Recensione: Abigail

Di Abbadon - 16 Febbraio 2003 - 0:00
Abigail
Band: King Diamond
Etichetta:
Genere:
Anno: 1987
Nazione:
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95

Nel 1987, l’allora emergentissimo King Diamond, inventore praticamente di un genere musicale che combinava Heavy, Black, Gotico e atmosfere Horroristiche, mise in piedi con la band che aveva formato dopo la temporanea uscita dai suoi Mercyful Fate, e che seguì sempre anche dopo il rientro in tale gruppo, l’album probabilmente più importante e famoso di tutta la sua carriera, ovvero Abigail. Prodotto scintillante per godibilità, tecnica (sebbene magari sconosciuti ai più i membri dei King Diamond sono tutti grandi musicisti, uno su tutti Andy LaRoque), atmosfere, particolare nel quale il Re Diamante ha sempre dato insegnamento a tanti gruppi emergenti e non, e anche dotato di una buona produzione, Abigail narra la storia di Abigail La Fey, un essere malvagio, che viene ucciso secondo un tremendo rituale, per impedire di fare ancora del male. Parla anche dei discendenti di Abigail, e delle malvagità a lei legate e trasmesse negli anni a venire. Tecnicamente questo è un grande prodotto, sia strumentalmente che vocalmente. La Cover del CD è già tutta un programma, con una carrozza funerea che nel cuore della notte, trascinata da due oscuri destrieri guidati da due inquietanti figure col capo chinato, porta una bara verso una sconosciuta (prima di sentire il CD) destinazione. Nel disco King usa ad eccellenti livelli il suo tipico falsetto, alternandolo spesso tuttavia a voci gracchianti, voci pulite e voci urlate, con il risultato di un eccellente mix, che rende perfettamente l’idea dell’ambiente grottesco nel quale stiamo navigando, situazione che viene ottimamente accentuata dal magistrale lavoro dei chitarristi Michael Denner e Andy LaRocque. Musicalmente ogni canzone segue un tema compositivo di fondo, ma non segue particolari ritmiche o schemi musicali,non si può dire che vi sono strofe e ritornelli, in quanto i cambi di ritmo, che nonostante tutto rimangono splendidamente legati, sono numerosi e anche abbastanza netti, con predominanza comunque di songs veloci e accattivanti, songs che in questa recensione provo ad analizzare partendo dalle storie che esse contengono, più che da un lato musicale, in quanto come detto non seguono uno schema preciso.

