Intervista Quarto Sigillo (Dario Vicariotto)

Come scritto in sede di recensione (qui il link diretto della stessa), dietro alla nuova realtà italiana IV Sigillo si nascondono quattro vecchie triglie del metallo tricolore: Dario Vicariotto, chitarrista, già team principal degli heavy metaller MenacE, a seguire l’istrionico Emiliano Cioffi, animale da palcoscenico, un vero personaggio, oltre che cantante, con un passato di spessore nei doomster Epitaph e non da meno l’accoppiata formata dal bassista/tastierista Omar Roncalli insieme con il batterista Attilio Coldani, entrambi ex Thunderstorm. Da poco è disponibile sul mercato Quarto Sigillo, il loro debutto, che vede la luce per il tramite dell’etichetta italiana Metal On Metal Records. Ne abbiamo approfittato per una chiacchierata con Dario Vicariotto.
Buona lettura
Steven Rich
Da quando esiste la band?
Dario Vicariotto – Ci siamo sentiti telefonicamente per la prima volta nel novembre 2019. Poi c’è stato quel maledetto periodo pandemico, durante il quale c’è stato un fitto scambio telematico, ma era proibito spostarsi. Io sono di Vicenza, Emiliano vive a Verona, Omar a Bergamo e Attilio a Lodi. Quindi era letteralmente impossibile. Ci siamo incontrati di persona a Verona nel maggio 2021, e fu il giorno in cui potei effettivamente stringere la mano a Omar e Attilio. Quel giorno facemmo la prima prova mettendo insieme tutto ciò che ci eravamo scambiati e fu l’effettivo inizio dei IV Sigillo.
Dario Vicariotto, IV Sigillo
Spiega per bene come è nato il gruppo e qual è il vostro obiettivo.
Il gruppo nasce dalle ceneri dei ben noti Thunderstorm. Omar e Attilio (basso e batteria) continuarono a suonare insieme anche dopo lo split. Poi accadde che Emiliano (voce), da poco uscito dagli Epitaph, trovandosi all’Hammer of Doom, in Germania, incontrò degli amici che lo indirizzarono verso i due ex-Thunderstorm che nel frattempo erano alla ricerca di componenti. Io ed Emiliano ci conoscevamo in quanto io seguivo gli Epitaph con devozione, ed è stato lui a propormi di entrare a far parte della band nascitura che fino a quel momento aveva abbozzato una manciata di canzoni. Fui titubante inizialmente soprattutto per la distanza che ci separa. Omar mi mandò delle bozze di canzoni con basso e batteria e alcune anche con la voce, montate o registrate col telefono, sulle quali lavorai un po’. Rispedii il tutto con aggiunte le mie parti di chitarra creando così delle prime versioni un po’ rozze delle canzoni che ora potete sentire su “Quarto Sigillo”. Da qui si giunse alla prima prova insieme, a Verona, dove ci conoscemmo personalmente. La prima prova fu così buona, sia dal punto di vista musicale/artistico, che a livello di affinità elettive, che il seguito fu quasi idilliaco. Caso davvero raro! L’obiettivo era, ed è, quello di creare musica sulfurea senza avere riferimenti precisi e senza nemmeno ripercorrere le tracce dei Thunderstorm. Tradizionale forse: la formazione è la classica del Rock; l’accordatura è standard e non fortemente ribassata come di consueto nel genere; l’album è registrato in presa diretta, praticamente dal vivo, come una volta (le sovra-incisioni si limitano a qualche coro e alle poche tastiere).
Da dove deriva il nome IV Sigillo?
Volevamo un nome in italiano e che fosse evocativo. Cosa c’è di più evocativo di un passo biblico tratto dall’apocalisse di Giovanni dove, all’apertura del Quarto Sigillo, si scatena Morte, uno dei quattro cavalieri, accompagnato da un esercito di morti. Con il potere conferitogli da Dio su un quarto della Terra e il diritto di far morire tutti i suoi abitanti con le armi, con le carestie, con le epidemie e con le bestie feroci?
Quali le vostre principali influenze musicali?
Domanda a cui è sempre difficile dare una risposta precisa e specifica. Nessuno di noi è proprio giovanissimo e di conseguenza tutti noi abbiamo un considerevole bagaglio musicale. Di conseguenza le influenze sono infinite e anche difficilmente individuabili in modo specifico. Forse è più corretto metterla così: le intenzioni sono quelle di creare musica ascrivibile a grandi linee al Doom Metal, o meglio al Dark Sound italiano, viste le caratteristiche di cui sopra, come accordatura e “forma”. Per quanto riguarda me personalmente, credo che i riferimenti preponderanti siano senza dubbio i Death SS dell’era Paul Chain (Violet Theater compresi) e i Black Hole. Non mancano senz’altro influenze derivanti dal cinema gotico e dell’orrore, soprattutto italiano, di secoli fa.
Puoi descrivere anche il significato del simbolo che accompagna il moniker?
