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Dark Tranquillity (Mikael Stanne)

Di Daniele D'Adamo - 27 Maggio 2013 - 7:30
Dark Tranquillity (Mikael Stanne)

 

Ciao Mikael, benvenuto su Trumetal.it! Come stai?

Grazie, oggi sto molto, molto bene! Sono a Milano e ho trovato una splendida giornata, da campeggio direi (ride, ndr)!

Nel 1999 l’album “Projector” è stato una sorta di spartiacque per la carriera dei Dark Tranquillity con l’ingresso delle tastiere: pensi che nel futuro possa ripetersi un album con questa valenza oppure avete trovato il vostro sound definitivo?

Mmmmm… le tastiere sono state qualcosa che abbiamo sempre voluto. Già prima di “Projector” avevamo chiesto a Martin di unirsi a noi: era un nostro amico, sapevamo che era una buona persona e un buon tastierista, ma lui aveva dei dubbi e diceva «eh, non so, non so…». Mentre lavoravamo su quel disco, lui ascoltò il materiale che stavamo componendo trovandolo interessante perché rifletteva i suoi gusti e interessi, cosi decise di unirsi alla band. Amo le tastiere perché permettono di variare la nostra tipica proposta e ci permettono di esprimere il nostro apprezzamento per la musica elettronica. Non so, oggi giorno sarebbe veramente difficile introdurre un nuovo elemento o una nuova svolta come quella.

Quindi possiamo affermare che almeno per il momento avete trovato il vostro suono.

Penso decisamente di sì!

Nel 2012 avete pubblicato l’EP “Zero Distance” solo per il mercato digitale: pensi che la vendita di prodotti digitali e non più fisici possa essere il futuro della musica?

Sinceramente non saprei se tutto ciò significhi semplicemente la fine o un nuovo inizio, un nuovo modo di fruire la musica. Apprezzo la possibilità di trovare la musica in via digitale, compro molto in questo modo e apprezzo strumenti come Spotify che trovo fantastico, ma c’è sempre un ragazzo della ‘vecchia scuola’ in me per cui non smetto di comprare album ‘fisici’. Credo semplicemente che ciò comporti un altro modo di fruire e comprare la musica, che è cosa ben diversa comunque dal scaricare musica illegalmente. È molto triste quando si ruba il lavoro di un altro e quando è così facile farlo. A volte la gente pensa che comunque le band riescano a fare molti soldi in tour e quindi non vi sia un reale danno, ma no ragazzi! Non è affatto così, e poi costa veramente molto produrre un album.

A proposito della tua voce, Mikael. Come riesci a mantenerla così potente a distanza di ormai venti anni mentre altri tuoi colleghi accusano inevitabilmente lo scorrere del tempo. Sembra che la tua voce non perda una nota o un tono. Qual è segreto?

Non lo so! Penso che l’esperienza ti aiuti quando ti ritrovi ad affrontare per esempio dei lunghi tour. Faccio una buona preparazione pre-concerto ogni giorno quando sono in tour per esser sicuro di non affaticarla troppo. Poi cerco di evitare abusi e riposare meglio possibile. Negli ultimi 6÷7 anni ho perfezionato la mia preparazione quotidiana prima di ogni show e sono molto felice di questo. Credo che il segreto sia proprio quello di fare una buona preparazione e prendersi cura della propria voce. Sai, i primi anni non me ne curavo molto, ma adesso non ho più ventidue anni!
 

 

Non abbiamo ancora avuto modo di ascoltare il nuovo album (l’intervista è stata fatta il 9 maggio, ndr), “Construct”. Cosa dobbiamo aspettarci rispetto a “We Are The Void”? Quali pensi siano le differenze maggiori?

Credo ci siano molte differenze. Ci siamo concentrati su differenti aspetti della nostra musica questa volta. Penso che non avremmo potuto continuare oltre, su quella via, cosi abbiamo cercato di fare ‘un passo avanti’ e concentrarci su altre cose. Quest’album è maggiormente basato sulla melodia: è tutto basato sulle canzoni, le melodie e le emozioni. I brani sono molto più focalizzati e diretti senza perdersi troppo in altri elementi che non siano strettamente connessi con i pezzi. Abbiamo speso molto tempo in studio a creare i demo per tirar fuori il massimo da ogni singola nota. C’è anche un feeling dark, in molte canzoni, e credo che la produzione sia la migliore che abbiamo mai avuto: Jens Bogren si è occupato del missaggio e sono veramente molto felice di questo, ha fatto un lavoro incredibile. Non potrei davvero essere più contento.

Hai quasi anticipato la mia prossima domanda (risate generali, ndr). Dimmi un po’ come vi organizzate quando passate così tanto tempo in studio per creare un disco. Dormite lì oppure continuate ad avere una vita privata?

Martin Brändström possiede uno studio (Rogue Music Studio) che è molto vicino a dove viviamo tutti noi, per cui è molto semplice per noi passare del tempo a creare lì, soprattutto per Niklas, Martin e Anders che hanno tirato fuori la maggior parte delle idee questa volta. Così è molto più semplice creare le ‘fondamenta’ delle canzoni e poi man mano andarle a costruire. Penso che abbiamo trascorso qualcosa come sei mesi lì e alla fine era diventato come un normale lavoro quotidiano: ti alzi alle otto, vai in studio alle nove e lavori lì alcune ore, una cosa molto bella. Abbiamo terminato la gran parte del lavoro di composizione prima di Natale e poi ci siamo dedicati a registrare i demo e le parti di ogni singolo strumento: prima la batteria, poi le chitarre ecc., con calma e per questo credo sia la nostra migliore produzione.

