Stay Brutal: Puntata Due – Le copertine più brutali del metal
“STAY BRUTAL” – Puntata Due
Prosegue il nefando viaggio al cospetto della putredine, della brutalità e dei recessi più reconditi dell’animo umano.
Per la nuova puntata della rubrica Stay Brutal, il nostro eccellente Trevor ha scelto un argomento decisamente più in linea con i temi della nostra webzine.
Altro giro, altro cambio…buon divertimento con:
LE COPERTINE PIU’ BRUTALI DEL METAL
Articolo a cura di Trevor Sadist
Ho vissuto orgogliosamente gli anni 80. Sono stati con tutta probabilità i migliori per la nostra musica. Anni in cui, dopo la linea tracciata dall’hard rock di band quali: AC/DC, Led Zeppelin, Deep Purple, Whitesnake e molte altre, ci pensarono i Black Sabbath ad avere l’intuizione nell’unire l’immaginario horror alla musica più dura. Di lì a breve le porte dell’inferno si spalancarono a tantissime band. La nascita della NWOBHM: Judas Priest, gli Iron Maiden, i Motorhead, i Saxon…
Tante le uscite discografiche, mentre i magazines da sfogliare non erano molti, anzi. Prima dell’avvento della rete, il nostro punto fermo erano le recensioni, scritte dal giornalista di riferimento.
Preferenze musicali, amori a prima vista a parte, cosa in realtà ci faceva scegliere a scatola chiusa? Sarebbe disonesto asserire il contrario, le cover dei vinili heavy metal hanno da sempre un ruolo da protagonista! Il grande formato tra gli scaffali dello store di turno non lasciava certo indifferente. Mostri, teschi, mummie, cadaveri, donne seminude, sangue a fiumi. Musica metal e male hanno camminato a braccetto, e allora andiamo a fare un tour tra le copertine più brutali, spaventose di sempre, quelle che senza ascolto meritavano l’acquisto.
Black Sabbath – Black Sabbath
Il 1970 sarà ricordato per l’album di esordio di una band che più ha influenzato la musica hard’n’heavy. Stiamo parlando dei Black Sabbath. Dalla fumosa Birmingham, città operaia e ricca di storia, quattro ragazzacci mettono in musica la loro passione per il cinema horror e le tematiche sinistre. La cover presenta una giovane donna, vestita di un mantello nero. Alle sue spalle può sembrare una chiesetta, forse un vecchio cascinale, ma in realtà si tratta di un mulino. Cos’aspetta quella donna, o forse per meglio dire, cosa ci si deve aspettare da lei. Poche altre domande, questa è un’immagine inquietante!
Slayer – Reign in Blood
In tutta onestà questa, è con tutta probabilità la cover che più mi ha sconvolto. Conoscevo già gli Slayer, la loro malvagia, trasportata in musica. L’inferno dantesco: a galla teste d’uomo, corpi decapitati e impiccati dai piedi; il tutto sotto la direzione di un caprone, seduto sul trono del male.
Metallica – Master of Puppets
Una distesa di croci bianche, scenario di un qualsiasi cimitero a stelle e strisce. Questo è “Master of Puppets”, un album epocale! Prima di ascoltare l’incredibile musica di Hetfield & Co, siamo stregati da una cover, che ci racconta tante verità: triste, sola, al rosso tramonto di una pianura, dove tra l’erba alta si nascondono tanti ricordi.
Iron Maiden – The Number of The Beast
Si tratta di una delle cover più amate, una di quelle che meglio rappresenta la parola Heavy Metal. Da una parte il diavolo, dall’altra una sorta di mostro (Eddie) capace di tenere testa al male, come se in qualche modo fosse più cattivo. Posto in alto, troneggia in copertina, il diavolo annuisce, ridendo dei dannati, poveri mortali.
Slayer – South of Heaven
Ancora loro, gli Slayer, il male in musica. South of Heaven riprende in mano quanto è stato interrotto con Reign in Blood. Si riparte da dove ci siamo lasciati. Colori cupi, offuscamento mortale, un lago di sangue, si alzano e chiedono aiuto braccia quasi prive di vita. Croci rovesciate inneggiano satana, contro la chiesa e la religione cristiana. Un grosso teschio di uomo, è arrivata la fine a sud del paradiso.
Kreator – Terrible Certainty
Se oltreoceano gli Slayer sono da sempre portabandiera dell’anticristianesimo, l’Europa cercava di non restare indietro. I Kreator non si sono mai nascosti, anche loro hanno versato rabbia e sdegno verso perbenismo e ipocrisia cristiana. Testimonianza provata la cover di Terrible Certainty, dove le figure scarnite di: papa, cardinali e alti ranghi della chiesa romana sembrano in qualche modo indicare la strada giusta. Non lasciatevi ingannare, un mezzo uomo e bestia saprà allontanarvi dal finto buonismo.
