Recensione: Blood Ceremony

Di Angelo D'Acunto - 4 Gennaio 2009 - 0:00
Blood Ceremony
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Genere:
Anno: 2008
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80

Ormai, al giorno d’oggi, capita molto spesso di trovarsi al cospetto di gruppi e artisti intenti a donare il proprio personale tributo a quelle che erano le vecchie glorie del passato, proponendo un genere musicale che potrebbe forse essere considerato come “antiquato”, ma che comunque, allo stesso tempo, viene condito con rielaborazioni piuttosto personali capaci di rendere la proposta musicale originale e decisamente affascinante. A questa schiera di band nostalgiche si uniscono i canadesi Blood Ceremony, formazione di Toronto spuntata letteralmente dal nulla con l’omonimo esordio discografico targato Rise Above Records.

Influenzati direttamente dai grandi maestri degli anni ’70 e ’80 del calibro di Black Sabbath, Jethro Tull, Pentagram, Black Widow, Saint Vitus, Witchfinder General e la scena progressive settantiana italiana. Ma non solo, alla base della musica dei Blood Ceremony c’è anche una certa dose di cultura horror che riaffiora nei testi, quest’ultimi sempre a cavallo fra arti magiche ed esoterismo come nella migliore tradizione del doom d’alta scuola. Una miscela decisamente interessante quindi, già proposta, seppur in modi piuttosto differenti, dai Noekk di Markus Stock e Thomas Helm e dagli Orne di Sir Albert Witchfinder (Reverend Bizarre). Se lo stile dei primi mirava a spingersi nettamente verso gli oscuri territori del doom più soffocante, mentre i secondi lasciavano emergere la parte più progressiva dell’esperimento, nel caso dei Blood Ceremony i due generi risultano essere perfettamente bilanciati, amalgamandosi fra loro senza mai abbandonare le atmosfere più oscure e senza spingersi verso aperture ritmiche tecnicamente troppo elaborate. A guidare la band canadese troviamo la figura di Alia O’Brien’s, singer dall’aspetto teatrale e dotata di un timbro vocale vagamente somigliante a quello della più famosa Grace Slick dei Jefferson Airplane, accompagnata da una sezione ritmica che concentra gran parte del proprio potenziale sul lato più atmosferico della musica. Il paragone con la band di San Francisco calza a pennello anche per quanto riguarda le escursioni più psichedeliche dei quattro canadesi, le quali fanno capolino sin da subito con l’iniziale Master Of Confusion: un vero e proprio viaggio fra oscurità ed effetti collaterali da abuso di acidi, guidato da distorsioni di chitarra ed incursioni di organo puramente old style. Le successive I’m Coming With You e Into The Coven lasciano invece spazio a quelle aperture prog-folk tanto care ai Jethro Tull degli anni d’oro, guidate in questo caso dagli inserti di flauto ad opera della sempre brava O’Brien’s. Il resto della tracklist rimane più o meno fedele a questo tipo di stilemi, con brani ora più tendenti al progressive, ora più spinti verso il doom seminale dei Black Sabbath. Gli echi della band di Tony Iommi si fanno sentire spesso e volentieri in tutti i pezzi presenti, sopratutto nelle strutture ritmiche adottate in Return To Forever, traccia che può essere sicuramente considerata fra gli episodi più riusciti del disco insieme all’ipnotica The Rare Lord. A chiudere le danze (nel migliore dei modi) troviamo le melodie arabiche dell’ossessiva Hop Toad, le aperture nettamente più blues-oriented di Children Of The Future e il ritorno in cattedra degli elementi psichedelici che riaffiorano fra le note della conclusiva Hymn To Pan.

Esordio piuttosto brillante, dunque. Non un semplice e nostalgico salto indietro nel passato quello dei Blood Ceremony, ma bensì la prova che anche due generi considerati così distanti l’uno dall’altro possono essere ugualmente miscelati fra loro per dare alla luce una proposta tanto innovativa quanto musicalmente fedele alle antiche glorie del passato. Un disco, quindi, che riuscirà a soddisfare le orecchie dei nostalgici del prog rock settantiano e, allo stesso tempo, dei fedeli al doom della vecchia scuola sabbathiana.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Master Of Confusion
02 I’m Coming With You
03 Into The Coven
04 A Wine Of Wizardry
05 The Rare Lord
06 Return To Forever
07 Hop Toad
08 Children Of The Future
09 Hymn To Pan

Line Up:

Alia O’Brien’s: vocals, flute, organ
Sean Kennedy: guitars
Chris Landon: bass
Andrew Haust: drums

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Anno: 2008
80