Live Report: Europe @Arena Flegrea, Napoli – 12/09/2025

Live Report: Europe @Arena Flegrea, Napoli – 12/09/2025
Era il 1992 – quando Joey Tempest tornava in albergo con la sua chitarra dopo aver tirato qualche calcio ad un pallone ed improvvisando “O sole mio….” in un mite 14 febbraio – anno in cui la città di Napoli aveva avuto il piacere di poter assistere ad un concerto degli Europe.
33 anni dopo, all’Arena Flegrea di Napoli, è andato in scena un grande ritorno alle falde del Vesuvio!
La prima sorpresa della serata è che l’Arena propone uno spettacolo con posti a sedere. Uno spettacolo con posti a sedere per un concerto Rock è una vera eresia per me. La seconda è che non sono previsti gruppi spalla, quindi si entra subito nel vivo dello spettacolo.
Non è invece una sorpresa vedere tanti posti vuoti. Sia per il costo del biglietto, per le prime file davvero troppo oneroso, che per essere l’ultimo di una serie di concerti della band nel nostro paese ad aver già raccolto tutti i possibili fan occasionali lungo la penisola.
La setlist della serata è identica a quella del tour dello scorso anno, e dell’anno precedente, ed è piuttosto striminzita se si considera che dura poco più di un’ora. E’ pur vero che ai festival si tende a proporre i brani più noti del repertorio, ma nel caso degli Europe si comincia a sentire davvero la mancanza di qualche novità, considerato che l’ultimo album “Walk The Earth” risale al 2017.
E’ una band che si è goduta un meritato riposo dopo un intenso tour estivo, quella che sale sul palco stasera. La voce di Joey Tempest, che nella tappa del 26 luglio a Tønsberg (Norvegia) risultava affaticata, questa sera non ha cedimenti; gli assoli di John Norum, il cui suono di chitarra è dotato di una pulizia e di un trasporto emotivo difficilmente paragonabili ad altri, è per lo più impeccabile. Lo stesso Joey ha imbracciato la chitarra in due occasioni, incluso il momento acustico per introdurre “Open Your Heart“ anticipato da una breve improvvisazione dedicata al pubblico locale.
Hanno aperto con “On Broken Wings”, un lato B degli anni ’80 portato in scaletta come punto di forza evidente, per quanto vecchi successi come “Superstitious”, “Cherokee”, “Stormwind”, “Rock the Night”, “Carrie”, “Ready or Not” e “Open Your Heart” rimangano eccellenti. Hanno anche eseguito “Hold Your Head Up”, il singolo ‘più recente’ in assoluto, unico nuovo materiale della band pubblicato negli ultimi anni e nemmeno tanto rappresentativo (la sottoscritta avrebbe preferito ‘l’avanti veloce’ alla successiva!). Il percorso attraverso la discografia della band salta alcuni elementi di spicco, “Seven Doors Hotel” ad esempio, mentre altre voci raccolte a fine concerto hanno lamentato l’assenza di brani tratti da “Prisoners In Paradise”. Con i pezzi “Carrie” e “Stormwind”, quest’ultimo che ha davvero scatenato una tempesta di supporto da parte del pubblico, ha subito una leggera rivisitazione che l’ha resa più ‘epica’ e con sonorità Rock più moderne, rivelandosi una piacevole emozione.
I successi proposti stasera sono stati comunque sufficienti a raccogliere il pieno consenso, molti brani assolutamente eccezionali per il pubblico entusiasta che era già in piedi dopo il primo pezzo, nonostante gli sforzi di tenere tutti al proprio posto. E tutti hanno cantato sin dall’inizio dello spettacolo riversandosi sulla transenna dal secondo brano in poi. Per chi non avesse visto gli Europe dal vivo prima di questo concerto, e non credo che ci fossero molti tra il pubblico che non l’avessero fatto (!), è diventato subito chiaro che gli Europe non sono la pop band degli anni ’80 che potreste aver erroneamente richiamato alla mente. Al contrario, gli Europe offrono un’identità Rock molto forte con testi e musica solidi e ben costruiti, insieme a dei musicisti che hanno davvero affinato la loro arte.
Che si tratti della voce di Joey Tempest, dopo 40 anni con ancora la capacità di cantare al 100% delle sue capacità, della batteria di Ian Haughland o della fantastica chitarra con gli assoli di John Norum, questi musicisti, insieme ai loro compagni John Leven al basso e Mic Michaeli alle tastiere, darebbero del filo da torcere a qualsiasi band della stessa epoca. A corredo della serata, la capacità di Joey di accattivarsi i presenti con delle battute in dialetto sapientemente dispensate quà e là tra i brani. Ripetitive, ma l’accento svedeseinglesenapoletano ha fatto sorridere molto!
Con l’arrivo di un’intro di batteria assolutamente familiare, la fine del concerto si avvicina rapidamente. E’ il finale: “Cherokee” e “The Final Countdown” offrono una decina di minuti di musica Rock con fuochi di artificio da parte di una band che, 40 anni dopo, è ancora vicina ai vertici della sua carriera come non mai. Gli Europe sono molto più di questa canzone di chiusura. Ma rimane una canzone fantastica e ne offrono una versione live strepitosa.
Cosa porti a casa nel cuore? Una sezione ritmica Haugland-Levén Rock steady, Tempest un frontman di livello mondiale ed ancora in splendida forma, Norum un mago della chitarra che lascia che siano le sue chitarre a parlare e Michaeli un maestro delle tastiere forse meno celebrato di quanto dovrebbe essere.
“We’re leavin’ together
But still it’s farewell
And maybe we’ll come back…” chissà che Napoli non debba attendare altri trent’anni per il prossimo concerto!
Scaletta
On Broken Wings
Rock the Night
Walk the Earth
Scream of Anger
Sign of the Times
Hold Your Head Up
Carrie
War of Kings
Stormwind
Open Your Heart
More Than Meets the Eye
Last Look at Eden
Ready or Not
Superstitious
Cherokee
The Final Countdown