Kreator – Pleasure to Kill
Questa è storia! La cover del bellissimo Pleasure to Kill ci addentra nel vortice infernale. La bestia colpisce a morte corpi scheletrici, armati di asce, spade, loro non possono fare nulla contro l’ira e la forza animalesca del mezzo uomo. Il piacere di uccidere è forte, guidato dalla natura assassina, nessuno sarà risparmiato, nell’ossario di colore rosso sangue!
Celtic Frost – To Mega Therion
Non c’è pace per il Signore, Gesù Cristo. Tante cover di album Metal e non solo hanno scelto la figura del bene assoluto per esaltare il male. Anche i Celtic Frost ne hanno chiesto ausilio. Un Gesù Cristo rassegnato, morto per il bene, nelle mani del male. Un mostro dallo sguardo malvagio, lo stringe a farlo suo, tra urla impazzite e il ghigno atroce della serpe, simbolo dell’oscurità strisciante.
Sepultura – Arise
Ricca di sfumature e soggetti, è questa una delle cover simbolo del passaggio di consegne, tra thrash metal e death metal. Con tutta probabilità una delle band, che ha saputo oscillare meglio tra i due generi, tanto da uscirne leader moderno del thrash, insieme ai mai troppo citati Pantera. Volti deformi, persone impalate, mimiche urlanti, frutto di un’immaginazione deviata.
Venom – Black Metal
Con i Venom e Black Metal si torna al satanismo più diretto. Qui non ci si nasconde, anzi, il messaggio è forte e chiaro. La raffigurazione del diavolo in copertina è quella che tutti conosciamo. Il volto malevolo e caprino, un’immagine questa, paragonabile alle subliminali incarnazioni che talvolta si manifestano nel bellissimo di William Friedkin “L’Esorcista”. Una volta trovato sugli scaffali, difficile non acquistare quest’album.
Possessed – Seven Churches
Poche parole da spendere su questa cover. Non c’è patina, né ambiguità, il messaggio è solo uno, chiaro e punta diritto al cuore. Noi siamo i figli di satana! Le chiese saranno bruciate, al rogo chi non la pensa come noi. Una croce rovesciata e il logo/monicker in fiamme. E’ quello di una band diventata nel corso degli anni icona del metal estremo.
Carcass – Reek of Putrefaction
E che il voltastomaco ci accompagni. E’ questo il caso di dirlo, credo non ci siano momenti migliori. I Carcass prima di confermarsi come band “chirurgica”, hanno fatto un “inciso” sulla carne in putrefazione. La cover è un insieme d’immagini forti. Ci sono corpi mutilati, volti tumefatti e deformati, cadaveri in decomposizione. Si vende a caro prezzo la carne di uomo e donna.
Pungent Stench – Been Caught Buttering
Due corpi morti, due volti grigi, due anziani uomini che si baciano, quasi a volersi dare l’ultimo saluto. Si tratta di una cover tanto impressionante quanto riflessiva. Possiamo attribuire diversi significati alla stessa, ma una cosa è certa nessuno di noi è rimasto indifferente. Era il 1991, certi che il grind/death dei Pungent Stench non fu inconsistente, grazie anche ad una cover come questa.
Mayhem – Dawn of The Black Hearts
Questa è certamente una delle cover più discusse e discutibili. La foto che ritrae “Dead” allora cantante della band è stata scattata dall’amico e collega, Euronymous. Il ragazzo entrato nella stanza, poco dopo il suicidio ha pensato di scattare una foto al corpo privo di vita dell’amico, riverso sul pavimento in una pozza di sangue e con un fucile vicino. Potrebbe tranquillamente sembrare parte della scenografia di un film horror, tuttavia siamo di fronte alla triste storia datata 8 Aprile 1991.
Slayer – Christ Illusion
Dopo qualche anno, ritroviamo ancora quella pozza rosso sangue. Teste senza corpo, quelle delle anime buone fluttuano nelle acque infette. L’illusione cristiana, congedati da un Cristo mutilato. Gli Slayer lasciano sempre il segno. Musicalmente e non solo. Anche con questa cover di sicuro l’ascoltatore non è riuscito a restare indifferente, di fronte a questo capolavoro, dal sapore crudele.
Marduk – Fuck me Jesus
Il Black Metal è da sempre la massima espressione in musica, votata all’anticristianesimo. Tante sono le cover album che hanno cavalcato tale concetto. Tra queste di certo spicca quella di “Fuck Me Jesus” dei Marduk, il nome dell’album la dice lunga. Una vergine, innocente, posseduta dal diavolo cerca il piacere, guidata dal maligno. Lei si masturba con una croce a testa in giù, infame perversione.
