Recensione: Forever
I Grailknights sono una band a cui bisogna avvicinarsi senza prenderla troppo seriamente, come tutto il sottogenere del Nerd Metal, in fin dei conti. Di sicuro il quintetto tedesco ha contribuito a spostare ulteriormente l’asticella dell’ala più spensierata della nostra amata musica verso una dimensione ancora più carnevalesca, andando ad imbastire una specie di commedia circense in chiave metal.
Ma andiamo per ordine, i Grailknights (da non confondere con i serbi Grailknight) si formano nel 2002 a Wunstorf, in Germania, e con “Forever” giungono al loro settimo album. Il genere proposto è uno scanzonato power metal dove, non di rado, vengono inclusi anche altri elementi come folk e disco.
Un po’ di tempo fa, Michael Amott degli Arch Enemy notava come nel metal ultimamente stiano prosperando quelle che lui stesso ha definito le “band cosplay”. Non sappiamo di preciso a chi Amott stesse pensando nel fare questa sua affermazione, ma i Grailknights possono essere un fulgido esempio di questa corrente. I cinque musicisti, infatti, si presentano vestiti con tute da supereroi, ognuno con un colore ed un simbolo diverso e delle maschere dipinte sulla faccia. Le tematiche delle canzoni poi, ruotano attorno a storie che vedono i cinque variopinti personaggi impegnati a lottare per la conquista del Santo Graal contro un fantomatico Dr. Skull. Insomma, un misto fra avventure simil-Marvel, leggende medievali, storie fantasy ed horror, tutto riproposto in chiave buffonesca e goliardica.Elementi questi, che vengono rappresentati visivamente anche negli spettacoli dal vivo della band, dove i cinque membri con le loro tutine sgargianti, si alternano fra canzoni e siparietti teatrali.
“Forever” è stato realizzato presso i Pathway Studios sotto la supervisione del power metal guru Sascha Paeth (Rhapsody Of Fire, Avantasia, Kamelot), ed è stato pubblicato ad ottobre 2025 dalla Reigning Phoenix Music.
Il disco si apre con “Yes Sire“, un power giocoso che fa riferimento ad uno dei momenti chiave dei live dei Grailknights, ovvero quando la band si rivolge ai presenti con la frase “Grailknights Battlechoir“, e la folla risponde in coro “Yes Sire!“. “Grail Gym” è uno scanzonato disco metal che potrebbe andare bene per fare ginnastica in salotto, nonostante tutto il pezzo regala anche un buon assolo di chitarra, giusto per ricordarci che in fondo stiamo sempre parlando di metal.
“Necronomicon” si ispira ai racconti di Lovecraft, sfoggiando dei coretti aggressivi che vanno a creare un brano che finge di essere minaccioso, mentre “Grailforce One” gioca ancora con le melodie di facile presa. Ormai sarà chiaro a tutti che su “Forever” non troveremo testi introspettivi, e nemmeno concept acculturati, impegno sociale o dichiarazioni di devozione all’oscurità. I Grailknights vogliono solo far divertire il proprio pubblico con le loro rappresentazioni eroico-demenziali, e a giudicare dalla partecipazione ai loro spettacoli live, si direbbe che ci riescano abbastanza bene.
Delle tastiere che paiono la suoneria di un videogame aprono “Weekend Ninja“, traccia che poi esplode in un power metal dall’atteggiamento sontuoso vicino ai Rhapsody Of Fire. “In The Eyes Of The Enemy” è una ballata dai toni epici impreziosita dalla presenza di Chiara Tricarico dei Moonlight Haze, impegnata a duettare con Sir Optimus Prime. “Mighty Metal Maiden” inizia con una voce che pare fare il verso a Till Lindemann dei Rammstein per poi evolversi in uno stile più in media con il resto dell’album, evidenziando vivaci linee di batteria e riff di chitarra luminosi.
Il disco scorre via in modo faceto, e riesce a farsi ascoltare generando anche, una sorta di simpatia nei confronti della formazione tedesca. Nonostante questo, non mancano un paio di cali di tensione, come “Snow In Bordeaux” e la ballad “Animated Love“, due episodi un po’ anonimi che lasciano il tempo che trovano.
I Grailknights tornano però a prendere quota sul finale, prima con la danzereccia “Powerlift“, dove la componente discotecara viene messa in risalto senza alcuna paura né vergogna. Dopo questa sterzata dance, i Grailknights tornano “a casa” con la title track, un power alla Freedom Call con buone dosi di doppia cassa e melodie appiccicose.
“Forever” si presenta come un lavoro di power melodico che offre brani orecchiabili non di rado allargati ad influenze pop e disco. Un prodotto gradevole ma che, alla lunga, può presentare alcuni limiti. Le canzoni, pur essendo simpatiche all’ascolto, ruotano sempre attorno agli stessi cliché, cercando ostinatamente la melodia orecchiabile. Così facendo, creano una formula di facile presa al primo ascolto che a lungo andare rischia di perdere il suo slancio e far calare l’interesse di chi ascolta. Un disco quindi, indicato in modo particolare ai fan di Gloryhammer, Dragony e Victorius, che troveranno nei Grailknights un nuovo nome da aggiungere alla loro lista di preferenze. Per tutti gli altri, “Forever” potrebbe essere un prodotto anche divertente, ma non proprio indispensabile.
Al contrario i Grailknights potrebbero meritare una certa attenzione in sede live, dove con i loro spettacoli coreografici e le loro canzoncine affabili, sono in grado di a riunire un pubblico molto variegato, che comprende borchiati, defenders, scalmanati thrashers, nerboruti bikers e skaters con le t-shirt dei Disturbed. Compresi alcuni maligni blackster, che a volte si lasciano temporaneamente trasportare dalla musica colorata della band, prima di tornare nelle loro foreste a bere sangue e a generare odio.
Grailknights Battlechoir..!? Yes Sire!!
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