Recensione: Behind The Lines

Di Stefano Ricetti - 8 Novembre 2003 - 0:00
Behind The Lines
Band: Sabotage
Etichetta:
Genere:
Anno: 1986
Nazione:
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93

Correva l’anno 1986 e uno speranzoso gruppo Heavy Metal italiano pubblicava il suo primo album per l’etichetta americana Trans-Euro Records di David Thomas Richards con in copertina un bombardiere in fase di sorvolo di una città. L’anno successivo il disco uscì in Italia e precisamente per la LM Records/Materiali Sonori con una diversa copertina in classico stile HM rappresentante un’immaginario orrorifico facente capo a un non meglio identificabile teschio nella parte centrale dell’opera contornato da mostri, demoni e serpenti. La band autrice dell’LP si chiamava SABOTAGE, era di Firenze e comprendeva Morby alla voce, Andy Fois alla chitarra, Henry Caroli al basso e Dario Caroli alla batteria. Da precisare che il Sig. Adolfo Morviducci al secolo MORBY, ex cantante degli AIRSPEED (Attualmente in forza ai fierissimi DOMINE), rappresentava una delle ugole più credibili in ambito di impostazione classica Heavy Metal dell’intero panorama metallico tricolore. Fino ad allora secondo me mai nessun singer italiano poteva reggere il confronto con i fuoriclasse dell’epoca: per capirci gente come Eric Adams, David DeFeis, Rob Halford, Michael Kiske.

In Italia in quel periodo i gruppi che andavano per la maggiore erano STRANA OFFICINA, VANADIUM, R.A.F., CRYING STEEL, VANEXA, BULLDOZER, FIL DI FERRO, ASTAROTH, DEATH SS, almeno per quanto riguarda le punte di diamante del movimento. I SABOTAGE con questo loro lavoro si sono conquistati il loro “posto al sole” in compagnia (se non al di sopra) dei gruppi sopraccitati. Personalmente seguivo il gruppo fiorentino già da parecchio tempo attraverso i vari demo su cassetta dell’epoca dove, tra l’altro, comparivano parecchi pezzi in lingua madre e ricordo ancora oggi con piacere quando acquistai il vinile presso un negozio specializzato di Milano.

Il disco parte con VICTIM OF THE WORLD e meglio non si poteva, breve intro d’organo, acceleratore a fondo corsa, un antipasto che dà subito un’idea di quello che è lecito aspettarsi. Un pezzo che sebbene riascoltato dopo parecchio tempo ha il potere di risvegliare in me il profumo sopito del true metal di stampo ottantiano. La successiva RIDIN’ THROUGH THE DARK permette a MORBY di esprimere al meglio tutto il suo talento in versione epic, il resto scorre via veloce fino all’irresistibile refrain calibrato per le rappresentazioni on stage del gruppo. Altra colata di acciao e’ MOTHERS, un “mid tempo” (se paragonato alle velocita’ dei brani precedenti) accompagnato da cavalcate metalliche di ispirazione saxoniana. Nel mezzo del pezzo troviamo un singer ispiratissimo ed evocativo che lascia libero sfogo al talento dell’ascia di FOIS. WARMACHINE paga dazio a un’adolescenza fatta a pane e ANVIL, trattasi di marcia metallica con un coro cattivissimo lontano anni luce da quelli fiabeschi in voga al giorno d’oggi, grande prova dei CAROLI bros, granitici!

La side B (Ricordatevi che stiamo parlando di un Lp) si apre con FIGHT FOR YOUR MUSIC, dichiarazione d’intenti del gruppo tricolore: urlo di MORBY, riff quadrato, sezione ritmica assassina… un prototipo dell’HM! Il classico pezzo che non sfigura se paragonato a vette compositive degli eighties provenienti da oltre frontiera. NIGHTKILLER è la trasposizione in lingua albionica del brano presente sui demo KILLER DELLA NOTTE e anch’esso si presenta con un riff che più classico non si può, incalzato da una doppia cassa mai fine a se stessa che costringe il cantante a superarsi per avere la meglio sullo sferragliare terremotate degli altri strumenti accostabili a un treno a vapore lanciato al massimo della velocità in una corsa indiavolata. HEROES OF THE GRAVE rimane su territori speed e il vocalist ci delizia con innumerevoli cambi di tonalità. In questo pezzo, a mio avviso, il drummer DARIO CAROLI si prenota un posto come fabbro specializzato in una acciaieria! Il crepuscolo della song ci regala una grandiosa chiusura alla MOTORHEAD.

Behind The Lines si congeda un deciso rallentamento dei ritmi, per il tramite di una “quasi” ballad, l’epica PROMISED LAND, dove MORBY dimostra di saper cantare, ed anche bene, senza doversi per forza sgolare tutte le volte! La tregua dura però poco perché ci pensa FOIS a ripartire con un’attacco tipicamente NWOBHM che ipervitaminizza il pezzo per poi alla fine chiudersi maestosamente con un paio di accordi malinconici, come a voler far capire che ci sarà un seguito in futuro.

L’unico appunto che mi sento di fare riguarda la produzione dell’album che risulta appena sufficiente ed è un peccato perché in quegli anni anche in Italia si potevano ottenere risultati più che lusinghieri. Il solito budget limitato ha ristretto ad una settimana la lavorazione completa di tutto il disco e MORBY ha dovuto cantare tutti i pezzi in un sola giornata! Il sogno di ogni defender che si rispetti è quello di trovare un giorno o l’altro questo capolavoro in CD con i pezzi rimasterizzati e magari con una produzione roboante sulla falsariga dell’ultimo PRIMAL FEAR, ma penso onestamente che la speranza rimarrà tale. La valutazione dell’LP varia dai 40 ai 50 Euro circa , data la difficoltà della sua reperibilità e anche perché chi ne possiede una copia, si guarda bene dal disfarsene. Le recensioni all’estero sui vari magazines come METAL FORCES, ROCK HARD e METAL HAMMER furono piu’ che lusinghiere.

Personalmente ricordo che la sensazione che trassi dal primissimo ascolto del disco fu di piena soddisfazione visto che una volta tanto quello che mi aspettavo è stato ripagato completamente ed inoltre ebbi sentore che finalmente l’Italia aveva trovato dei validissimi alfieri in campo classic/epic come poi la storia ha più che confermato. La band ha poi pubblicato sempre nel 1987 uno split-EP con PAUL CHAIN contenente un solo pezzo e nel 1989 l’LP HOKA HEY, lavoro dignitoso ma a mio personalissimo parere non fondamentale.

I Sabotage si sciolsero nel 1991, quantomeno nella loro accezione defender. Il loro ricordo rimarrà indelebile negli oscuri cuori degli amanti del potente e fiero metallo anni ’80 più puro. Lo stato di cult-band se lo sono pienamente guadagnato, approdando di diritto nelle fredde viscere della leggenda del firmamento heavy metal mondiale che si può quindi vantare di annoverare anche questo nostro gruppo di compatrioti.
 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Tracklist:
Victim of the World
Ridin’ through the Dark
Mothers
Warmachine
Fight for your Music
Nightkiller
Heroes of the Grave
Promised Land

Line Up
Morby (vocals)
Andy Fois (guitar)
Henry Caroli (bass)
Dario Caroli (drums)

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