Recensione: Mondoscuro

Di Giuseppe Casafina - 13 Ottobre 2016 - 17:12
Mondoscuro
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2016
Nazione:
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70

30 ANNI DI UN MONDO MARCIO ED ESTREMO

 

I Necrodeath ormai non hanno più nulla da dimostrare a nessuno, cosa ampiamente risaputa ed anche ribadita nella nostra recente intervista con Peso: 30 anni di coerenza stilistica ne hanno ormai garantito uno status intoccabile, forse come nessun altro nel sottosuolo tricolore. Si potrebbe anche dire la stessa cosa di Cadaveria in fondo, altro peso massimo della vecchia scuola del metal italico: lei era parte di quei fenomeni denominati Opera IX, così come lo era Flegias, tuttora drummer dei Cadaveria sotto lo pseudonimo di Marçelo Santos.

Entrambi i nomi ora convergono in un’unica direzione, denominata “Mondoscuro”, orientata solo apparentemente al passato (la citazione “Mondoscuro” rimanda volutamente ai Mondocane, progetto il cui uncio tassello discgorafico risale al 1990 sotto il nome di “Project One”) ma saldamente ancorata a quello che è il presente della formazione italiana: un presente, appunto, fatto di ritrovata stabilità artistica oltre che a livello di formazione, segno di una formazione che può tranquillamente permettersi di suonare quel che più apprezza senza dare conto a nessuno oltre che stessa.

Con questo voglio solo dire “Mondoscuro” è una release messa sù per puro divertimento e che di certo nulla aggiunge, e nemmeno vuole farlo, al livello discografico di entrambe le formazioni: tale uscita è infatti composta da 6 pezzi di cui due cover ‘a vicenda’ (non saprei come meglio definirle, dato che parliamo delle due formazioni che coverizzano e reinterpretano a loro piacere una i brani dell’altra), due inediti a collaborazione (con la collaborazione di Flegias e Cadaveria nei rispettivi pezzi) e due cover ‘pure’ (rispettivamente di Type O Negative e The Beatles) poste in conclusione del lavoro.

 

PARTE 1: COVERIZZIAMOCI A VICENDA, DAI CHE CI DIVERTIAMO!

 

Si parte con Cadaveria, che coverizza in maniera ‘teatrale’ un pezzo storico come ‘Mater Tenebrarum’ dei Necrodeath, aggiungendoci quel tocco sinistro e gotico che mancava nella versione originale: ottimo in tal senso lo stacco centrale particolarmente atmosferico ed evocativo, in grado di offrire un’ottima reinterpretazione rispetto al feeling apocalittico a senso unico del brano originale.

Poi, ad alternanza, ripartono i Necrodeath, che coverizzano in maniera egregia ‘Spell’ di Cadaveria: la ‘Necromorte’ ci mette del proprio nel personalizzare al massimo il brano, riuscendo ad infondere al brano originario quella vena thrashy che qui rievoca in manera feroce e malsana. Ottimo anche lo stacco atmosferico centrale, con un Flegias particolarmente a suo agio anche in momenti così distanti da quelli della sua band originaria. Ancora una volta centro: incantesimo riuscito!

 

PARTE 2: DUE INEDITI, TANTE SCOPERTE

 

Finita la prima parte dell’ EP, si riparte con gli inediti veri e propri delle rispettive formazioni: ‘Dominion Of Pain’ di Cadaveria è horror metal che scorre sanguigno, con un Flegias particolarmente ispirato nei momenti in cui è chiamato a duettare con la ‘Shadows’ Madame’ per eccellenza sul suolo metal italiano: un brano classico per il tipico Cadaveria-sound, teatrale ma anche diretto, potente e ben arrangiato. Davvero ottimo il finale, con quel rallentamento che ‘puzza’ di Lucio Fulci ma che riprende quota con una forsennata corsa verso il finale, forgiando melodie sinistre (quasi una versione più seriosa e terrorizzante delle opere di Tim Burton, ma in chiave puramente metal) che ben salde si ficcano nella mente dell’ascoltatore.

Ora è il turno dei Necrodeath, ed ecco che parte ‘Rise Above’, che dopo un’inizio sparato come da tradizione della Necromorte, rivela la sua anima oscuramente ‘gotica’, sicuramente messa in asso per dare possibilità alla frontwoman di mettersi maggiormente a proprio agio nei meandri di questo brano in doppia lingua (inglese, con alcune parti in italiano) che, nelle parti più tirate, non rinuncia al tipico trademark dei thrashers tricolore. Esperimento riuscitissimo, ed anche piuttosto gradito in realtà, in grado di mostrare definitivamente ed una volta per tutte che i Necrodeath sanno rimanere fedeli a loro stessi anche quando cercano soluzioni fresche ed apparentemente estranee al loro sound (e la cover dei Beatles espanderà ulteriormente il concetto, ma andiamoci piano per ora!)

 

PARTE 3: IMMAGINANDO DONNE CRISTIANE E REINVENTANDO LA STORIA

 

Veniamo alle due cover finali: parte Cadaveria, che grazie alla sua band omonima rivisita in maniera abbastanza fedele ‘Christian Woman’ dei Type O Negative, non rinunciando ovviamente ad aggiungerci quel tocco tipicamente estremo della sua formazione, mentre i Necrodeath rivisitano ‘Helter Skelter’ dei The Beatles….e cosa dire? No, non è che ora i Necrodeath si sono dati al pop eh? Non sia mai, piuttosto immaginate (o almeno provateci, sù) una versione di Paul McCartney & soci particolarmente impazzita e ‘bastardizzata’ e forse sarete vicini a quella che è la reinterpretazione ‘thrashosa’ dei Necrodeath. E fate pure finta che gli amplificatori hi-gain fossero già presenti al periodo (- ….altro che ‘il top delle distorsioni possibili al periodo era il crunch dei primi Marshall’….tsk, quante storie….zero limiti! – Nda) magari, che forse renderebbe la cosa ancora più di facile assimilazione.

Insomma, al diavolo tutto quello che i luoghi comuni tentano invano di insegnarci e che la più pura follia creativa sia con voi!

Cosa dire alla fine? Davvero una scelta originale…ed ovviamente, complimenti al risultato! EP finito!

 

UNA CERTEZZA FIN DALL’INZIO

Arrivando alla fine di sicuro sarà ancora più nota la caratteristica ribadita all’inizio, cioè che “Mondoscuro” non reiventa nulla ma ha l’unico scopo di intrattenere e e divertire i numerosi fan delle rispettive formazioni: sincerità al suo massimo insomma, nell’attesa che i rispettivi full-length veri e propri possano prendere definitivamente forma fino al disco compiuto. Vi sono differenze sostanziali nelle produzioni delle rispettive band, vale a dire più compatta e moderna la parte rappresentata dai brani di Cadaveria, più rozza e mediosa quella dei Necrodeath: insomma, nulla più che una chiara differenzazione stilistica delle due proposte, come è logico che sia.

Alla fine di tutto, sia i Necrodeath che Cadaveria si saranno indubbiamente divertiti.

E voi con loro, mi auguro: onestà al suo massimo come già detto, per un 7 meritatissimo.

 

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