Recensione: Forgotten Reveries

Di Ninni Cangiano - 22 Novembre 2025 - 9:55
Forgotten Reveries
Band: Darktribe
Etichetta: Scarlet Records
Genere: Power  Prog Power 
Anno: 2025
Nazione:
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80

Avevo conosciuto i francesi Darktribe all’epoca del loro non proprio entusiasmante full-length di debutto “Mysticeti Victoria” nel 2012 a cui ha fatto seguito l’ottimo “The Modern Age” nel 2015; mi ero perso il terzo album “Voici L’Homme” del 2020, ma eccoci a parlare del quarto disco, intitolato “Forgotten Reveries”, uscito ancora una volta per la nostrana Scarlet Records. Il combo di Nizza, composto da musicisti di chiara origine italiana (Agnello, Caprani e Manuello…), si fa apprezzare ancora una volta con un power metal molto melodico, ma anche con qualche leggero tocco prog; diciamo che, se dovessi cercare a tutti i costi un paragone, musicalmente parlando mi verrebbero in mente i Temperance e gli Hollow Haze, con la differenza della presenza della sola voce maschile dell’ottimo Anthony Agnello. L’album ha un piacevole artwork realizzato dal giovane artista francese Baptiste Araujo (un altro cognome di altra origine) ed è composto da 11 tracce per la durata totale di quasi 52 minuti. Dopo la solita inutilissima intro “Paradox” (almeno gradevole da ascoltare, ma ampiamente skippabile), si parte alla grande con “I Walk Alone”, brano tipicamente power metal, con tutti gli stilemi della scuola scandinava, per il quale è stato anche realizzato un video.

 

E’ con “Sicilian Danza”, la quarta traccia dopo la piacevole “The Fallen World”, che si cominciano a vedere gli influssi prog che rendono il brano decisamente accattivante, oltre che conferma delle radici italiane del gruppo francese. Dopo la splendida “Ghost Memories”, canzone che potrebbe essere un vero e proprio manifesto del power metal, con ritmi frizzanti e parti soliste molto veloci, arriva “Eden And Eclipse”, la prima traccia in cui band rallenta il ritmo ed esalta le parti melodiche come i Temperance stanno insegnando a fare. E qui mi fermerei in religioso silenzio, perché siamo davanti ad un pezzo semplicemente perfetto, in cui tutti gli strumenti si fanno apprezzare (con Loïc Manuello ottimo protagonista alla chitarra ed alle tastiere) ed un Anthony Agnello da brividi che canta in maniera espressiva ed efficace. Un lyric video è stato realizzato per la successiva traccia, “From Star To Dust”, gradevole canzone con tentazioni electro che la band transalpina ha da sempre.

 

Parti electro che ritroveremo anche nell’attacco della successiva “Reality”; l’album si chiude con un trittico interessante, composto dalla ritmata “Kings In The Sand”, la robusta “Mornings Of Fear” e la conclusiva “Son Of Illusion”, in cui le eleganti parti prog/power tornano a farsi sentire in maniera interessante e nella quale vi sono anche parti recitate a due voci (una delle quali femminile). Tirando le somme, siamo di fronte all’album più maturo e personale composto finora dai Darktribe, a questo “Forgotten Reveries” non manca assolutamente nulla per farsi apprezzare e non solo dai fans del power metal, ma da chiunque ami il nostro mondo metallico e sia in grado di riconoscere la buona musica, fatta col cuore e la passione, cantata e suonata con perizia e buon gusto.

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