Hard Rock

Recensione libro: Omega Grey (Sugar Lory) di Giuseppe De Felice

Di Stefano Ricetti - 7 Aprile 2016 - 12:30
Recensione libro: Omega Grey (Sugar Lory) di Giuseppe De Felice

OMEGA GREY

di Giuseppe De Felice 

250 pagine

14 Euro

 

Omega Grey è libro di duecentocinquanta pagine che tratta l’hard alla propria maniera. Sulle ali di una preparazione robustosa et forte, costruita giorno dopo giorno e alimentata da tonnellate di passione, l’autore, Giuseppe De Felice, ambienta le vicissitudini del rock – il vero protagonista dello scritto –  all’interno del ventunesimo secolo ma in uno scenario geografico ed economico totalmente rimescolato. Successivamente al Big One, terremoto di proporzioni dantesche, il mondo dell’entertainment è stato costretto ad erigere una novella capitale del vizio, del music biz, dello spettacolo nonché creatrice della moda di tendenza nell’insospettabile Marocco. Per riandare al glorioso passato, alla big city viene assegnato il nome di Nuova Hollywood, con tanto di scritta sulle collina ripresa da quella originale baciata dal sole della California. Internet fa parte del Giurassico, il web è ora dominato – e domato – da diversi protocolli gestiti direttamente dall’intellighenzia informatica dei vari Stati sovrani ma alcune cose sono rimaste come oggi, come ad esempio l’uso ed abuso di sigarette, nonché la presenza di riviste hard’n’heavy cartacee, curiosamente.

Di Londra, New York, Los Angeles e Seattle musicalmente si parla solo al passato remoto, la nuova capitale del Rock è il Brasile anche se con le dovute eccezioni, che nella fattispecie assumono le sembianze degli Sugar Lory, una sorta di reincarnazione attualizzata e rivista di un combo di rock classico con in più  l’attitudine di una band hard rock con i controcolleoni. E i nostri fanno veramente il botto a livello di vendite e di consenso ma l’idillio, gli eccessi e i successi, oltre alla sovraesposizione mediatica si troncano di netto nel momento un cui il Líder Máximo della band, tale Jack Coltrane, si consegna all’oblio, senza motivo apparente.

Come sempre accade in questi casi, oggi come nel futuro dipinto da De Felice, il clamore intorno al gruppo viene alimentato ad arte, addirittura ipotizzando l’esistenza di un fantomatico disco di inediti griffato Sugar Lory, intitolato, appunto, Omega Grey. Nel momento in cui Gerrit Van Schendel, per gli amici semplicemente Van, un giornalista con due attributi così si mette sulle tracce del Sugar Lory più famoso del West il libro gode di numerose impennate letterarie. La strada per raggiungere quel Santo Graal rappresentato dalla persona di Jack Coltrane porterà il buon cronista ad avventurarsi in storiacce ove i protagonisti assumono le sembianze di attrici in disuso, musicisti decaduti, personaggi border line, discografici con gli armadi che traboccano scheletri e tutta un’improbabile fauna umana a corollario.

Gli ologrammi si sostituiscono alle persone, la realtà vera viaggia su più canali paralleli e intersecabili solo per pochi eletti, in un angolo di universo esiste un posto ove si possono ascoltare gli ultimi dischi, grondanti inediti, nientepopodimeno che di  The Doors, Led Zeppelin, Jimi Hendrix, The Beatles e New York Dolls. Sullo sfondo, altezzosa e impenetrabile, la figura di una donna dall’anima nera come la pece, la vera regina di Rockland, che concede i propri servigi solo a qualcuno…        

Omega Grey si staglia nel firmamento della musica scritta sulle pagine di un libro per l’originalità della proposta prodotta dalla penna di De Felice, a cavallo fra il thriller, il fantasy, l’occulto e il melodramma blues che sempre accompagna le vibrazioni emanate dal rock, con lo sguardo rivolto al futuro e una punta di magone nei confronti di un glorioso passato che, ahinoi, non tornerà mai più. Tensione garantita dalla prima all’ultima pagina, alla faccia di chi dice che la musica dura è morta e sepolta…   

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti             

 

http://www.aorarchivia.com/giuseppedefelice.htm

 

 

omega grey cover s