Death

Live Report: Children of Bodom @Academy 2, Manchester (UK) 11/03/2017

Di Davide Sciaky - 13 Marzo 2017 - 16:00
Live Report: Children of Bodom @Academy 2, Manchester (UK) 11/03/2017

CHILDREN OF BODOM + FOREVER STILL + ONI

11/03/2017 @Academy 2, Manchester (UK)

Abbiamo assistito al concerto dei Children of Bodom a Manchester, quarta data del tour che celebra i vent’anni di attività della band.
Ricordiamo che il tour passerà dal Live Club di Trezzo sull’Adda 22 marzo.

ONI

Gli ONI sono un giovane band canadese formatasi nel 2014 e che ha sfornato il primo, e per ora unico, album nel 2016.
Il genere proposto non è semplicissimo da definire, il loro Death Metal tecnico alterna momenti rabbiosi (che a volte scadono nel Djent) ad altri brevi momenti con voci e chitarre pulite.
La cosa più insolita della band, la prima che si nota guardando il palco, è la presenza di uno xilofono elettrico, uno strumento che dà un tocco visivo particolare ma che nel concreto non ha un suono troppo diverso da una tastiera.
L’Academy 2 di Manchester è abbastanza vuoto quando gli ONI salgono sul palco, ma i canadesi non si fanno scoraggiare e iniziano uno show che sarà purtroppo breve, circa mezz’ora, ma decisamente intenso.
Costretti in uno spazio piuttosto piccolo, gli ONI hanno mezzo palco data la presenza degli strumenti dei Children of Bodom, sono abbastanza statici ma riescono a riscaldare bene il pubblico che cresce rapidamente e si fa coinvolgere dalla musica.
Molti rimangono sicuramente colpiti dalla notevole tecnica dei due chitarristi, ma è in particolare davanti ad un tapping a 8 dita del bassista che molti rimangono a bocca aperta.
Lo show finisce dopo quelli che sembrano pochi minuti davanti alle calorose acclamazioni del pubblico, bravi ONI.

Oni 1

 

Forever Still

Dispiace dirlo di una band che chiaramente mette molto impegno nella propria esibizione, ma i Forever Still sono decisamente la band sbagliata nel posto sbagliato.
Dopo gli ONI, prima dei Children of Bodom, i Forever Still con il loro Alternative Metal con voce femminile sono azzeccati quanto i Linkin Park ad un festival Death Metal.
Ciò detto, con la giusta apertura mentale ci si può comunque godere il concerto dei danesi.
La cantante, Maja Shining, è molto energica e incita continuamente il pubblico che, seppure con meno entusiasmo che con gli ONI, reagisce discretamente.
Il chitarrista ed il bassista si scambiano spesso di posto correndo, saltano, fanno headbanging e anche loro mostrano un grande energia.
A giudicare dalla risposta del pubblico, però, sarebbe stato meglio invertire di posizioni ONI e Forever Still; nonostante la grande energia gli ultimi avrebbero certamente trovato più fan in un pubblico più affine alla propria proposta musicale.

Forever Still 1

 

Children of Bodom

Sul palco vengono montati sei grossi riflettori, il backdrop con il Mietitore, immancabile sulle copertine dei Children of Bodom, ed il concerto può avere inizio.
Come annunciato dalla band negli scorsi giorni, e confermato da Henkka nella nostra intervista, per celebrare il loro ventesimo anniversario suoneranno una setlist “old school” rendendo questo tour un evento imperdibile per tutti i fan dei Children of Bodom.

