Recensione: Reach

Di Francesco Maraglino - 12 Novembre 2016 - 10:39
Reach
Band: Tyketto
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2016
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
79

Ho sempre avuto un debole per quelle band che sembrano proprio essere nate nel momento storico sbagliato. Quelle formazioni e quegli artisti, insomma, che si pongono pervicacemente in direzione ostinata e contraria rispetto al trend intellettuale del momento. Da un certo punto di vista, percepisco queste formazioni come quelle posizionate nella direzione stilistica più controcorrente di tutte. Ben poco calcolo può, difatti, essere attribuito ad esse come presupposto delle proprie scelte artistiche, ma certamente tanta passione per la musica che hanno deciso di proporre. Sto parlando di quelle band, ad esempio, che si sono messe a suonare progressive in piena era punk/new wave. Oppure hard rock patinato di matrice AOR in piena epoca grunge.

E’ il caso, quest’ultimo, dei Tyketto. La band USA, infatti, ha esordito nel 1992 con Don’t Come Easy, (l’album contenente Forever Young). Un lavoro ben poco considerato in un’epoca in cui tutti eravamo presi ad ascoltare, peraltro con interesse e soddisfazione, Soundgarden, Pearl Jam e Nirvana, rinnegando, tra l’altro (salvo successiva rivalutazione), il metal patinato con cui ci sollazzavamo poco prima.
Il passaggio degli anni, e dei decenni, consente, però, di mettere tutto nella giusta prospettiva, ed oggi l’esordio dei Tyketto è considerato tra i classici che non possono mancare nella discografia di chi ama certo hard rock. E la band, oramai da qualche tempo, è tornata a frequentare palchi e mercato discografico.
A quattro anni di distanza dall’apprezzato Dig In Deep, e con solo il cantante Danny Vaughn ed il batterista Michael Clayton quali sopravvissuti della originale line up, è arrivato anche il nuovo CD “Reach”.
Si tratta di un full-length che non offre particolari sorprese, a parte qualche appena accennato aggiornamento dei suoni, srotolando, un brano dopo l’altro,  il suo rock duro ma non troppo, da una parte reso rustico da inflessioni southern e dall’altro ingentilito dalle levigature AOR.

Proprio la title-track Reach ne è calzante esempio, grazie all’inizio ed ai suoi intermezzi bombastici, al suoni delle tastiere e delle chitarre elettriche, al suo decorso da semiballata con chorus arioso. Un mix di AOR più americana diluita nel pop, insomma.
Parecchi sono qui i brani tirati e scalpitati (che a qualcuno ricorderanno certi Mr. Big) come Kick Like A Mule, scalciante come da titolo e groovy quanto basta grazie sia all’impeto della sezione ritmica che alle asce vorticose, e Big Money, un metal melodico trainato dai riff ficcanti e dal basso e dalla batteria incalzanti, nonché  irrobustita da un  ritornello secco e deciso.

Un pugno di canzoni è, altresì,  pervaso da un’avvincente tensione nervosa: è il caso di Sparks Will Fly e The Fastest Man Alive, inquieta e trafitta da riff e assoli dell’axeman Chris Green e dalle quattro corde di  Chris Childs, e ancora  I Need It Now, innervata ancora dai tracciati disegnati da  sei-corde e basso, ma nella quale i coretti stemperano la tensione con un diluente pop.

Non possono mancare, in un platter di questo genere, momenti più emotivi: Letting Go, per dire, è una ballata “chitarra acustica e voce” che però s’impenna in un assolo elettrico e in un ritornello ad alto tasso di melodia come si usava negli ottanta (per la gioia delle ragazze più romantiche, ma non solo). Scream, ancora, è uno slow disteso in cui gli strumenti acustici (piano e voce) ed elettrici si mettono al servizio di una misurata song dalle atmosfere raffinate che puntano dritte ad emozionare l’ascoltatore.

Reach non lesina iniezioni di suoni “roots”, si diceva. Infatti, Circle The Wagons si palesa come una semiballata dal ritornello e dai cori ariosi ed evocativi nonché, appunto, vagamente immersi in una matrice popolare/americana addomesticata in chiave pop. Sulla stessa pista The Run, dall’apertura acustica con chitarre anche latineggianti, e dallo svolgimento elettrico che disegnano una canzone che non lesina epos tipicamente a stelle e strisce.
 

Reach, in buona sostanza, vede i Tyketto proporre valorosamente il loro hard melodico, impreziosito da tracce di american music a tratti addomesticata dal pop, un tiro incessante che non lascia tregua anche nei momenti più gradevoli, una chitarra che spesso si lancia in assoli di matrice hard e virtuosa senza strafare e senza sterili esibizionistici.

La voce di Danny Vaughn si mostra duttile e a proprio agio nelle svariate atmosfere che colorano l’album, mentre la sezione ritmica che non disdegna calori black.
Un altro must di questo 2016, insomma, per chi ama l’hard rock melodico (e dintorni).

Francesco Maraglino


 

Ultimi album di Tyketto

Band: Tyketto
Genere: Hard Rock 
Anno: 2016
79
Band: Tyketto
Genere:
Anno: 2012
80