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Recensione libro: Infernum Metallum, Storie e Leggende del Black Metal in Italia

Di Stefano Ricetti - 4 Novembre 2022 - 9:02
Recensione libro: Infernum Metallum, Storie e Leggende del Black Metal in Italia

INFERNUM METALLUM

Storie e Leggende del Black Metal in Italia

di Mariano Fontaine e Cristiano Mastrangeli

 

Collana le Tempeste

390 pagine illustrate

Formato: 16×23

ISBN: 978-88-94859-65-7

25 Euro

Tsunami Edizioni

 

 

Infernum Metallum: 390 pagine di un libro dedicate al Black Metal italiano?

Ma siamo sicuri?

Non è che per un refuso in fase di stampa in realtà è un trattato sul Black Metal norvegese o più in generale su quello scandinavo tutto?

Ricontrollando meglio il sottotitolo recita “Storie e Leggende del Black Metal in Italia”.

Allora è proprio vero…

Si, ok, tutto bello, ma sorge spontanea le seconda domanda: che ca**o ci si può inventare per riempire quasi quattrocento facciate sull’argomento?

La risposta viene fornita, in maniera esauriente, direttamente sul campo da Mariano Fontaine e Cristiano Mastrangeli, i due autori del tomo griffato Tsunami Edizioni oggetto della recensione, per i quali l’Italia, a livello di importanza storica in tema, si colloca appena dopo la Scandinavia e la Grecia, nel contesto mondiale. Essi hanno scavato così a fondo l’argomento, partendo in molti casi anche da lontano, da legittimare appieno cotanto volume di fuoco legato al Metallo Nero di casa nostra. Senza inventare nulla ma raccontando con dovizia di particolari fatti e misfatti legati a quella branchia di musica estrema che da sempre ha suscitato interesse non solo nei confronti dei cultori del genere, fornendo testimonianza attraverso le parole anche polemiche degli attori di un’epoca che, comunque la si consideri, resterà irripetibile. A livello di arco temporale il libro spazia lungo il ventennio posto fra il 1980 e l’anno 2000, declinato su nove cerchi concentrici, da buoni diabolici discendenti di Dante Alighieri.

Le cose vengono messe in chiaro, e molto ma molto bene, sin dall’inizio: la prefazione costituisce infatti un vero e proprio trattato socio-politico-musicale sul periodo preso in esame, senza sconti per nessuno. Un’analisi lucida, spietata e illuminante, atta a porre il lettore nella miglior condizione psico fisico attitudinale (esagerando un po’) per potersi gustare e perché no, in taluni casi pure stupire, di quanto e come il Bel Paese si sia macchiato di sangue color nero pece, scrivendo talvolta pagine fondamentali per l’intero movimento Black Metal globale.

Idea assolutamente vincente quella di far assomigliare l’intero lavoro a una grande fanzine (sempre nel solco della qualità garantita da Tsunami Edizioni, beninteso), anche dal punto di vista grafico, restituendo  alla vista quello spirito vintage che si staglia sullo sfondo del lavorone operato dall’accoppiata Fontaine/Mastrangeli. Posso solo immaginare il mazzo che si siano fatti per ottenere il risultato finale, che prevede opere tanto di piccone quanto di cesello. Ed è proprio sulle rifiniture e sui particolari che il duo malefico di cui sopra ha marcato la differenza, licenziando sul mercato un’opera destinata a divenire un vero e proprio trattato enciclopedico sull’argomento. Solido lo schema d’azione: fotografia storiografica, inquadramento omnicomprensivo sul gruppo, chiacchierata esclusiva ad hoc con i diretti protagonisti. A fronte di duemila band prese in esame solo un centinaio hanno meritato di essere approfondite, a giudizio insindacabile degli autori. Qualche nome e cognome? Bulldozer, Necrodeath, Opera IX, Mortuary Drape, Schizo, Necromass, Graveworm, Stormlord, Aborym, Inchiavatu, Evol, Novembre, Imago Mortis, Theatres des Vampires, From Depths, Satanel, Buio Omega, Ephel Duat, In Tormentata Quiete, Forgotten Tomb, Malnàtt e molti altri ancora. A condire il tutto, chicche sparse qua e là e aneddoti storici, ma anche band che costituiscono da sole delle rarità assolute, come gli Sagatrakavashen.

Infernum Metallum puzza tanto di zolfo quanto di carta ingiallita dal tempo, Welcome to the italian hell, boyz and girls!

Chapeau!

 

Stefano Steven Rich” Ricetti