Recensione: Don’t Shoot The Messenger

Di Fabio Vellata - 16 Febbraio 2008 - 0:00
Don’t Shoot The Messenger
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Genere:
Anno: 2008
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73

Dischi come questo sono autentici viaggi a ritroso nel tempo: poco metal, ma tantissimi spunti presi direttamente dalla miglior tradizione di trent’anni fa, quella costruita dai leggendari dettami di eterni campioni quali Led Zeppelin, Mc5, The Stooges, Bob Dylan e Rolling Stones.

In una breve definizione, un percorso alla scoperta del vecchio e primigenio rock, quello che non era ancora “hard”, ma che, con il “figlio” ribelle, già condivideva attitudine, spirito e voglia di rompere gli schemi.
Don’t Shoot The Messenger‘, prima creatura solista di Stevie Klasson – esperto guitar player svedese già con Diamond Dogs ed Hanoi Rocks – è, infatti, un omaggio, gradevole e di ottimo valore, agli albori di un genere musicale che gli anni hanno reso mitico ed immortale, una sorta di celebrazione di suoni apparentemente datati, ma sempre ricchi di gran fascino e di assoluta attualità.

Blues, rock ed un pizzico di country vanno a fondersi in un’unica “soluzione” artistica manifestata in dodici tracce “d’autore”, accomunate da un suono volutamente ed elegantemente filo-settantiano (comunque molto ben definito e curato) e da una voce espressiva e perfetta per il tipo di musica messa sul piatto, non troppo dissimile dal miglior Mick Jagger, con qualche piccola inflessione Dylaniana.
Affascinante e senza tempo, il cammino si presenta, sin dai primi ascolti, carico di risvolti positivi e capitoli interessanti. Qualità senza dubbio di notevole importanza, è il livello pressoché omogeneo dei brani proposti, forse mai “miracolosi”, ma sempre dotati di un proprio appeal ed ottimamente confezionati.
Da segnalare a tal proposito, la quaterna composta da “Hand Me Downs”, “Do What You Want”, “Bedspring Symphony” e “Downbound Train”, quattro episodi chiaramente esemplificativi di un album genuino e divertente, che non si propone quale ascolto imprescindibile, ma può davvero “dire la sua” in contesti spensierati, risultando gradito agli amanti di sonorità prive di effetti speciali ma, in ugual misura, infarcite di feeling e verace capacità d’intrattenimento.

Certo, inutile andare alla ricerca di un benché minimo barlume di inventiva o suggerimento insolito, le idee originali sono bandite e messe immediatamente alla porta, ma, a quanto sembra, non pare proprio che Klasson avesse velleità di tal tipo…

Nulla di nuovo, nulla di originale, nulla di rivoluzionario. E allora?
Beh, se Stones, Dylan e Zeppelin sono tra i vostri beniamini e vi “accontentate” di un disco caldo e pieno di passione, feeling, amore per il rock e ricolmo di sapori dal fascino antico e senza tempo, “Don’t Shoot The Messenger” potrebbe rivelarsi proprio una bella sorpresa.

Perchè non dargli un’opportunità…

Tracklist:

01. Goin Mental
02. Hand Me Downs
03. Do What You Want
04. Sweetheart Angel Pure
05. Bedspring Symphony
06. Talk Too Much
07. Downbound Train
08. White Line Fever
09. Lucky
10. All The Action
11. Angel In Black
12. Don’t Mess With Evil

Line Up:

Stevie Klasson – Voce / Chitarra
Surjo Benigh – Basso
Captain Janne Petersson – Tastiere
Kenneth Björnlund – Batteria
Brady Blade – Batteria
Jenny Schyttberg – Voce / Back Vocals

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