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Recensione libro: Cane Sciolto

Di Stefano Ricetti - 19 Febbraio 2018 - 12:30
Recensione libro: Cane Sciolto

CANE SCIOLTO

 Federico Scarioni, Omar Pedrini

Chinaski Edizioni

Collana: Voices

Anno edizione: 2017

Pagine: 368

22 Euro

 

 

Sapevo dell’esistenza dei Timoria.

Sapevo dell’esistenza di Pedrini.

Sapevo dell’esistenza di Renga.

Niente di più e niente di meno.

Quello che non sapevo è quanto fosse vicina all’Acciaio l’attitudine di Omar Pedrini e l’ho scoperto con questo libro.

Steven Rich

 

“Ho voluto fare qui questo studio anche perché a Milano c’è sempre stato un gran fermento musicale, almeno sul finire degli anni ’70, quando mi sono trasferito dopo l’esperienza bresciana della Premiata Forneria Marconi. Ho transitato gli orrendi anni ’80 sotto l’ala protettrice di De André. Questo mi ha dato molta libertà, permettendomi di fare quello che desideravo senza dover trattare con il glam rock. Penso che il percorso di Omar sia stato abbastanza simile, i Timoria sono nati come una reazione al glam rock molto impomatato che c’era in giro. Erano più rock, più sobri, la cosa mi piaceva e mi confortava. Anche il mio approccio era simile al loro, pensa che all’inizio suonavo blues in jeans e maglietta, tutti erano molto truccati e noi ne prendevamo le distanze. L’esperienza dei Timoria mi è piaciuta, avevano un’anima molto rock, erano quasi dei metallari”.

Questo quanto riportato a pagina 133 del libro Cane Sciolto, disponibile da qualche mese in libreria sotto la griffe Chinaski Edizioni. Le parole sono di Mauro Pagani, un’autorità del panorama progressive rock mondiale, non di certo l’ultimo cudeghìn sulla piazza. Già Pfm, colui il quale scrisse insieme con Fabrizio De André quell’album mitico rispondente al nome di Crêuza de Mä. Direi che basta e avanza per entrare dalla porta principale nell’Olimpo della Musica con la emme maiuscola: inutile andare a “ravanare” nel resto della carriera del succitato per scoprirne la caratura. Che una personalità come Pagani per elevare la proposta e l’attitudine dei Timoria ricorra al Sacro Metallo non può che far piacere. Si, proprio il Nostro mondo, che sa come pochi restituire quel senso di appartenenza; chiuso su sé stesso e impermeabile alle contaminazioni esterne, trattato con gelosia da chi ne fa parte. Indifferente allo scorrere del tempo e delle mode ma allo stesso tempo soggiogato a un’autarchia musicale dal futuro incerto, inevitabilmente.  

Federico Scarioni, l’autore del lavoro licenziato dalla casa editrice de Zêna, per raccontare opere, vita e miracoli di Omar Pedrini, bresciano da Urago Mella, quartiere a Ovest della città delle Dieci Giornate, nonché leader dei Timoria, porta a compimento un inseguimento letterario durato 368 pagine. Passione, sudore, tanto vino trangugiato, faccia tosta, chilometri macinati, sensi di colpa, questi gli ingredienti base per la costruzione di Cane Sciolto. Un viaggio nell’universo legato a Omar, personaggio trasversale descritto da chi lo conosce ma anche da lui stesso in prima persona che sa unire sensibilità e rettitudine rock a tutte le forme di arte disponibili nel nostro Paese. Certe cose di corollario nella realtà saranno andate un poco diversamente ma la narrazione ha delle regole che Scarioni ha sposato appieno dando così più slancio ai fatti stessi e alla lettura, particolare non da poco per un tomo di cotante facciate.      

Cane Sciolto è una fucina di spunti, oltre a quelli squisitamente musicali, a tantissimi livelli: dall’enogastronomico alla letteratura, passando per la geografia e l’aneddotica più verace, quella che proviene dai veci, presenti in ogni angolo d’Italia. Fra storie di Ultras, pornostar, avventure con donne affascinanti, notti alcooliche e tanta tanta umanità reale, fa capolino anche il buon vecchio Lemmy, che Pedrini ebbe l’occasione di incontrare sul tour bus dei Motorhead. Come a dire che la tradizione dell’HM va a braccetto con la tradizione del Nostro splendido paese, fra un borgo sperduto e un calice di rosso. O di Pirlo, se si è dalle parti di Brèsa.

A livello strettamente personale, il lavoro di Scarioni m’ha permesso di scoprire di avere tantissime cose in comune con un uomo del quale conoscevo l’esistenza, come scritto in apertura, ma davvero poco altro di più, ammetto candidamente. Una persona che a mio modo di vedere potrebbe divenire un metallaro Docg ad honorem, investitura che pochi, pochissimi potrebbero meritare.

Per propensione e pulizia d’animo.        

Cane Sciolto, un bel libro, consigliatissimo.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

OMAR PEDRINI CANE SCIOLTO