Il sigillo che accompagna il nostro logo è composto da un antico talismano che simboleggia l’amore, il piacere e l’attrazione; al quale viene apposto “L’occhio che tutto vede”…rovesciato! Il suddetto occhio nel triangolo è un simbolo al quale sono stati dati migliaia di significati: massonici, religiosi, esoterici ecc ecc… Essendone l’ideatore, il mio intento era quello di ottenere un simbolo rappresentante la band, che fosse intriso di mistero e occulto. Quell’occhio nel triangolo è spesso associato (impropriamente a volte) all’occhio divino che costantemente ci controlla. Rovesciandolo volevo ottenere quell’effetto malefico/occulto che io adoro. Che io sia attratto da certa iconografia e dall’immaginario occulto o “satanico” è cosa nota, senza esserne coinvolto. Quindi il simbolo della band è una sorta di ossimoro bene/male, ma vagamente iconoclasta.
IV Sigillo, 2025
Stessa domanda in riferimento alla copertina…
La copertina è opera di Jowita Kaminska. Un dipinto olio su tela che rappresenta l’apertura del Quarto Sigillo. Si vede infatti una protagonista (ben diverso da quello biblico) che apre il Sigillo e scatena Morte, il cavaliere! E’davvero un’opera bellissima, oscura ma dai colori sgargianti, evocativa ma accattivante!Personalmente la adoro! Abbiamo avuto modo di constatare che praticamente tutti coloro che hanno avuto modo di vederla la hanno apprezzata.
Emiliano Cioffi, IV Sigillo
Dario, presenta il resto della formazione…
Inizio da Omar Roncalli: principale fonte di musica della band. Bassista fin dalla prima ora dei Thundestorm. Bassista estroso e fantasioso dal tocco fantastico che suona in mirabile sintonia con Attilio Coldani: batterista dal terzo album dei Thundestorm. Batteristicamente grosso, pachidermico, creativo e dal groove assolutamente trascinante. Alla voce abbiamo Emiliano Cioffi: già visto dietro ai microfoni di All Souls’Day e Epitaph. Istrionico e incontenibile, non si riesce a “rinchiudere” in nessuna forma predefinita o categoria. Alla chitarra ci sono io, Dario Vicariotto: fondatore dei MenacE e…chitarrista fra i migliori al mondo! Simpaticissimo e dal talento inarrivabile! Hahahahaha
Com’è avvenuto l’approdo all’etichetta italiana Metal On Metal Records?
Sono stati i primi a rispondere con “brillante” alla nostra proposta. Da li è nato un dialogo e successivamente un rapporto di reciproca stima.
Rob Savegnago, MenacE
A livello di MenacE, com’è al momento la situazione?
I MenacE sono ai passi finali della produzione del terzo album. Ne seguirà la ricerca di un editore che faccia in modo che lo possiate ascoltare. Detto da me non vale molto, ma sono così orgoglioso e fiero della mia band e dell’album che abbiamo prodotto che, davvero, non sto più nella pelle (ricoperta di borchie)!
Omar Roncalli, IV Sigillo
Tuoi pensieri e parole in libertà su:
Death SS
I Death SS rappresentano un periodo di grande passione per il sottoscritto. Ero un ragazzino quando li conobbi e fu…terrificante! Il primo contatto con loro fu con quella leggendaria raccolta intitolata “The story of Death SS”. Al tempo mi appassionai alla musica Rock/Metal grazie a un mio cugino più grande e ai suoi amici e impazzivo per Iron Maiden, Judas Priest, Manowar, Europe, Halloween, Black Sabbath, AC/DC, Saxon ecc ecc… Quando mi arrivò quel disco fu sbalorditivo. Era così grezzo e malefico! Io ero un ragazzino di 11/12 anni e non capivo di certo che quel suono fosse così per mancanza di mezzi, per me era il suono dell’incubo. Ricordo perfettamente il momento in cui ascoltai l’intermezzo biblico (guarda caso, sempre l’Apocalisse) su Horrible Eyes! Me ne innamorai perdutamente. Passarono gli anni e conobbi approfonditamente la banda e la sua evoluzione artistica che però, non apprezzai più tanto quanto. Attualmente non sono più fra i miei interessi, ma non manco mai di andarli a vedere. Oltretutto, le recenti esibizioni fatte con gli ex membri, nel bene e nel Male, mi hanno esaltato.
Black Hole
Un gruppo che adoro! Perlomeno per quell’album, ovvero: “Land of Mistery”. Un gruppo di tre ragazzi inesperti, ma pervasi da grande ispirazione. Pregno di mistero e atmosfere da oltretomba. E’la musica che meglio potrebbe rappresentare una seduta spiritica. Quell’album rappresenta per me, nonostante i suoi oggettivi difetti, l’album più bello del genere ascrivibile a Doom Metal/Dark sound.
