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Intervista Helloween (Markus Großkopf)

Di Marco Giono - 17 Maggio 2015 - 11:00
Intervista Helloween (Markus Großkopf)

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Markus, benvenuto su Truemetal.it. My God-Given Right è uno dei migliori album della discografia Helloween e porta anche un titolo brillante perché, sebbene incompleto, allo stesso tempo riesce a essere chiaro. Potresti raccontarmi qualcosa in merito alla scelta di questo titolo e se vi sia un collegamento con le canzoni?

Alla fine scorso tour siamo tornati a comporre scambiandoci le nostre idee via email e una volta, quando, ci siamo trovati assieme, abbiamo notato che la canzone intitolata “My God-Given Right” sarebbe stata perfetta per rappresentare il mood del resto dei brani. Non è certamente un concept, ma in qualche modo quel titolo ben si lega con la musica del nostro nuovo disco e rimanda a questioni che ci riguardano da vicino.

In questo senso se ti chiedessi di completare l’espressione “My God-Given right” …

Credo che le persone debbano completare l’espressione ognuno a suo modo e farsi un’idea di ciò che ritengono sia giusto fare con la libertà di agire. Se dovessi parlare della mia esperienza personale sono rimasto colpito che alcune libertà, date per scontate nel nostro Paese, da altre parti non lo sono, la possibilità stessa di fare musica non sempre è un diritto altrove. Così “God-Given Right” ha un doppio significato che include anche il suo opposto.

In fondo l’opposto è ben rappresentato dalle zucche bellicose che conquistano l’America, sottomettendo la statua della libertà, in uno stile che ricorda Tim Burton. Ci puoi raccontare qualcosa di più in merito alla vostra bellissima copertina?

[Ride, n.d.a.] Non abbiamo avuto dubbi su quale immagine scegliere, infatti quella statua è ben conosciuta e famosa in tutto il mondo. Le immagini, i colori sono in contrapposizione con quelli di tonalità più accese degli altri album, volevamo qualcosa che si differenziasse dal resto della discografia e allo stesso tempo il nuovo stile però ben si adattava al titolo, ma anche a quel doppio significato di cui abbiamo parlato.

Il vostro ultimo album è un parziale ritorno alle vostre sonorità degli anni Ottanta e primi Novanta senza perdere però quella varietà di elementi che caratterizzano gli ultimi lavori. Come descriveresti il processo compositivo che vi ha portato a ottenere questa nuova miscela? Vi sono canzoni che hanno definito più di altre la vostra musica?

C’è una melodia che non sai bene da dove viene. È come se gravitasse in aria, quindi l’ispirazione per un brano può arrivarti mentre sei al cinema, in aereo o in bagno [ride, n.d.a.]. Tutto parte da una melodia per finire con un gruppo di canzoni e si tratta, quindi, di cercare di intravedere il quadro che si va completando, in modo da poter immaginare cosa potrebbe funzionare, ad esempio a livello di suoni. Alla fine del processo compositivo ci siamo trovati con tante canzoni e con una buona varietà di stili che sono dovuti al fatto di avere ben quattro persone in grado di creare musica.

immagineCoverTesto

Ho avuto modo di ascoltare l’edizione standard di “My God-Given Right” dove abbiamo una sola ballad su tredici tracce. Tuttavia nell’edizione Earbook, vi sono anche tre bonus track, ma tra queste vi è un altro lento? Vi sono altri brani che avete escluso dalle registrazioni per essere utilizzate in futuro?

In realtà vi è una solo ballad per My God-Given Right in qualsiasi formato esistente. Speriamo davvero che possa piacere ai nostri fan. Stavolta è andata così. Sono cambiate le cose ed è necessario a volte fare più brani che in passato. Una volta magari facevi una bonus per il Giappone ed eri limitato nel numero di canzoni perché sul vinile più di otto o nove canzoni non ci stavano. Oggi devi comporre più brani con il rischio magari che si deteriori il livello qualitativo (cosa che di certo vogliamo evitare), ma è una necessità. Il mercato è più complicato…

Siamo nell’era di Spotify e non solo…

Già. Oggi devi lavorare di più per ottenere meno… [ride, n.d.a.] e per rispondere alla tua seconda domanda ti confermo che abbiamo usato tutti i brani a nostra disposizione. Sono abbastanza, non credi? [ride, n.d.a.]

