la “Phantom City” dell’epoca, il detto della città del “no se pol” calzava a pennello allora come nei nostri giorni.

SILVER – C’è da dire che, nonostante le difficoltà, c’è sempre stato e fortunatamente continua a esserci un grande movimento di band e musicisti di ottima qualità. Per il resto seguiamo a ruota il declino socio-economico del nostro paese.

Cosa mi dici di Live in Phantom City? E’ da considerare a tutti gli effetti un disco ufficiale degli Steel Crown oppure si tratta di un bootleg?

SILVER – Ho saputo dell’esistenza di questo disco pochi mesi fa. Nessuno di noi ne sa niente. So soltanto che qualcuno ha stampato dei vecchi demo. Non oso pensare al risultato.

Anno 1983: compilation Heavy Metal Eruption, ovvero la raccolta più importante ancora oggi per quanto attiene l’HM tricolore. Sparate tutto quello che ricordate a riguardo.

SILVER – All’epoca era una scoperta continua: i primi live, le prime recensioni… e la prima uscita su vinile. Quando ci hanno contattato per la compilation eravamo superentusiasti, orgogliosi e anche molto onorati.

PINO – Era la prima volta che registravamo in uno studio, fu davvero una grande soddisfazione! Abbiamo anche un video del pezzo “Prisoners in the Box”, girato nel garage di mio fratello… che bei ricordi!

Stesso anno: Festival di Certaldo. Vai Silver fino al termine… ah,ah,ah!

SILVER – Stesso discorso: un’esperienza indimenticabile sotto tutti gli aspetti. E’ stato un evento che ci ha permesso di conoscere tante persone fantastiche, a partire dall’organizzazione: le band, i primi giornalisti – ai tempi pionieri e promotori di un genere musicale ancora poco o per nulla considerato – ma soprattutto i ragazzi e le ragazze, venuti da tutt’Italia per supportare le band italiane. Siamo rimasti molto colpiti dall’accoglienza calorosa del pubblico,tenendo conto che era una tra le prime date live fuori regione.

1984: Compilation Italian Metal 1…

SILVER – Purtroppo non ho un bel ricordo. Ci sono stati degli scazzi con la produzione. Mi ricordo che siamo partiti per Milano, abbiamo registrato praticamente quasi tutto al volo, niente pranzo, missaggio e… ciao arrivederci! Quando abbiamo chiesto il rimborso spese del viaggio come pattuito, siamo venuti quasi alle mani… non aggiungo altro. E’ stata comunque un’altra tappa importante.

PINO – Sì,concordo. Abbiamo litigato anche con il tecnico del suono… In compenso “Bad Flowers” è diventata il nostro cavallo di battaglia

Anno 1985: Compilation Metallo Italia, con tanto di VHS oltre il vinile. Idem come sopra, in più spiegatemi come avete fatto a partecipare, unica band in assoluto della NWOIHM, a tutte e tre le raccolte più significative di quegli anni!

SILVER – A livello di produzione hanno investito molto su questo progetto, soprattutto per il video. Mi ricordo, in particolare, le riprese “live/playback” al mitico Piper di Roma. Io mi sono divertito un sacco alla presentazione del video con tanto di conferenza stampa. Non so per quale motivo, ero l’unico,fra tutti i musicisti delle band, a cui servivano qualsiasi cosa ordinassi da bere… ma! Ah,ah,ah!

PINO – Eravamo molto determinati e soprattutto Yako non si lasciò scappare queste opportunità, sempre però senza “ruffianamenti” o compromessi, com’era nel nostro stile di vita.

SILVER – Penso anche che oltre allo sbattimento di Yako su e giù per la penisola, sono stati gli innumerevoli concerti e le molte recensioni, quasi sempre positive, ad invogliare gli addetti ai lavori a chiamarci… Devi sapere che avevamo anche registrato un pezzo, (Iron Train), per un’altra compilation poi mai pubblicata… ma probabilmente sarebbe davvero stato troppo! Ah,ah,ah!

Nella foto: Steel Crown nella line-up anni Ottanta.
Da sinistra a destra: PINO MC KENNA basso,SILVER KID batteria,YAKO DE BONIS voce,FRANK LEVI chitarra

Un commento tecnico sui Vostri due vinili:

Sunset Warriors (1987)

SILVER – Il materiale finito su vinile era praticamente un demo, registrato in studio,ma pur sempre un demo autoprodotto. Purtroppo la casa discografica non ci aveva dato altra scelta e, visti i tempi, abbiamo accettato. All’epoca era già un impresa non da poco poter uscire su vinile.