Epitaph
Essendo gli eredi dei Black Hole ed essendo ormai miei amici consolidati non posso che amarli. Sono veneti come me quindi non sono mancate le occasioni per incontrarci e conoscerci. I loro tre album sono uno meglio dell’altro e li considero senza dubbio fra i migliori gruppi del genere. E non mi riferisco al solo panorama italiano.
Impero delle Ombre
Altra ottima band che ho potuto vedere ed apprezzare dal vivo. La loro peculiarità del cantato in italiano li contraddistingue e rendono davvero coinvolgenti le loro opere ed esibizioni. Tra l’altro ho potuto conoscere personalmente Giovanni (John Goldfinch, voce) in studio mentre registravamo le nostre parti per un altro interessantissimo progetto con svariati ospiti da tutta Italia, che verrà pubblicato a fine 2025, che si chiama VII Vitium.
Paul Chain
Uno dei miei idoli ispiratori. Ho sempre amato Paolo Catena. Ho tutti i suoi vinili autografati. Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo i Violet Theater e fu folgorante vedere Paul, il chitarrista di QUEI Death SS che mi avevano travolto anni prima! Ci fu un periodo alla fine degli anni 90/inizio 2000 in cui Paolo venne spesso in Veneto, perché si faceva accompagnare da una band stoner del trevigiano con cui si esibiva in improvvisazioni come da suo stile. Ebbi così modo di parlarci tantissimo e di conoscerlo. Fu fantastico! Peccato che ora si sia ritirato.
Marius Donati (The Black)
Anche The Black è un personaggio che ammiro. E’così eclettico e personale che non posso che esserne affascinato. Non so dire se i suoi album siano belli o brutti, ma hanno un effetto attrattivo verso di me. Infatti li posseggo tutti e ho anche avuto la possibilità di vederlo dal vivo e di scambiarci qualche parola. Personaggio unico, di grande spessore e dalla gentilezza disarmante. Pace all’anima sua.
Attilio Coldani, IV Sigillo
Com’è al momento la situazione in Veneto in riferimento alle possibilità di esibirsi dal vivo?
La situazione non è certo idilliaca, come però è un po’ dappertutto da quanto posso capire parlando con molti amici in tutta Italia. Ci sarebbero diversi locali dove sarebbe possibile esibirsi, lo scoglio da superare sono i relativi gestori che non si prendono troppi rischi con band di musica originale preferendo tribute bands. Purtroppo parte di questi locali non sono dotati nemmeno di attrezzatura necessaria per fare in modo di poter fare una serata di un certo livello. Il pubblico c’è, ovviamente non si parla di folle oceaniche. Il problema principale è che i locali sono troppo grandi o troppo piccoli per ospitare bands underground. Quindi si deve puntare su alleanze fra bands, come abbiamo già fatto, e organizzare autonomamente delle serate, ma non è facile.
Se tu potessi “rubare” tre brani di altre band e magicamente farli uscire come Quarto Sigillo, cancellandoli dalla storia e dalla memoria collettiva, così da non avere problemi, quali sceglieresti?
Eeeeeeh la lista sarebbe lunga. Cercherò di sceglierne tre ma, qui lo dico e qui lo nego, fra 10 minuti potrei dirne altri tre…e poi di nuovo…Oppure potrei citare tre titoli da Land of Mistery (hahaha).
1: Black and Violet dei Death SS (1983). Una canzone che a mio parere definisce il genere.
2: Melancholy dei Run after to (1988). Riff bellissimo e memorabile e canzone accattivante.
3: All your sins dei Pentagram (1985). Altra canzone paradigmatica del genere.
A quale brano di Quarto Sigillo sei più affezionato e perché?
Anche questa è difficile. Forse “In the Tofet”, il brano d’apertura. E’stato il primo a cui ho lavorato e ha subito vibrato bene nelle mie ossa. Un brano sinistro con dei ritmi particolari che parla di Moloch e della sua infausta fornace. Però non posso non citare “Sin eater”. A mio parere la canzone più particolare, dalla struttura atipica. Esaltante da suonare dal vivo.
Prossime mosse in casa IV Sigillo?
Cercheremo di esibirci dove ci sarà possibile. Il genere non è molto appetibile presso locali generici o situazioni non prettamente specifiche, quindi non sarà facile. La band è comunque già al lavoro su nuove canzoni e le intenzioni non sono cambiate: qualità e onestà.
Spazio a disposizione per chiudere l’intervista come meglio ti aggrada, grazie.
Grazie a te per l’intervista e la possibilità di farci conoscere. Grazie a tutti quelli che avranno voglia di ascoltare entrando in sintonia con la nostra musica, che richiede magari qualche ascolto in più, ma che è pura e sgorga onesta dalla parte più profonda di noi stessi. Venite a sentirci quando suoneremo nelle vostre città: ce la metteremo tutta per far si che la rottura del IV Sigillo sia un’esperienza unica.
Grazie ancora!
Dario Vicariotto
Stefano “Steven Rich” Ricetti