Recensione: When Kaleidoscopes Collide

Di Fabio Vellata - 26 Luglio 2008 - 0:00
When Kaleidoscopes Collide
Band: Elevener
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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74

Con gli Elevener si torna a parlare di scandi-AOR, genere musicale dai connotati piuttosto specifici e facilmente identificabili che, in questi ultimissimi mesi, è sembrato leggermente meno prolifico di quanto sperimentato nel corso degli anni appena trascorsi.

Poggiato sulle individualità dei polistrumentisti Johan Bergquist (tastierista, bassista e singer, già visto in azione con i conterranei M.ill.ion) e Anreas Brodén (Chitarra e batteria), il progetto ricalca con successo la strada già più volte percorsa da illustri predecessori: le similitudini ed i paragoni, infatti, si sprecano e vanno a pescare a piene mani dall’immensa e sempre iperattiva fucina scandinava. On The Rise, Radioactive, Street Talk, Talk Of The Town, Spin Gallery, e Work Art, costituiscono una serie di nomi più che sufficiente ad inquadrare la proposta, orientata a soddisfare gli amanti della melodia tout-court e delle atmosfere ricercate e di classe.
Puro AOR dunque, cristallino, luminoso, morbido ed ammantato di sensazioni positive, ideale compagno di una giornata di sole in totale clima vacanziero.

Gradevole sin dai primi ascolti, l’album vanta numerose frecce al proprio arco e non denota particolari cali di tensione lungo l’intera durata degli undici episodi presentati.
Ritornelli facili ed orecchiabili, produzione de-luxe e songwriting efficace, sono elementi agevolmente reperibili in “When Kaleidoscopes Collide”, disco che, all’attento orecchio degli appassionati, giungerà tanto sorprendente, quanto convincente.

Canzoni come “Shooting Star”, “All I Did” e “I Still Remember”, appaiono create con estrema cura e pensate per scivolare con indubitabile freschezza, offrendo un sempre gradito tappeto tastieristico di notevole eleganza, che non manca di rimembrare i fondamentali Toto ed Asia.
Senza dubbio “leggerini” e votati al lato più solare e meno “rock” del genere chiamato in causa, i nordici Bergquist e Brodén si inseriscono in scia agli ottimi Work Of Art, band che, con risultati probabilmente ancora migliori, ha saputo deliziarci, qualche mese fa, con un debut album davvero riuscito e vincente.

Importante e forse unico, aspetto in grado di rendere la proposta degli Elevener di qualche punto inferiore, è la non brillantissima prestazione del citato Bergquist al microfono, prestazione che, ben lungi dall’apparire sgraziata o fuori luogo, manca in forza espressiva e personalità, tale da risultare a volte monocorde ed un po’ piatta a livello interpretativo.

In sintesi e per concludere, un disco piacevole, ben suonato e composto egregiamente, che pare in effetti meritevole di attenta valutazione da parte degli amanti del classico scandi-Aor.

Forse non proprio fenomenale, ma senz’altro un buonissimo inizio con promozione assicurata per un progetto che, qualora supportato da un frontman di ruolo, in grado di caratterizzare con ancora maggiore enfasi il già interessante songwriting, potrà realmente garantire grossi quantitativi d’ottima musica e soddisfazioni in serie.

Tracklist:

01. This Heart Of Mine
02. Say If You Want
03. Shooting Star
04. I Still Remember
05. A Thousand Girls
06. All I Did
07. Her Eyes
08. All Of My Life
09. Waking Up Without You
10. Could It Be You
11. There She Goes

Line Up:

Johan Bergquist – Voce / Basso / Tastiere
Andreas Brodén – Chitarra / Batteria

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