Recensione: MCCCXX, Milletrecentoventi

Di Lorenzo Gestri - 30 Luglio 2010 - 0:00
MCCCXX, Milletrecentoventi
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 1993
Nazione:
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75

1320: a lungo ho cercato di comprendere il motivo di questo titolo ermetico, anche perché, oltre ad essere un anno apparentemente irrilevante rispetto a tante altre famosissime date nella storia occidentale, non vi sono diretti collegamenti tra i titoli delle canzoni con l’anno in questione.
Forse si tratta solo di una numerologia legata alla band ma questo non lo sappiamo. Una cosa sola però è certa: mi ci sono voluti secoli per trovare questo EP!

Il Trono dei Ricordi è stato negli anni Novanta una realtà per il Progressive Rock italiano (escludendo gruppi già affermati come la PFM) assieme ad altre band come i romani Mad Crayon, gli avellinesi Notturno Concertante o i compaesani fiorentini Nuova Era: tutti gruppi che hanno donato al mondo della musica veri e propri gioielli splendenti, senza però riuscire ad affermarsi in un panorama più esteso a causa della fase di tramonto che stava vivendo il progressive rock in quel decennio.
Questo MCCCXX non è ovviamente un capolavoro ma, dal punto di vista del songwriting e del miraggio, si è rivelato una sorpresa: si tratta di un mini-platter completamente strumentale  dalla durata di poco più di 24 minuti così ben curato da aver ben poco da invidiare al suo successore.

Un’Introduzione “tastierosa”, con tanto di trombe e harpsichord in sottofondo, si alterna tra flauti e cori in una melodia dai sapori puramente Medievali/Rinascimentali che improvvisamente iniziano a dare un senso al titolo del disco.
Lo stile del quartetto fiorentino è inconfondibile già in questo primo platter il quale, sin da subito, mette in chiaro la supremazia delle tastiere di Alessandro Lamuraglia. Nel punto in cui ci si aspetterebbe l’entrata in scena delle chitarre, appaiono invece i pochi battiti di una batteria più aggressiva con il compito di separare l’“Intro” dall’opener “Excalibur”. Le melodie eccellentemente orchestrate dal leader della band, vero e proprio Pifferaio Magico, non annoiano mai. Per contro però spesso i riff di accompagnamento della chitarra di Paolo Lamuraglia risultano un po’ soffocati e, a mio parere, una maggiore incisività delle chitarre avrebbe sicuramente giovato a queste canzoni.
La presenza del basso di Erik Landley si fa decisamente più sentire invece nella seconda traccia: “Il Campo dei Miracoli”. D’un tratto ci si sente catapultati in Toscana, nella Pisa rinascimentale, accolti da un arpeggio di harpsicord che dà vita a un motivetto inizialmente diretto da un flauto (tutto elettronico ovviamente) e successivamente ripetuto dal grido degli organi e dei cori.
Infine giunge a sorpresa “La Maschera nel Buio”, una suite di 14 minuti, le cui tetre note sembrano annunciare un viaggio nello spazio e nel tempo senza alcun preavviso. Tanto il nome (che si riferisca al Fantasma dell’Opera di G.Leurax? Oppure alla maschera di ferro ne Il visconte di Bragelonn di Dumas?) quanto le melodie abbandonano la tematica medievale per abbracciare per l’appunto uno stile più teatrale.
Coloro che hanno sentito l’album successivo non faranno troppa fatica a riconoscere quella che si chiamerà “Visions of the Daughters of Albion”, divenuta tale con l’entrata in scena del cantante Alberto Mugnaini. La suite, e con lei il disco, si conclude con un’acuta risata.

In conclusione, questo interessantissimo MCCCXX altro non è che il primo logico passo verso il debut album, il quale presenterà (oltre che nuove melodie) una maggiore cura nel mixing e soprattutto testi cantanti.

Lorenzo “DottorFaust87” Gestri

Spesso riuscire a reperire gli album dei gruppi progressive rock italiani è un’impresa difficile, ma decidere di reperire addirittura un demo è quasi impossibile. Non esistendo alcun sito ufficiale della band, non mi è rimasto altro da fare che cercare gli stessi componenti della band; è infatti a Stefano Cupertino, primo batterista e successivo mixer della band, che devo un enorme ringraziamento per aver permesso a questo piccolo cavaliere della musica di trovare il suo Santo Graal.

 

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Tracklist:

01 . Intro / Excalibur (4:24)
02 . Il Campo dei Miracoli (5:07)
03 . La Maschera nel Buio (14:18)
 

Lineup:


Alessandro Lamuraglia — Tastiere
Erik Landley — Bass
Stefano Cupertino — Effetti Elettronici / Batteria
Paolo Lamuraglia – Chitarre

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