Recensione: Echoes Of Thunder

In concomitanza con il tour europeo dei folk metallers mongoli The Hu, a giugno 2025 è uscito questo EP intitolato “Echoes Of Thunder”, composto da tre pezzi estratti dal precedente album “Rumble Of Thunder” e dagli stessi tre in versione remixata, con ospiti vari. La band mongola, attiva dal 2016, è molto nota nel proprio paese tanto da aver ricevuto numerose onorificenze dal proprio Presidente per aver promosso la cultura musicale della Mongolia nel mondo. Viene conosciuta sia per l’uso di strumenti e costumi di scena della tradizione mongola, come anche per testi che miscelano l’inglese con l’idioma della propria patria. Questo EP riprende, come detto, tre dei brani migliori del precedente full-length e li presenta in versioni anche più ruffiane ed orecchiabili. La prima traccia è “This Is Mongol (Warrior Souls)” in versione remixata da Teerawk (nome dietro cui si cela Trevor McNevan dei christian metallers canadesi Thousand Foot Krutch) sulla quale è ospite anche William DuVall degli Alice In Chains (che credo non abbia bisogno di presentazione). Si tratta di un pezzo molto orecchiabile che di folk ha ben poco, ma strizza l’occhio a certo rock made in USA.
Segue “Bii Biyelgee”, forse il brano più bello del precedente album, in una versione molto dolce e decisamente ruffiana, in cui è ospite Tyler Gleen della rock band americana Neon Trees. Chiude gli inediti la nuova versione di “Triangle” in cui sono ospiti i Rome (che credo siano il progetto neofolk del musicista lussemburghese Jérôme Reuter) e che ha sostanzialmente perso ogni riferimento al metal, virando verso lidi molto più rockeggianti, pur mantenendo l’esoticità derivante dai testi. Sulle versioni originali delle canzoni che completano l’EP sorvolerei, dato che sono identiche a quelle presenti sull’album.
Detta sinceramente, trovo interessante fino ad un certo punto questo EP, dato che le tre versioni nuove sono sicuramente piacevoli da ascoltare, ma si tratta di brani resi più orecchiabili e più fruibili per la massa, mentre credo che i The Hu debbano invece proseguire sulla loro strada, magari rendendo il proprio sound ancora più duro e “metallico”, senza banalizzarlo in questo modo. E’ pur vero che, a questa maniera, potrebbero raggiungere un pubblico maggiore, rispetto ai fans del folk metal e quindi entreremmo in discorsi fumosi sul “Dio denaro”; mi piace però pensare che la band non lo faccia per questo motivo, ma solo per divertirsi sempre di più assieme ad altri artisti amici e che queste versioni differenti siano state fatte solo e soltanto per puro sollazzo. Di certo, se qualcuno fosse alla ricerca di un sound differente dal solito e sicuramente originale, questi The Hu sarebbero estremamente indicati ed il loro “Echoes Of Thunder” può essere un modo per avvicinarsi a questo interessantissimo gruppo asiatico.