Recensione: Abuse Your Illusion

Di Matteo Lavazza - 19 Novembre 2005 - 0:00
Abuse Your Illusion
Band: Hyades
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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85

Dopo 4 demo, che hanno fruttato al gruppo una discreta notorietà nell’underground europeo, arrivano finalmente all’esordio ufficiale gli Hyades.
Il compito di presentare la band al grande pubblico è affidato a “No Man’s Land”, che chiarisce subito come il gruppo non voglia fare prigionieri, riff serrati e un cantato decisamente aggressivo sono le basi su cui si poggia la song, che in certe cose ricorda i migliori Exodus.
Chiaramente il Thrash Bay Area è il genere a cui si ispirano i nostri, davvero molto belle le varie “Smart Bombs, Dumb War”, decisamente trascinante nel suo incedere, che alterna parti tirate ad altre più lente e pesanti, e soprattutto dotata di una linea vocale davvero molto ben studiata, “Liars”, tipica Thrash song che riesce però a convincere appieno, nonostante non brilli certo per originalità, oppure “Blameless in the Deathrow”, che può contare  su un riffing vario e molto ben studiato, che riesce ad unire la potenza alla melodia, in un connubio davvero vincente.
“Pictures of a World” è forse il brano più originale del lotto, grazie soprattutto al giro portante di chitarra, che ha delle reminescenze esotiche, senza che però la band perda mai di vista la potenza. A mio parere in questo caso ci sono però dei cambi di tempo troppo forzati, come per esempio quello tra il riff portante e la strofa, e forse una strizzata d’occhio di troppo a certo Power Metal, come nel ritornello.
“September 11” è l’ennesima mazzata che ci offre il disco, soprattutto le linee vocali sono di una cattiveria davvero impressionante, così come davvero violenta è anche “Shut the Fuck up”.
La title track “Abuse your Illusion” apporta delle variazioni sul tema principale, infatti, pur trattandosi sempre di Thrash, ha una vaga influenza Anthrax, vecchio stile ovviamente, che dona al tutto un appeal decisamente particolare se rapportata al resto dei brani.
Un capitolo a parte lo meritano “Hyades”, vero e proprio manifesto musicale del gruppo, fatto di riff rocciosi e potenti, aperture più melodiche e linee vocali sempre e comunque all’insegna dell’aggressività, il tutto perfettamente in linea con quello che è il classico Thrash american style, e la conclusiva “Fight for your Right (to Party)”,cover del famosissimo brano dei Beastie Boys, qui riarrangiato in chiave decisamente più Metal dell’originale e che riesce a divertire e coinvolgere.
I suoni sono molto belli, potenti e sporchi al punto giusto, riescono ad infondere a tutte le canzoni la giusta carica, unico piccolo appunto per il suono del basso, troppo impastato e in generale poco presente.
Tecnicamente il gruppo ha davvero ottimi mezzi, pur senza mai strafare la band mette in mostra ottime qualità, soprattutto dal punto di vista ritmico.
Potrei dire, per concludere, che gli Hyades peccano sotto il punto di vista dell’originalità, ma quando le canzoni sono di questo livello il tutto diventa secondario.
Ancora una volta dall’Italia arriva un gruppo Thrash di alto valore, e visto che gli Hyades hanno dalla loro anche un contratto discografico con una label importante come la Mausoleum, non posso far altro che sperare che abbiano il successo e l’attenzione che sicuramente meritano.

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