PINO – Abbiamo dato il meglio di noi stessi con i mezzi dell’epoca (8 piste) e la scarsa esperienza in studio che avevamo (centinaia di concerti, ma si potevano contare su una mano le registrazioni in studi professionali). Direi che più che la qualità del suono è contata la qualità delle composizioni e delle interpretazioni che un ascoltatore intelligente ha saputo sicuramente cogliere.

Night Walk (1989)

PINO – Cambia poco rispetto a Sunset Warriors: la produzione era quella che era – come peraltro per la maggioranza delle HM band dell’epoca – ma i veri appassionati sono riusciti a cogliere lo spirito e la passione degli Steel Crown, che sono poi le cose che contano di più.

Concordate che la copertina di Sunset Warriors non passerà alla storia per la propria bellezza? Ah,ah,ah!

PINO – Anche qui ci sono dei risvolti umani che pochi conoscono. Un grande amico di Yako ci fece un quadro (che mi piacerebbe tanto avere), con quell’immagine di addirittura un metro per due! A quel punto, lasciando perdere i gusti personali, abbiamo reso omaggio a questo artista e nostro fan.

SILVER – Devo aggiungere che la casa discografica ha modificato parecchio la bozza che avevamo spedito. Il risultato finale non è stato come l’avevamo concepito noi. Non c’è stata la possibilità di correggere nulla prima che andasse in stampa.

C’è stato un momento, fra Sunset Warriors e Night Walk, dopo essere stato definito in passato come il miglior bombardiere dell’HM italiano, vieni dipinto come “un personaggio dedito all’alcool che si culla in stupidi capricci” tanto che vieni rilevato dietro le pelli dall’italo-australiano Peter Cosmini, già nei Devil’s Claws. Lo stesso Yako, in un’intervista, ti attacca dicendo: “Silver è un ragazzino immaturo che pretende di risolvere i propri problemi bevendo come una spugna”.

Ti lascio campo libero Silver, per dire quello che ritieni opportuno a riguardo…

SILVER – …che saranno mai un paio di bicchieri in compagnia… Ah,ah,ah! Ok, non ero proprio un santo, le mie ca**ate le ho fatte. Sono invece d’accordo sul discorso immaturità, visto che effettivamente, anagraficamente parlando, ero un “ragazzino”. Ci tengo solo a dire che all’epoca decisi io di lasciare la band, per proseguire con un altro progetto e che non ci sono mai stati problemi a livello personale né musicale, solo qualche normale scazzo, come in tutte le migliori famiglie che si rispettino.

Tornando a Peter Cosmini… che rapporto avevi con Lui? Se non erro è poi entrato negli Swords… che fine ha fatto?

SILVER – Con Peter avevo e ho tutt’ora un ottimo rapporto. Penso che abbia deciso di smettere quando è morto Yako. Deve essere stata una mazzata per lui: erano legati da una profonda amicizia sin dall’infanzia.

Mi hai anticipato la domanda successiva, 24 giugno 1988: Yako De Bonis muore in un banale incidente d’auto. Mai nessuno ne ha parlato ma ti ricordi la dinamica del fatto? Spiega poi, se possibile, come andò per voi in quel di Verona.

PINO – Yako non aveva mai voluto avere delle occupazioni fisse, che potessero compromettere l’eventuale futuro artistico degli Steel Crown e così faceva diversi lavori temporanei (precursore dei nostri tempi?), uno dei quali era il bagnino. Si alzava di buon ora e con la moto andava allo stabilimento balneare. Una di quelle mattine, a un incrocio del centro, si scontrò con una macchina. Finì subito in coma e morì pochi giorni dopo.

A Verona ci siamo presentati in tre, con il buon Peter Cosmini anche in veste di cantante. Musicalmente non fu un gran concerto, ma emotivamente tutti i gruppi, l’organizzazione e il pubblico parteciparono al nostro dolore.

Yako De Bonis era, per tutti gli addetti ai lavori, un frontman molto coinvolgente e una persona molto determinata. Detta fuori dai denti molti lo ricordano come un vero rompico***ni. Voi come lo ricordate e oggettivamente come lo definireste?

PINO – Una persona vera, intransigente nei confronti delle ipocrisie. Non mancavano mai le sue parole, in ogni ambito, sia buone che non. Lo definisco veramente un “PURO”.

Voglio citare alcune sue risposte alla stampa:
“Siamo proletari, ma non abbiamo interesse per la politica, perché la politica non ha interesse per noi. Vogliamo solo suonare la nostra musica e possibilmente vivere di questo… 20/06/1984 (Il Piccolo, il giornale di Trieste). Devo aggiungere altro?

SILVER – Tante volte è stato definito arrogante e rompico***ni solo perché non scendeva a compromessi con nessuno e non era accondiscendente. Era uno che si faceva rispettare e voleva rispetto anche per la Propria band. C’è stato più di un episodio in cui le sue parole sono state riportate in maniera errata, creando ovviamente dei dissapori nell’ambiente musicale.

