Recensione: Vinnie Vincent Invasion

Di Rising Force 80 - 10 Gennaio 2006 - 0:00
Vinnie Vincent Invasion
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Anno: 1986
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88

Signore e signori mi appresto a parlare di un musicista che per il suo valore sia tecnico che compositivo non ha certo raggiunto i consensi che meritava. Nella lunghissima carriera dei KISS si sono susseguiti vari chitarristi, ma quello che io preferisco è di gran lunga il Sig. Vincent, l’unico che è riuscito, anche se per breve tempo, a costruirsi un momento di gloria e fama anche dopo la dipartita da Simmons e soci. Oltre ad aver partecipato pienamente alla stesura di due ottimi album con i KISS, Vinnie ha sfornato due dischi solisti di cui quello d’esordio vanno tessuti elogi e consensi.

Come non rimanere totalmente sbalorditi quando le nostre orecchie vanno a sfracellarsi contro il muro sonoro prodotto dalle milioni di note partorite dal nostro guitar hero? Avete letto bene, giutar hero, anche perchè se non proprio pulitissimo il buon Vincent mette in mostra una preparazione tecnica non indifferente. I compagni di ventura in questa sua prima opera sono il cantante R. Fleishman (ex-Journey), dotato di un ugola potente e stridula, il batterista Bobby Rock e il bassista Dana Strum (poi con gli Slaughter). Si parte subito con il riff al fulmicotone di “Boyz Are Gonna Rock”, un pezzo elettrico da capogiro, una hevy song con assoli e cori devastanti, quasi cinque minuti dove il chitarrista italo-americano da sfoggio alle sue tecniche di suono preferite, tra cui lo sweep-picking ed il tapping. A seguire vi è “Shoot U Full Of Love”, più morbida nell’incedere ma sempre con la chitarra e la voce in primo piano.“No Sobstitute” è la prima ballad dove cori avvolgenti e chitarra acustica fanno presagire ad un momento di stasi del disco subito però interrotto dalle potenti “Animal” e “Twisted”, altre due mazzate heavy-rock che colpiscono in maniera distruttiva e precisa senza dare scampo alcuno. Segue la sciocca ma divertentissima “Do You Wanna Make Love” che potrebbe ricordare il glam dei Poison anche se il paragone tecnico/compositivo è fuori luogo. La successiva “Back On The Streets” (dove Vincent duetta con Fleishman)è una power ballad unica e dal valore assoluto, potenziale hit radiofonico degli anni ’80 ripresa poi anche da John Norum nel suo primo disco solista.
Si continua poi a saltellare e divertirsi con “I Wanna Be Your Victim” e “Baby-O” dai cori molto curati, per finire poi con “Invasion” dove Vincent porta la sua chitarra a distorsini ed effeti mai sentiti prima, provate ad ascoltare gli ultimi due minuti della canzone e vi embrerà di udire una sirena impazzita.

E’ un disco che forse non inventa nulla, ma trasuda enmergia e classe da ogni solco, suonato da quattro musicisti preparati e con una gran voglia di divertirsi , com’erano tutti i gruppi hard-rock degli eighties. Se non evete questo cd ve lo consiglio vivamente, potreste riscoprire una piccola gemma del passato.

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