Recensione: Moral & Wahnsinn

Di Alessandro Calvi - 24 Marzo 2011 - 0:00
Moral & Wahnsinn
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Anno: 2011
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65

Puntuali come la fine del mondo (eh, sì, ormai manca un annetto al 2012) tornano a farsi sentire i nostri teutonici Cavalieri dell’Apocalisse preferiti. Folli, ecclettici, amati per il loro saltare da un genere all’altro, spesso facendone il verso, o odiati, in alcuni casi semplicemente perchè difficilmente inquadrabili da chi è di vedute troppo ristrette per ascoltare qualcosa di fuori dall’ordinario. I Die Apokalyptischen Reiter sono (o sono stati) questo e molto altro. A due anni dal loro precedente lavoro in studio pubblicano questo “Moral & Wahnsinn” (trad. “morale e follia”) destinato, ovviamente, a far parlare di sé. Come, lo vediamo subito.

Le dichiarazioni mirabolanti dei musicisti tedeschi avevano sicuramente allettato fantasia e curiosità dei fan. L’ultimo disco (“Licht”), infatti, era stato bello, come sempre, ma di certo non proprio esaltante e per molti versi ben al di sotto delle potenzialità della band. Inoltre aveva segnato un deciso cambio di rotta verso un sound a tratti fin troppo orecchiabile. Ovvio, quindi, che per il nuovo cd ci si aspettasse molto da Fuchs e soci. Gli annunci, poi, fin troppo prevedibilmente, son andati proprio in questa direzione parlando di un album capolavoro. Per bocca degli stessi musicisti l’abbiamo visto giudicato forse il migliore mai sfornato dai Reiter, arrivando addirittura a definirlo come “qualcosa che nessuno ha mai fatto prima”.
Purtroppo questa frase, disco alla mano, è immediatamente smentibile, dato che qualcuno che ha già fatto qualcosa di simile c’è. E son proprio loro.
Nulla di nuovo sotto il sole, quindi, per quanto riguarda il panorama offerto dai Die Apokalyptischen Reiter, ma, almeno, un certo miglioramento. “Moral & Wahnsinn”, infatti, si presenta, fin dai primi ascolti, come un ritorno a certe sonorità più pesanti e pestate che nel recente passato erano state messe fin troppo velocemente da parte. Il passo indietro stilistico, però, avrebbe dovuto essere accompagnato anche dal ritorno di una certa verve e originalità, da una ritrovata ispirazione. Purtroppo questo non è avvenuto, se non in minima parte.
Come si diceva, in questo disco non c’è praticamente niente di nuovo. Là dove dischi come “Have a Nice Trip”, “Samurai” o “Riders of the Storm” erano un continuo effetto speciale, una serie di fuochi d’artificio uno dietro l’altro, qui tutto suona quasi già sentito. La formula, ormai, è nota e ben collaudata e l’addove, prima, c’era il gusto di provare cose nuove, di stupire l’ascoltatore con melodie, stilemi, inserti, del tutto inaspettati, ora si tende a ricalcare quanto già fatto. L’alternanza melodia-sfuriata si presenta, pressochè identica, lungo praticamente tutta la tracklist. Gli unici lampi di vera originalità son le spruzzate di musica orientale nei primi brani o sparute canzoni come “Dr. Pest” (forse la migliore del lotto), ma è ben poca cosa da parte di chi, in passato, era capace di presentare dieci, o più, tracce di generi musicali tutti diversi. Così, anche passaggi interessanti come lo stacco centrale di “Heimkehr” e altri momenti degni d’attenzione sparsi qui e là per il cd, rischiano di passare inosservati o di perdersi, soffocati in un auto-citazionismo fin troppo di maniera.

Il nuovo disco dei Die Apokalyptischen Reiter era molto atteso dai fan. “Moral & Wahnsinn” aveva il compito, l’onore e l’onere di risollevare il nome di una delle band più originali e fuori dagli schemi del panorama metal mondiale. Il ritorno a un sound più vicino a quello degli album migliori dei cavalieri tedeschi non è, però, stato sufficiente a giustificare gli annunci mirabolanti dei musicisti che lo definivano già come il loro capolavoro definitivo. Ben lungi, poi, dall’essere quel “qualcosa che nessuno ha mai fatto prima”, “Moral & Wahnsinn” appare come un disco di maniera: ben composto, ben suonato, che si lascia ascoltare con molto piacere dall’inizio alla fine, ma senza una vera anima. Manca, infatti, quel qualcosa in più che contraddistingueva i veri capolavori dei Reiter, quella capacità di stupire, di farla fuori dal vaso sempre e comunque, di essere irriverenti, ma con qualcosa da dire.
Indubbiamente non è neanche un brutto disco, i negozi son pieni di album fotocopie e “Moral & Wahnsinn” spicca, in ogni caso, tra la massa come qualcosa di diverso e “strano”. Non si fa notare (se non in negativo), invece, all’interno della discografia del gruppo stesso che, forse, ci aveva abituato fin troppo bene. Una volta fattasi la bocca ai più prelibati manicaretti, però, è difficile tornare indietro. Speriamo, quindi, che siano di Die Apokalyptischen Reiter a tornare ai fasti che li han resi così interessanti ai nostri occhi, e che lo facciano presto.

Tracklist:
01 Die Boten
02 Gib Dich Hin
03 Hammer Oder Amboß
04 Dir Gehört Nichts
05 Dr. Pest
06 Moral & Wahnsinn
07 Erwache
08 Heimkehr
09 Wir Reiten
10 Hört Auf
11 Ein Liebes Lied

Alex “Engash-Krul” Calvi

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