Recensione: I Am Sick, I Must Die

Di Stefano Santamaria - 11 Ottobre 2017 - 0:00
I Am Sick, I Must Die
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2017
Nazione:
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70

Torniamo piacevolmente indietro nel tempo con l’ultimo Ep degli olandesi Inquisitor, progetto tornato alla nostra memoria per ascolti legati alle loro prime demo degli anni novanta.

 Il progetto si ispira alla scena death thrash di Sadus, Dark Angel e Magnus. L’Ep in questione è composto da una nuova traccia che dà il titolo all’uscita medesima. A chiudere il pacchetto due cover rispettivamente di Pestilence e Dark Angel. Chiaro che la limitata durata non ci permetta di dare un giudizio in sé sull’uscita, il cui valore è meramente collezionistico. 

Al di là di questo, la band ha dietro di è un passato scarno di uscite, considerato che a parte l’unico full-length “Walpurgis – Sabbath of Lust” abbiamo in “libreria” due demo, un split e una raccolta.

Sound violento, tagliente, figlio di uno spirito legato a doppia mandata con un death metal estremamente tecnico e debitore della old school. Impossibile, almeno per il sottoscritto, restare immobile ai brani degli Inquisitor, il cui sound di certo non scuote nulla del filone, in senso di novità, ma travolgendoci per passione e fantasia delle strutture. 

Auspichiamo ‘I Am Sick, I Must Die’ sia preludio di un full-length, perchè il progetto ha mostrato nel corso degli anni qualità e capacità di coinvolgere. Taglienti come rasoi, i musicisti hanno ancora tanto da dire e renderanno felici gli appassionati del thrash / death più primordiale e genuino. Un tornado di eventi che vi investirà e dal quale ripercorrerete, con un vero e proprio tuffo al cuore, tutte le vostre più vetuste passioni. 

Stefano “Thiess” Santamaria

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