Come consideri la scena metal odierna? Non pensi che in fondo molti muri siano crollati anche grazie agli album degli Helloween che hanno una certa propensione a creare melodie orecchiabili e, allo stesso tempo, riescono a prendersi gioco di immagini oscure?

Da un lato ci sono alcune band provenienti dal nord Europa che tendono a prendersi sul serio, ma hanno i loro fan e va bene così; poi ci sono gli Helloween che pensano che la vita sia fin troppo seria di suo, per prenderla seriamente anche quando fai musica. Ciò che prendiamo seriamente, invece, è tutto ciò che riguarda il processo creativo e di produzione del disco. Vogliamo mostrare al pubblico il meglio di noi stessi, non qualcosa di diverso…

In passato avete avuto qualche problema, dovuto anche alla vostra varietà musicale…

È successo già dopo Walls of Jericho [primo disco pubblicato dagli Helloween nel 1985, n.d.a.]: molte persone si lamentarono perché facevamo qualcosa di molto diverso, più scherzoso e vario rispetto all’esordio. Però le cose poi sono andate a posto, perché in fondo nel tempo abbiamo trovato il nostro stile che rende i brani da subito riconoscibili e targati Helloween.

Penso che Andi Deris riesca da sempre, con grande bravura, ad adattarsi a brani tipicamente metal che richiedono un cantato più energico e a fare sue cose che in fondo scherzano con generi più leggeri. Concordi? Che ruolo ha Deris nella band?

È bello poter lavorare con Andi, perché, oltre che essere un ottimo compositore, riesce a trasformare brani che potrebbero essere pop in un metal che si adatta perfettamente allo stile della band.

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Abbiamo parlato di altra musica. Quali band o generi ascolti non sono prettamente metal?

Ascolto un po’ di blues, punk e rock. Mi piace un chitarrista blues come Jimmy Burns che ha anche una grande voce.

Penso che sia importante avere influenze molto diverse da ciò che si suona e ipotizzo anche che tanti grandi album metal siano la risultante di queste mescolanze.

[Ride, n.d.a.] Già. Poi è davvero poco importante, talvolta, come definisci una cosa. Ascolto dei brani dei Rainbow che non sono metal, ma in realtà sono davvero bellissimi esempi di rock. Così mi piacciono anche Aerosmith, Who oppure Black Star Riders. Spesso ascolto anche Chuck Berry o Billy Idol… c’è davvero tanta musica non metal composta di grande valore. Il mio cuore batte per il metal, qualcosa che sento di voler suonare dal vivo, ma la mia passione per la musica non si ferma a quello.

Quindi mi piacerebbe sapere se gli Helloween hanno la possibilità in Germania di esibirsi in tv o in spazi che non siano propriamente metal?

Non ci invitano nelle televisioni tedesche, a differenza di quanto succede a volte in Giappone ad esempio. Non è così importante, se non ci vogliono …fuck off… non ne abbiamo bisogno. Abbiamo i nostri fan che ci danno la possibilità di fare tour attorno al mondo e siamo soddisfatti così.

La prossima domanda riguarda i vostri prossimi impegni. Avete intenzione di fare un tour di supporto a “My God-Given Right”? Quando passerete in Italia?

A breve faremo le prove per la nuova setlist in preparazione dei festival estivi. Abbiamo diverse date, tra le tante, suoneremo all’Out & Loud, al Rock Festival Barcelona e all’Alpen Flair [a Natz, poco distante da Bressanone, n.d.a.]… se sei da quelli parti ci troviamo per farci una birra! [ride, n.d.a.]. In ogni caso il tour di supporto al nuovo album partirà nel 2016, anche se dobbiamo ancora definire il calendario e dove ci esibiremo.

markusfumetto

 

Sperando davvero che il tour del 2016 includa più date in Italia, noi di Trumemetal.it non possiamo altro che complimentarci per il vostro nuovo grande disco intitolato My God-given right e ringraziarti per questa intervista.

 

MARCO GIONO