La band, accolta sul palco da un boato del pubblico, non indugia e inizia subito in quarta con una doppietta micidiale, Deadnight Warrior ed In The Shadows tratte dal primo album, “Something Wild”.
La seconda canzone è particolarmente notevole dato che non è mai stata suonata dal vivo prima dell’inizio del tour, una chicca che tutti i fan sicuramente apprezzeranno; per produrre il “fischio” all’inizio della canzone Alexi Laiho solleva la sua chitarra tenendola solo per la leva del Floyd Rose, poi la lascia ricadere e si lancia in una sequenza di riff selvaggi esaltando il pubblico più che mai.
Sulla terza canzone, Needled 24/7, si scatena un pogo che comprende quasi metà del locale; Alexi lo nota soddisfatto e alla fine della canzone dice divertito “Vi state ammazzando là sotto eh? Certo non si può dire che non sia divertente”.
È il turno di un’altra rarità, Black Widow, canzone che non veniva suonata dal vivo dal 2000; il pubblico sempre più entusiasta si lancia in un pogo violentissimo che da questo momento sarà più o meno una costante per tutto il concerto.
Si succedono poi Bodom After Midnight e Warheart che procedono senza note particolari, la band continua compattissima a macinare riff micidiali ed il pubblico entusiasta li “ripaga col sangue” nel pogo.
Angels Don’t Kill è l’ultima canzone suonata da “Hate Crew Dethroll” e da qui il concerto tornerà a concentrarsi sui primi tre album; su questa canzone più calma, se si può dire di una canzone dei Children of Bodom, il pubblico si rilassa un po’, in particolare chi si trova nella pogo e dintorni.
Mossa intelligente quella di riprendere il fiato perché la canzone successiva è l’ennesima rarità, Red Light In My Eyes Pt. 2, che non veniva suonata dal 1999 e che data la sua velocità e brutalità porta il pogo a scatenarsi nuovamente ed il resto del pubblico a scatenarsi, chi facendo headbanging, chi saltando, urlando o alzando le corna al cielo.
Dopo Hate Me! tocca ad una delle canzoni più amate della band, Downfall, che il pubblico riconosce dal primo accenno di tastiera di Janne Wirman; Alexi lascia andare avanti la tastiera da sola più del dovuto mentre incoraggia il pubblico prima di iniziare il suo pezzo di chitarra.
Dato che solitamente il pezzo viene riservato come chicca finale nei concerti dei finlandesi, viene da chiedersi quali alti pezzi la band abbia riservato per il resto del concerto.
Si continua con Everytime I Die e Lake Bodom, pezzi suonati molto spesso dalla band ma non per questo meno amati; sulla seconda Laiho si concede qualche improvvisazione di ottimo gusto in diversi momenti della canzone.
Si torna ad una rarità con la splendida Bed of Razors che il pubblico accoglie con un entusiasmo non smorzato dalla stanchezza di un’ora di concerto serratissimo; dopo Children of Decadence la band saluta il pubblico e se ne va.
E’ finita?
Certamente no e, dopo aver lasciato andare avanti i cori del pubblico per qualche minuto, la band torna con l’ennesima chicca della serata, The Nail: la canzone non veniva suonata dal 1998 e il pubblico apprezza certamente dato che, per difficile che sia dato tutto l’entusiasmo già dimostrato, aumenta ancora l’intensità delle reazioni, che siano nel pogo o con grida e corna al cielo.
Con Towards Dead Ends si chiude un concerto che non può che lasciare entusiasta chiunque sia mai stato un fan della band.

Come ha sottolineato Henkka nella nostra intervista la band ha tagliato sugli eccessi per cui erano noti per poter suonare al meglio, e si vede!
Dato che sono stati suonati solo pezzi dei primi quattro album si potrebbe paragonare la performance ad una dell’inizio degli anni 2000; visto che, come sottolineato sopra, i cambiamenti nello stile di vita dei Bodom gli permettono di suonare con una gran precisione i propri pezzi, questo potrebbe addirittura essere il tour migliore di sempre per gli amanti dei primi lavori dei Children of Bodom.

Dettaglio che vale la pena sottolineare è la maglietta degli Abba in versione Black Metal che indossa Alexi, la classe non è acqua.

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Davide Sciaky