Recensione: Bang!
Impossibile non provare stima per un gruppo come i Thunder.
Attivi da quasi un ventennio (anche per loro l’anniversario si celebrerà nel prossimo 2009) e giunti al nono album di una carriera più che dignitosa, sono il classico esempio di pertinace coerenza stilistica confermata nel tempo.
Nel corso di un’esistenza musicale lunga e significativa, sono sicuramente due i capisaldi memorabili. “Backstreet Symphony” e “Laughing On Judgement Day”, ellepi risalenti agli esordi, furono i “colpi da maestro” di una discografia poi mantenuta su livelli qualitativi sempre di buonissimo livello, seppure mai capace di suggerire highlight paragonabili alla grandezza raggiunta agli inizi degli anni novanta.
“Bang!”, disco semplice e diretto come un colpo di pistola e scevro da qualsivoglia elucubrazione proprio quanto la sua minimale copertina, è un prodotto che s’inserisce degnamente in un percorso divenuto familiare e rassicurante, privo di scossoni, ma parimenti gradevole come da “contratto” e sicuro come la migliore delle garanzie.
Confermata la formula hard / blues compagna di una vita, le caratteristiche care al gruppo britannico permangono pertanto intatte, mettendo in pista la consueta dose d’elettricità, bilanciata da attimi in cui l’irruenza rock lascia il posto ad accenti dal sapore country, in un immaginario che, come già ben percepito nei due precedenti capitoli, “The Magnificent Seventh” e “Robert Johnson’s Tombstone”, rammenta spezzoni di film western e lascia libera la fantasia di arrampicarsi su sentieri polverosi e piste selvagge.
Buone creazioni come “On The Radio”, “Carol Ann”, “Love Sucks”, “Stormwater” e “Honey”, non deluderanno i seguaci storici e tutti coloro che avevano apprezzato la band in occasione del già citato “Robert Johnson’s Tombstone”. Fan che non avranno inoltre nulla da obiettare, ascoltando la countryeggiante “Turn Left At California”, episodio semi acustico di notevole fascino e personalità.
Menzione a parte poi, per le ballad di stampo “rurale” ormai immancabili nelle release griffate Thunder. “Retribution”, “Watching Over You” e “One Bullet” si presentano, infatti, come tracce intense e poetiche, arricchite da sfumature in grado d’accrescerne le atmosfere emozionanti e passionali.
Con sommo rammarico purtroppo, a smussare un giudizio comunque al solito soddisfacente, questa volta intervengono anche elementi indice di scarsa ispirazione, un pizzico ripetitivi e senza l’adeguata capacità d’incidere e colpire nel segno. “Candy Man”, “Have Mercy” e “Miracle Man” non contribuiscono in modo concreto al successo del disco, limitando lievemente il valore di un cd che grazie ad una buona produzione e visto nel complesso, non può ad ogni modo essere definito in altri termini che piacevole.
Bowes e Matthews continuano imperterriti sulla strada del rock blues venato di country, da tanti anni vessillo ed arma principale in dotazione ai loro Thunder.
Al solito non scoprono nulla, non inventano niente di nuovo e riscrivono (bene) un tema già sentito e conosciuto. Come già specificato in occasione del precedente platter tuttavia, in questi casi il compito di rendere l’offerta più o meno convincente e meritevole, è lasciata, non a particolari innovazioni, ma all’abilità dei musicisti e dei songwriters coinvolti. 
Cosa che, ancora una volta, alla band britannica pare riuscita egregiamente.
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Tracklist:
01.	On The Radio 
02.	Stormwater 
03.	Carol Ann 
04.	Retribution 
05.	Candy Man 
06.	Have Mercy 
07.	Watching Over You 
08.	Miracle Man 
09.	Turn Left At California 
10.	Love Sucks 
11.	One Bullet 
12.	Honey 
Line Up:
Danny Bowes – Voce 
Luke Morley – Chitarra 
Ben Matthews – Chitarra / Tastiere 
Chris Childs – Basso 
Harry James – Batteria 
                