All’epoca fece molto rumore il fatto che vi imbarcaste in tour con i Motorhead, suonando con Loro anche in Jugoslavia. Immagino ci sia molto da raccontare…

SILVER – Mi ricordo in particolare la data di Gorizia… Altro concerto da brividi… Dieci minuti prima di salire sul palco Yako non era ancora arrivato per colpa di un contrattempo sul lavoro e di conseguenza non sapeva che avevano anticipato l’ora d’inizio. Rischiammo seriamente di non suonare. Mi ricordo che c’era Frank che stava smontando la sua strumentazione, Yako arrivò all’improvviso sul palco e… poi ci fu il delirio! Mi dispiace solo che per colpa della mia scarsa conoscenza dell’inglese non ho potuto scambiare quattro parole con i Motorhead: non capita tutti i giorni poter avere Lemmy nello stesso backstage.

In generale, che differenza c’era fra i fan Jugoslavi e quelli italiani?

SILVER – In generale tutt’ora in tutto l’est sono più calorosi… sarà per l’alcol? Ah,ah,ah!

In quegli anni faceste anche da supporter al gruppo punk GBH… immagino che il pubblico dalle lunghe creste colorate non vi accogliesse con dei mazzi di rose…

SILVER – All’ex Odissea 2001 di Milano c’era un drappello di naziskin che ce l’aveva con i GBH: volevano tirare giù dal palco il loro cantante. Io ero un po’ preoccupato più che altro per la nostra strumentazione: mi ricordo che c’era Tommy Massara degli Extrema che mi tranquillizzava. A parte un paio di interruzioni tutto filò comunque liscio.

A Genova il servizio di sicurezza era composto da skinheads. Durante il set dei GBH, mi ubriacai con il loro roadie da palco e alla fine della serata litigai per cazzate con uno skin della security… così mi hanno raccontato al risveglio… Ah,ah,ah!

Alla data di Reggio Emilia, a parte un paio di esagitate, non ci sono stati problemi. Devo dire che nel complesso abbiamo ricevuto un sacco di complimenti sia dai GBH che dal pubblico punk, che quando ringraziavamo si stupiva che fossimo italiani.

Avete suonato anche con i Mercyful Fate. Avete ricordi particolari in merito?

PINO – La data è stata organizzata da noi al Palasport di Udine, non siamo riusciti a riempirlo ma fu lo stesso un gran concerto! Rimembro che il giorno dopo nevicava e siamo dovuti tornare al Palasport per smontare il palco e togliere la protezione del parquet. Che sfaticata!

SILVER: Io mi ricordo che, durante l’esibizione dei Mercyful Fate, i ragazzi che avevamo scelto come Security sono stati i primi a fiondarsi sotto il palco (avevano messo delle transenne a dieci metri dallo stage). Un addetto del Palazzetto è venuto da me a dirmi di richiamarli e portarli di nuovo dietro le transenne. Eravamo responsabili per qualsiasi incidente o danno. Ho dovuto farlo a malincuore… volevo mettermi una maschera…

Negli anni Ottanta capitava anche che un disco come Night Walk venisse recensito da due persone diverse all’interno della stessa redazione e che venisse addirittura pubblicata, per errore, la doppia recensione in due numeri diversi! Mi sto riferendo al magazine H/M e specificatamente ai numeri 43 e 44. Quali furono le vostre reazioni all’epoca?

PINO – Ahia, mi becchi in castagna: non ho ricordi in merito.

Siete di Trieste, la città natale dei Rhapsody of Fire, ovvero l’unica band italiana della storia, insieme ai Lacuna Coil, che finalmente ce l’ha fatta. Avete dei contatti con Loro?

SILVER – Personalmente non li conosciamo. Sono molto felice che una band italiana, sopratutto di Trieste, abbia raggiunto una notorietà del genere. Penso che ora all’estero, a livello musicale, l’Italia abbia molta più credibilità.

Gli Steel Crown, insieme a molte band della NWOIHM, hanno sempre sofferto di produzioni di serie D, tanto per usare un eufemismo… Mi immagino che sappiate che qualche furbacchione all’estero commercializza i dischi dei Vanadium su Cd senza avere le dovute autorizzazioni e nessuno interviene… se dovesse succedere la stessa cosa anche per Voi come la prendereste?

SILVER – Come ti dicevo prima, qualcuno ha già stampato un vinile a nostra insaputa. Non so cosa sia riuscito a guadagnarci. In certi casi non c’è la possibilità di fare molto a livello legale. Gli avvocati costano… meglio sbrigarsela personalmente…

PINO – Si, esatto: vado e lo prendo a calci in culo!!!

