Recensione: A New World Rising

Di Ninni Cangiano - 29 Settembre 2025 - 8:35
A New World Rising
Band: Rage
Etichetta: Steamhammer/SPV
Genere: Power 
Anno: 2025
Nazione:
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80

Seguendo il conteggio del leader Peavy Wagner che conta come debut album quel “Prayers Of Steel”, uscito con il nome di Avenger, siamo arrivati al 27° full-length dei Rage con questo “A New World Rising”. Già questo numero è impressionante e testimonia la longevità di un gruppo che è sulla scena internazionale da ormai oltre 40 anni (gli Avenger, poi diventati Rage, sono stati fondati nel 1983), se poi ci aggiungiamo la marea di EP, singoli, live album, compilation ecc. allora l’elenco potrebbe essere davvero lunghissimo; nonostante il lungo arco temporale, però, Peter “Peavy” Wagner continua ad essere ispiratissimo ed a comporre sempre ottimo power metal. In questo disco la sua vena compositiva sembra essersi ulteriormente indurita è già l’opener “Innovation” (dopo l’immancabile quanto inutilissima intro che dà il titolo all’album) ne è la testimonianza.

 

Chitarre molto più cariche di groove che in passato, effetti sulla voce in quantità ed una batteria che spesso e volentieri si lascia andare a cavalcate in doppia-cassa saranno il mood di questo nuovo full-length dei tedeschi e la terza traccia “Against The Machine” è emblematica in tal senso, così come la successiva “Freedom”, scelta per il primo singolo uscito a giugno, tre mesi prima dell’album.

 

Come sempre nella discografia dei Rage, l’attenzione per la melodia e per l’orecchiabilità non manca mai e canzoni come “Cross The Line” (con il canonico trademark dei Rage), “Leave Behind” o la splendida “Fire In Your Eyes” (di gran lunga la canzone più bella del disco!) non smentiscono questa tradizione.

 

Ciò che però fa staccare leggermente questo full-length dalla precedente discografia è il lavoro di Jean Bormann alla chitarra, davvero granitico e cattivo, molto più protagonista che in passato. Sono ormai lontani i tempi del neoclassicismo di Victor Smolski, con Bormann si bada molto più all’energia ed alla cattiveria del sound, finendo per trasformarlo in un qualcosa di decisamente molto più heavy e duro che in passato. Basta sentire la nuova versione di “Straight to hell”, capolavoro estratto da “Welcome To The Other Side” del 2001 (appunto l’era di Smolski e Mike Terrana alla batteria), decisamente più carica e tosta dell’originale.

 

Detta sinceramente non mi ha convinto per niente la dura “Fear Out Of Time”, troppo carica di groove ed effetti sulla voce, oltre ad avere un fastidioso screaming da metalcore nei cori che semplicemente non c’azzecca niente e che fortunatamente compare poco (opera del chitarrista Jean Borman, almeno credo); mi auguro vivamente che resti un episodio totalmente isolato e che non ci siano altri errori simili in futuro. A parte questo passaggio a vuoto, resta inconfutabile il fatto che “A New World Rising” è l’ennesimo disco riuscitissimo dei Rage, che conferma la band tedesca come una delle punte di diamante del power metal e punto di riferimento per l’intero mondo heavy metal da ormai oltre 40 anni!

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