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Anthriel (Timo Niemistö)

Di Lorenzo Bacega - 23 Aprile 2011 - 10:00
Anthriel (Timo Niemistö)

E’ passato qualche tempo ormai dall’uscita di The Pathway, primo full length ufficiale dei finlandesi Anthriel che ha lanciato la band di Tampere nel panorama progressive metal internazionale. Abbiamo approfittato dell’occasione per raggiungere il chitarrista Timo Niemistö e scambiare quattro chiacchiere per quanto riguarda la lavorazione del disco, l’accoglienza ricevuta da questo lavoro e a proposito di eventuali altri progetti in serbo per il futuro. Buona lettura!

 

 

Ciao Timo e benvenuto sulle pagine di Truemetal.it. Che ne diresti come prima cosa di introdurre la band ai lettori che ancora non la conoscono?

Gli Anthriel provengono dalla Finlandia, Europa del Nord. Il nucleo principale del gruppo è costituito da me, Timo Niemistö, alla chitarra, Jari Kuokkanen alla batteria e Antti Hakulinen alle tastiere. Tutti e tre ci conosciamo fin da ragazzi, avendo suonato in passato in varie cover band locali. Nel corso degli anni gli Anthriel hanno attraversato vari sconvolgimenti a livello di line-up, in special modo per quanto riguarda il basso e la voce. Nel 2006 fortunatamente abbiamo incontrato Klaus Wirzenius, l’attuale bassista, la cui tecnica strumentale ci ha permesso di elevare la nostra proposta musicale a un livello superiore. Sul finire del 2008 infine è stato il cantante Simo Silvan a entrare a far parte della band.

Puoi svelarci brevemente il significato del vostro monicker, “Anthriel”? Sappiamo che questo nome, come da voi più volte indicato, sta a rappresentare l’Arcangelo dell’Equilibrio e dell’Armonia, ma a cosa vi siete ispirati per la sua ideazione? Ci sono ulteriori significati dietro questo nome?

No, non ci sono altri significati dietro a questo nome. Abbiamo scelto il monicker “Anthriel” in quanto, a nostro parere, è l’ideale per descrivere la musica che suoniamo. Le nostre composizioni sono piuttosto varie, articolate, sfaccettate: non ci vogliamo concentrare solo su un genere o su una corrente musicale in particolare, bensì rendere la nostra proposta il più versatile possibile. Canzoni fluide, ricercate, fuori dagli schemi, per certi versi sperimentali. Qualcuno vede questa cosa come una qualità positiva, come un valore aggiunto; altri invece ne sono infastiditi, probabilmente a causa dell’eccessiva complessità.

Come descriveresti il sound di “The Pathway”, il vostro full length di debutto?

Uno dei motivi per cui abbiamo deciso di sobbarcarci in prima persona le registrazioni e la produzione di “The Pathway” è stato proprio il sound. Volevamo tenerci il più possibile alla larga da suoni troppo puliti e laccati, orientandoci verso qualcosa di più sporco, ma allo stesso tempo più caloroso e spontaneo. Ecco come descriverei il nostro sound: caloroso e spontaneo. Sono più che felice del risultato ottenuto.

Puoi raccontarci come si sono svolte le fasi di composizione del disco? Quando avete cominciato a lavorare su questo “The Pathway” e nel giro di quanto tempo è stato ultimato?

Dopo aver registrato le prime tracce di batteria, sul finire del 2007, ci siamo resi conto che l’equipaggiamento a nostra disposizione non era sufficiente per portare a termine le registrazioni, motivo per cui, per poterci permettere l’acquisto di una strumentazione adeguata alle nostre necessità – computer, relativi software di registrazione, amplificatori, etc – siamo stati costretti ad affrontare una lunga serie di concerti a livello locale. A ripensarci adesso, a mente fredda, è stato più il tempo perso per capire come usare tutti quei nuovi marchingegni che quello utilizzato per registrare le canzoni. E’ stato un procedimento lento e assolutamente frustrante, te lo posso assicurare. Il cambio di cantante nel corso del 2008 ci ha ulteriormente complicato le cose, dal momento che la maggior parte dei testi è stata completamente riscritta per l’occasione. Le ultime tracce vocali sono state registrate nella primavera del 2009: a quel punto, una volta terminato il missaggio, il disco è stato pubblicato un anno dopo, mese più, mese meno.

“The Pathway” è un concept album ispirato alla “Trilogia degli Elfi Scuri” di Robert Anthony Salvatore: come mai avete optato proprio per quest’opera? Quanto all’interno dei testi è basato su questa serie di libri e quanto invece deriva dalla vostra esperienza personale?

Il concept è basato principalmente su una serie di eventi – raccontati sotto forma di favola – realmente accaduti nella nostra vita, sia a livello di gruppo che come singoli individui. Puoi vederlo come una sorta di autobiografia della band, non a caso abbiamo deciso di intitolare questo disco “The Pathway”. L’influenza della Trilogia degli Elfi Scuri si nota più che altro nelle tematiche dei testi, davvero molto simili all’opera in questione.

 

 

Qual è la tua canzone preferita all’interno di “The Pathway”? C’è un motivo in particolare?

E’ difficile, è un po’ come decidere quale dei tuoi bambini sia il più bello, oppure il più bravo. Ogni canzone, dal momento che è una tua creatura, ha alle spalle una propria storia ed è legata a dei ricordi in particolare. Se dovessi nominarne una, una solamente, allora sceglierei Chains of the Past, ma solo perché vi sono particolarmente legato per motivi strettamente personali.