L’album si apre subito lugubremente, infatti è in corso la tetra cerimonia funebre di Abigail LeFay, il cui estremo saluto è stato dato secondo un rito che vale la pena di sentire e capire. “Funeral” dice : “Siamo radunati qui stanotte, per porre a riposo Abigail le Fay, la quale sappiamo fu la prima nata morta il settimo giorno di Luglio del 1777. Abigail deve essere inchiodata alla sua bara, con 7 chiodi d’argento, uno per ogni braccio, mano e ginocchio, e il restanti dei 7 (enfasi), attorno alla sua bocca, cosicchè non possa più risorgere e causare altro mal. Chi sarà il primo? (attimo solenne)” “Io O’Brian del Cavaliere Nero”. Terminata una musica di organo che accompagna la cerimonia attacca subito un pesante riff di chitarra di Michael Denner, che introduce il secondo pezzo “Arrival”. Sono passati quasi 70 anni dalla morte di Abigail e un cocchio accompagnato dall’oscurità arriva su una casa in collina, dove risiede Johnatan LeFay, che vede sette cavalieri (accompagnati da un gran basso di sottofondo). Irrompe un assolo di chitarra di LaRocque che introduce il dialogo tra i cavalieri e Johnatan, che viene avvertito che è il momento di allontanarsi per evitare il vero potere della villa, della Mansione, altrimenti “il 18 diventerà 9″… John li caccia e questi, accompagnati da un secondo assolo, stavolta di Denner, se ne vanno dicendo : “un giorno avrai bisogno di noi”. Andati i cavalieri, segue il terzo assolo della canzone, che riprende il tema musicale centrale, e che chiude definitivamente la track. “A Mansion in the Darkness” inizia con una bellissima intro di LaRocque, e descrive la ombrosa e “malvagia strada” che porta al “malvagio cancello”, il cancello della villa maledetta, dove di notte regna il male. “La casa sembra che respiri, sembra viva”. Introdotto da un secondo assolo, sempre di Andy, John va a dormire, e appena spegne l’ultima candela della villa, ombre furtive strisciano sui muri, in sintonia con una schitarrata combinata di Denner e Andy, che ci porta di botto alla quarta song, ovvero “The Family Ghost”. La moglie di Johnatan, la diciottenne Miriam, dorme come un sasso, mentre lui sbianca come un lenzuolo nel vedere uno spettro che dice “Non avere paura, amico mio, sono lo spirito di LaFey, ed è giunto il momento che tu vada nella cripta dove riposa Abigail, è tempo di sapere”. La canzone, piena di assoli, è dotata di grande ritmo e, come tutte nel Cd, si conclude con la scoperta scioccante… Infatti lo spirito di Abigail è in Miriam, e per salvare tutti dall’oscurità, Johnatan deve uccidere la moglie, adesso. Un arpeggio molto lento ed evocativo ci introduce a “The Seventh Day of July 1777”, un flashback al passato, che riesuma il precedente omicidio dello spirito di Abigail. Storia narra che il conte LeFay, vedendo l’infedeltà della moglie incinta, uccide la dolce metà buttandola giù dalle scale, facendo in modo che il feto nascesse morto, quel 7 giugno del 1777. Secondo me questo pezzo non è strumentalmente all’altezza dei precedenti, in quanto è un poco ripetitivo, tuttavia è molto enfatizzato, e questo aumenta il suo livello complessivo. Dal suono molto graffiante risulta essere “Omens” che descrive i funesti pregasi che invadono la casa dopo la raccappricciante scoperta, presagi che raggiungono il culmine subito, con rintocchi di campane e melodie di morte suonate in una chiesa, nonostante questa sia vuota. Bellissimo l’assolo melodico di Denner, a cui ne segue uno aggressivo, ma altrettanto valido dell’altro chitarrista del gruppo. Arriva il 9 e arriva anche “Possession”. “Il 18 divnterà 9…” Johnatan LeFay ha capito la premonizione troppo tardi… sua moglie è segnata. In una litania seguita dai soliti grandi assoli, Miriam dice, in varie lingue “è nato tuo figlio, amore”, ridendo come assatanata, posseduta dallo spirito malvagio, che in “Abigail”, la track successiva (una delle più lente e una di quelle con la musica più pulita), dice al padrone ci casa che sua moglie è morta, e che il corpo di Miriam adesso è suo. L’unico modo è uccidere Miriam come fatto dal precedente LeFay nel 1777, ma l’attuale ancora non ce la fa a ucciderla… Il pezzo procede accompagnato dalla miglior batteria di tutto il disco, e sempre eccellenti chitarre e voce. Bellissimo e di grande pathos l’assolo che chiude in fade il pezzo e ci porta a “Black Horsemen”, la canzone dove si decide il tutto. Visto che ormai Miriam è ridotta a una trasfigurazione di Abigail, John prova ad ucciderla, ma, distratto, viene gettato lui dalle scale, con morte sua e della moglie, che soccombe al parto. Nello stesso momento della doppia esecuzione si sentono nitrire dei cavalli, e i 7 cavalieri, servi del conte del primo omicidio, accompagnati da una suadente melodia barocca, con la chitarra elettrica pizzicata divinamente, e da una voce oscura e spiritata, tolgono le castagne dal fuoco, prelevando la nasciutura e portandola nella cappella della foresta, ove una bara e una cerimonia funebre aspettano” (e qui bisogna fare un gran balzo indietro e tornare a Funeral). Forse la song più bella complessivamente dell’album, che chiude la storia con un un “E’ la fine di un’altra Litania, è per me tempo di dire addio”. La storia finisce qui, ma non il remaster, che contiene ben 4 bonus tracks, ovvero “Shrine”, song molto potente, ma con la voce che seppur godibile stona abbastanza con gli strumenti, e i remake di “A Mansion in the Darkness”, “The Family Ghost” e “the Possession”, che chiudono definitivamente quello che a mio avviso rimane il miglior album in assoluto mai prodotto da una band del Re Diamante(assieme forse a “Melissa” e “Don’t Break the Oath”), un Cd che sicuramente non piacerà a chi non piace il falsetto (ma a questo punto ai suddetti non piacerebbe nessun cd di King Diamond) ma che è e rimarrà una delle colonne portanti di tutto il genere.

Riccardo “Abbadon” Mezzera

TrackList :

1) Funeral
2) Arrival
3) A Mansion in the Darkness
4) The Family Ghost
5) The 7th day of July 1777
6) Omens
7) The Possession
8) Abigail
9) Black Horsemen
10) Shrine
11) Mansion in the Darkness (remake)
12) The Family Ghost (remake)
13) The Possession (remake)

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