Brujeria – Matando Gueros
Non possiamo restare insensibili, “Matando Gueros” dei Brujeria, si fa notare. Il soggetto di questa cover è una testa mozzata. Un braccio la alza come fosse un trofeo. Il volto è deturpato, quasi a voler cancellare per sempre l’anagrafica. La rabbia dei rivoltosi è servita, nessuno potrà dormire sonni tranquilli. In grind we trust!
Cannibal Corpse – Butchered at Birth
La band di Buffalo è certamente portabandiera del brutal death metal e del disgusto. Nonostante le loro cover in chiave cartoon, hanno anche un sapore ironico (sembra difficile pensarlo) di certo non possiamo confermarlo per quella di “Butchered at Birth”; assolutamente tra le più deviate di tutti i tempi. Due zombi mascherati da macellai, hanno ucciso una giovane donna, smembrato il corpo e rubato il feto ancora nel grembo materno. Il corpo cadavere sopra un tavolaccio è sezionato, mentre i ganci posti sul soffitto reggono altri corpi di neonati mutilati e scheletri. Aiuto!
Cannibal Corpse – Tomb of The Mutilated
A solo un album di distanza i Cannibal Corpse non dimostrarono voglia di cambiare, anzi tutt’altro. La cover dell’istrionico “Tomb of the Mutilated”, ancora una volta ci conferma quanto la band stupirà tutti per la sua crudezza e perversione. C’è un corpo morto di una donna, violentata prima da uno zombie, che ha scelto di mangiarla e amarla per sempre, partendo proprio dalle parti più intime.
Cannibal Corpse – Gallery of Suicide
Trovare una cover dei Cannibal Corpse sobria, è cosa davvero rara, forse impossibile! Tra i loro quindici studio album, ne ho scelte solo alcune. Non è stato un compito facile. Abbiamo già visto le prime due, ora è tempo di svelare anche la prossima. Si tratta di “Gallery of Suicide”. La morte per suicidio non ci lascia mai indifferenti. Questa cover evidenzia, alcuni brutali criteri di poter commettere il liberatorio gesto. Nella galleria del suicidio eccoci di fronte a: impiccagioni, corpi rivolti a terra senza vita, letali masochisti, che operano con armi da fuoco e armi bianche… perentoria scelta di dire addio mondo!
Morbid Angel – Altars of Madness
I Morbid Angel sono da sempre una delle band capisaldi del genere. La loro musica ha influenzato molti giovani. Ho sempre ritenuto il quartetto capitanato da David Vincent come una delle rivelazioni più perverse e disumane. Le cover dei loro album hanno camminato pari passo con la musica, basti pensare ad Altars of Madness. Ne sono certo, questa immagine è uno dei simboli del metal estremo! Non è una scelta soggettiva ma oggettiva. Mostri, volti deformi, teschi, nel circolare perimetro del male.
Dismember – Indecent & Obscene
L’esile corpo di un uomo è trafitto dal logo Dismember. Ai lati il sangue scorre a fiumi, senza fermarsi. Il petto è squartato, difficile pensare al volto. Si percepisce il dolore, solo guardando la cover, oggi non c’è spazio per buoni propositi, ci facciamo male, tanto male.
Exhumed – Gore Metal
Una cucina è teatro di una follia impensabile. Leatherface è stato qui. Il soggetto ci rimanda a una motosega di grossa cilindrata, complice della pazzia omicida. Brandelli di carne, sparsi sopra gli elettrodomestici, una testa mozzata nel forno a microonde. Mani e dita mozzate, ossa e tibie sul piano cottura. Il pranzo sembra essere davvero servito.
Cradle of Filth – Cruelty & The Beast
Con quest’album la band continua a esplorare, tra i meandri del metal più gotico. Atmosfere sinistre, vampirismo. Un equilibrio particolare tra la bellezza seducente, spietata, e una violenza sadica, che trova nella figura della Contessa Bathory la sua sublimazione. La vergine innocente, immersa in una vasca di sangue, è ignara di essere la prossima vittima.
Devourment – Molesting the Decapitated
Sprofondato sulla sedia, il corpo morto e decapitato. Non ci sono filtri, il corpulento uomo è stato interamente svestito, compreso l’intimo.
Non c’è stata alcuna pietà. La ferocia assassina ha provocato un morto e ora la mente deviata può insultare il cadavere con atti molesti di necrofilia.
Stay Brutal!
Trevor Sadist
Stay Brutal: Puntata Zero – Il Carnivoro dall’Occhio di Pietra
Stay Brutal: Puntata Uno – Lo spietato cacciatore delle pianure