Ormai il vostro disco è uscito da un po’ di tempo nei negozi. Ci puoi dire come è stato accolto sia dalla critica specializzata che dal pubblico?

Finora abbiamo ricevuto degli ottimi riscontri sia da parte del pubblico che dalla critica specializzata. Per noi si tratta di un risultato sorprendente, siamo estremamente soddisfatti di ciò. La cosa che più ci ha divertito, nel leggere le varie recensioni in giro per la rete, è stato vedere la nostra band accostata a moltissime altre delle quali non eravamo affatto a conoscenza. Se non altro in questo modo abbiamo avuto la possibilità di scoprire alcuni gruppi davvero validi, per cui non possiamo far altro che ringraziare. (ndr ride)

Sei soddisfatto del lavoro svolto dalla vostra attuale etichetta, Lion Music? Come siete entrati in contatto con loro?

Siamo felicissimi del nostro rapporto con Lion Music. Abbiamo ricevuto offerte di contratto da parte di moltissime etichette discografiche, però a noi ne interessava una che fosse specializzata nel nostro tipo di musica, con una discreta esperienza alle spalle e una distribuzione di un certo livello. Sapevamo che Lion Music all’epoca si trovava in una situazione piuttosto particolare, che difficilmente avrebbe messo sotto contratto dei gruppi emergenti, eppure è bastato inviare loro i nostri demo per ricevere nel giro di qualche giorno un’offerta vantaggiosissima che non potevamo proprio rifiutare.

Che cosa rappresenta l’artwork e di chi è stata l’idea?

Così come la musica e i testi, volevamo che pure l’artwork mantenesse uno stile decisamente fantasy. Volevamo qualcosa capace di trasportare l’ascoltatore in un mondo completamente nuovo, immaginario, fantastico. In fondo è questo, a nostro parere, lo scopo della musica: dare la possibilità agli ascoltatori di distaccarsi per un momento dalla realtà che li circonda e permettere loro di immergersi nelle profondità della propria immaginazione. La copertina è opera di un artista finlandese piuttosto famoso, vale a dire Jan Yrlund dei Darkgrove Designs. Lui ha perfettamente capito ciò di cui avevamo bisogno in questa occasione.

Parliamo un attimo del tuo background musicale: chi ti ha ispirato maggiormente come musicista?

Come compositore le influenze principali vengono direttamente dalla musica classica. A livello di progressive direi invece da gruppi del calibro di Pink Floyd, Kansas, Jethro Tull e Yes, mentre per quanto riguarda il metal posso citarti Dream Theater, Symphony X, Within Temptation, Porcupine Tree, Ayreon, giusto per nominare un paio di band.

 

 

Cosa ne pensi della scena progressive internazionale, allo stato attuale? Ci sono artisti o band che apprezzi particolarmente?

Non seguo da vicino la scena progressive metal, per cui non saprei dirti che cosa succede in quegli ambienti, ma di sicuro, quando ci si trova al cospetto di dischi del calibro dell’ultimo Star One oppure del prossimo Symphony X, vale sempre la pena dare un ascolto. Però, ad essere sincero, sono particolarmente curioso di sapere chi sarà il nuovo batterista dei Dream Theater.

Che cosa significa, per te, suonare progressive metal? Qual è la tua definizione di “progressive”?

Trovo purtroppo che la parola “Progressive” venga ormai associata a un tipo di musica ipertecnica, fredda, difficile da suonare. Noi non ci rispecchiamo in questo tipo di musica, pur proponendo delle composizioni tutto sommato articolate e talvolta complicate da eseguire.

A proposito di un eventuale tour, invece? C’è qualcosa in programma da questo punto di vista?

No, non è previsto alcun tour, per il momento ci esibiremo solamente qui in Finlandia. Per quanto riguarda la preparazione ai concerti, abbiamo fatto moltissime prove nei nostri studio per vedere di limitare, per quanto possibile, l’utilizzo di basi pre-registrate. Sia chiaro, non è nostra intenzione arrivare a riproporre le canzoni tali e quali al disco, motivo per il quale, per alcune tracce, abbiamo composto delle parti completamente nuove da suonare appositamente dal vivo. Al momento stiamo inoltre lavorando sulla possibilità di partecipare a qualche festival metal durante il 2011, ma ancora non c’è nulla di sicuro.

Che altro ci sarà nel futuro degli Anthriel? A quando un nuovo disco?

Sicuramente un grande numero di interviste: “The Pathway” infatti ha raggiunto un successo tale da attirare l’attenzione di numerosi addetti ai lavori. Inoltre abbiamo già svariate idee per quanto riguarda il prossimo disco, per cui è possibile che durante il 2011 procederemo con le registrazioni vere e proprie.

Ora hai la possibilità di convincere i nostri lettori ad acquistare una copia del vostro album: che cosa diresti a questo proposito?

Beh, “The Pathway” non viene certo definito “L’album del 2010” per nulla…

Ok, questa era la mia ultima domanda. Grazie per il tempo che ci hai concesso Timo, a te un’ultima battuta per chiudere quest’intervista nel modo che preferisci.

A nome di tutti gli Anthriel, vi ringrazio sinceramente per il vostro supporto. A presto.

 

 

Lorenzo “KaiHansen85” Bacega