Spesso la critica Vi ha definito come una band granitica alla quale però mancavano i pezzi di peso? Cosa rispondete a riguardo?

SILVER – Se per canzone di peso si intende un singolo un po’ più orecchiabile sono d’accordo. Abbiamo sempre composto per il piacere di farlo e per trasmettere le nostre emozioni. Purtroppo non abbiamo mai potuto lavorare con una produzione adeguata che, credimi, avrebbe fatto una grossissima differenza.

Secondo voi quali sono le più belle canzoni scritte dagli Steel Crown?

PINO – La mia preferita è “No Man’s Land for a Gypsy”, ed è quella che mi ricorda di più Yako: appunto “the Gypsy”.

SILVER– Pienamente d’accordo!

Cosa pensate delle seguenti band della NWOIHM: DEATH S.S. , BULLDOZER, HALLOWEEN, CRYING STEEL, SKANNERS, MORGANA, STRANA OFFICINA e ELEKTRADRIVE

SILVER – .azz…Steven… mi trovo impreparato sulla domanda. Non le conosco musicalmente così a fondo per poter esprimere un giudizio mio personale. Penso però che tutte le band da te citate abbiano lasciato un segno e contribuito positivamente alla nascita e crescita della NWOIHM.

Come Steel Crown aveste mai degli scazzi con altre band?

PINO – Spesso!!!

SILVER – Ah,ah,ah… Come Steel Crown ci sono stati dei problemi a volte alimentati da qualche intervista riportata in maniera distorta e… a volte no! Personalmente sono sempre andato d’accordo con tutte le band che ho conosciuto. (.azz.! dovrei fare il diplomatico!)

Cosa vi manca di più degli anni Ottanta?

PINO – Yako!

SILVER – Non so, oggi abbiamo la possibilità di avere tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno e di vedere e sentire qualsiasi cosa senza muoverci da casa. All’epoca anche il concerto della band più scarsa della città era un avvenimento. La cosa che probabilmente mi manca di più è l’emozione che mi davano le piccole cose. Ad esempio: un video degli Angel trasmesso da un emittente privata per riempire un “buco”. Di sicuro, una cosa che non mi manca è la totale disorganizzazione dell’epoca! Ah,ah,ah!

Nella foto: Steel Crown nella line-up della reunion 2007.
Da sinistra a destra: FRANK LEVI chitarra, SPIDER voce, SILVER KID batteria, PINO MC KENNA basso

Quali sono stati i presupposti per rimettere insieme gli Steel Crown?

PINO – Ritrovare la voglia di fare musica insieme.

SILVER – Vedere anche se siamo ancora in grado di trasmettere delle buone emozioni con la nostra musica a distanza di vent’anni.

Presentatemi Spider, il “nuovo” – si fa per dire, visto che era nei Foxy Lady di Arthur Falcone negli anni Ottanta – cantante degli Steel Crown.

SILVER – Al di là del fatto che ci conosciamo da una vita e sia io che Frank ci abbiamo già suonato assieme, abbiamo preso SPIDER come cantante per svariate motivazioni. Possiede lo stesso nostro background musicale: come noi ha vissuto la musica con sangue, merda e sudore. E’ uno dei pochi che conosco che sa tenere il palco, era un nostro fan, ma soprattutto che crede e tiene tantissimo a quello che stiamo facendo.

Non siamo andati a cercare un clone con la stessa voce di Yako, ma piuttosto un singer con una forte personalità. Chi verrà a vederci dal vivo potrà essere contento… o anche no, ma fa parte del gioco. Gli STEEL CROWN del 2007 sono questi. Noi ci crediamo. Speriamo di soddisfare tutti quelli che verranno a vederci on stage.

Quante interviste avete già fatto dalla reunion?

SILVER – questa è la prima! Ne abbiamo in cantiere altre due, che usciranno a breve.

Progetti futuri e prossimi concerti…

PINO – Guarda Steven… meglio non fare progetti e vivere alla giornata!

SILVER – Abbiamo deciso di fare un passo alla volta senza programmare nulla a lungo termine.
Il primo concerto lo faremo domenica 9 dicembre al ROCK CLUB di Ronchi dei Legionari(GO), di spalla ai norvegesi CIRCUS MAXIMUS. Info: www.rockinriospo.com e circomassimo07@gmail.com

Chiudete come volete, e grazie della cortese collaborazione.

PINO&SILVER – Ti ringraziamo per l’opportunità che ci hai dato di poter parlare della storia degli STEEL CROWN e ti assicuriamo che non finirà qui…

Silvano “Silver” Bassi & Giuseppe Mechi, alias Pino McKenna, alias Pinostick.

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti