Recensione: Salvation

Di Carlo Passa - 21 Febbraio 2013 - 0:00
Salvation
Band: The Prophecy
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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72

Giungono al quarto album gli inglesi The Prophecy, fautori di un doom progressive con qualche influsso death, per lo più veicolato dai pochi growl sparsi qua e là nel disco e piuttosto bene amalgamati con l’insieme proposto.

I modelli dei The Prophecy sono presto detti: l’attitudine degli  Anathema, i My Dying Bride meno complessi e le linee melodiche di Opeth, Pain of Salvation e Green Carnation. Il valore aggiunto della band consiste in un buon gusto melodico, unito ad arrangiamenti sapienti in grado di valorizzare le lente nenie che abbondano in “Salvation”; vengono così proposte atmosfere avvolgenti capaci di regalare bei momenti all’ascoltatore disposto a lasciarsi scorrere addosso il tempo necessario ad ascoltare canzoni che durano tra i dieci e i quattordici minuti.
A questa regola  fa eccezione la sola “Reflections” che, forse non a caso, rappresenta l’anello più debole di “Salvation”, risultando in una incompiuta imitazione dei Pain of Salvation del periodo di “One Hour by the Concrete Lake”.

Davvero buoni, invece, gli altri quattro pezzi dell’album.
Pur essendo molto simili tra loro per soluzioni e struttura (ritmi lenti, alternanza di atmosfere pacate e parti più aggressive), riescono a non risultare ripetitivi proprio in virtù dell’eccellente scrittura di  melodie semplici, ma mai banali. In una parola: belle.
Su tutte si staglia “Released”, vero gioiellino che prende per mano l’ascoltatore lungo un viaggio fatto di sensazioni cangianti in cui è dolce perdersi.

Tecnicamente la band è valida e le va dato credito di non scadere in virtuosismi fuori luogo, ma di mettere tutta la propria esperienza a servizio della resa delle diverse atmosfere di volta in volta richieste dai pezzi. Coerentemente, la produzione è scarna, al fine di mantenere intatto il groove caldo di un gruppo che sarei curioso di valutare alla prova live.

I The Prophecy sono una band essenzialmente derivativa, priva di particolare originalità e personalità.
Ciò nonostante, “Salvation” è un disco di buona fattura ed è triste per il suo recensore constatare come sia altamente probabile che, dopo qualche settimana di stanza nelle playlist degli appassionati, finirà per perdersi nell’orgia di uscite discografiche che affollano il mercato odierno.

D’altra parte, questo è il destino della maggior parte dei dischi di media qualità prodotti in questi anni digitali.

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Tracklist:

01. Salvation
02. Released
03. Reflections
04. In Silence
05. Redemption

Line Up:

Greg O’Shea- Chitarre
John Bennett- Batteria
Matt Lawson- Voce
Gavin Parkinson- Basso

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