Così vi sentite molto rilassati nel vostro lavoro…  credo sia diverso quando hai delle scadenze e dei tempi da rispettare.

Sicuro! È molto diverso rispetto agli anni novanta, quando avevamo delle scadenze tassative perché poi dovevamo liberare lo studio, per cui passavamo le giornate tutti insieme, lavorando duramente: a volte ti sentivi soffocare, ti mancava quasi l’aria, c’era gente che urlava, chi nel frattempo suonava la chitarra (ride, ndr). Anche quello per noi era comunque come un sogno e cercavamo di tirar fuori il meglio possibile.

 

 

Perché la scelta di chiamare il disco “Construct”?  

Per me la ‘costruzione’ indica la creazione di una parte, di ogni singola parte che determina il mondo intorno a te ed è formato da tutte quelle cose cui veramente t’importi.

Qual è al momento la tua preferita del disco?

Penso sia una canzone che sia venuta fuori in maniera diversa rispetto al solito. “Uniformity” è abbastanza diversa dai nostri standard abituali, è cambiata molto in studio ma ci è poi piaciuta talmente tanto da farne il primo singolo e girarne un video. È anche la canzone più lunga del disco, cinque minuti e mezzo. Sì infatti, questo potrebbe essere considerato stupido per un singolo o un video ma non importa, è una canzone molto buona e il resto non conta.

Cosa puoi dirmi dell’artwork, c’è una storia dietro?

Non avevamo ancora il titolo del disco e Niklas (Sundin, chitarrista e celebre disegnatore di copertine per molte band oltre ai Dark Tranquillity – ndr) era molto dubbioso sul creare una nuova copertina per noi, si sentiva molto stanco tra il lavoro per il disco e il curare gli artwork di altri artisti e inoltre non aveva un’idea ben precisa su come poter sviluppare la copertina dell’album per cui ci chiese di non fargliela fare. Per cui gli dicemmo: «ok, sceglieremo qualcun altro». Poi quando gli comunicai il titolo che avevo scelto, gli chiesi cosa ne pensava e se fosse ispirato, se potesse lavorarci su. Ne abbiamo parlato un po’ e lui capì di sentirsi ispirato. Il mattino seguente, mi mandò un’e-mail nella quale diceva di aver trovato l’ispirazione (imita il tono di voce che secondo lui poteva avere Niklas, ndr)… in pratica non riuscì a dormire e lavorò tutta la notte mandandomi delle idee sull’artwork!

Questo a conferma che tu avevi scelto il giusto titolo per il disco!

Lo penso anch’io (risate, ndr)!

L’album uscirà il 27 maggio, praticamente in concomitanza con la stagione dei festival estivi: suonerete i vostri classici oppure vi concentrerete principalmente sui brani del nuovo lavoro?

Non lo abbiamo ancora deciso ma lo scorso fine settimana abbiamo tenuto tre show in cui abbiamo suonato due nuove canzoni che sono state accolte molto bene, per cui credo che ne suoneremo un paio, qualcosa come due o tre per presentare il nuovo album, come una sorta di ‘teaser’, per poi suonarne di più quando inizierà il vero tour, a settembre.
 

 

Inizierete quindi un tour da headliner in autunno?

Sì, inizieremo in America a settembre e saremo in Europa più o meno agli inizi di novembre.

Ok, parliamo un attimo delle tue influenze personali. Cosa t’influenza maggiormente oggigiorno?

Mmmmm… potrebbe essere qualsiasi cosa. Credo che nell’ultimo paio di anni sia stato coinvolto molto nella musica strumentale e band come Animals As Leaders… li amo molto.

Il vostro vecchio bassista ha lasciato la band prima della realizzazione di “Construct”. Puoi dirmi se avete già scelto come sostituirlo o nel caso che tipo di bassista cercate, quale talento lui o lei deve avere?

Non abbiamo ancora deciso e non vogliamo per il momento aggiungere un nuovo elemento stabile nella nostra line-up. Il piano è di avere un session-player per il tour. Per il futuro abbiamo alcune opzioni ma ancora non abbiamo fatto una scelta definitiva.

Una delle mie canzoni preferite è “Away, Delight, Away” dall’album “Of Chaos And Eternal Night”. C’è una qualche possibilità di rivederla nei vostri show dal vivo?

Uuuuuuu (pare essere sinceramente sorpreso, ndr)… mi piacerebbe! È normale ormai sentirsi chiedere di suonare questo o quell’altro pezzo ed io apprezzo questo fatto.  Amo quella canzone, sarebbe molto bello tornare a suonarla, dobbiamo ancora parlare e decidere quale vecchi brani inserire nei nostri nuovi show.

Ok Mikael, siamo quasi alla fine. Volevo chiederti se volevi dire qualcosa, un tuo personale tributo alla figura di Jeff Hanneman, chitarrista e membro fondatore degli Slayer, scomparso solo pochi giorni fa.

È una cosa molto triste. Ci mancherà molto, non solo come musicista ma anche come uomo. È una cosa veramente orribile. Aveva un talento straordinario, ha scritto alcune delle canzoni metal più belle di tutti i tempi che abbiano influenzato il mondo del metal e adesso improvvisamente è sparito. È veramente orribile. Ricordo quando comprai i loro primi dischi da ragazzo e in un certo senso hanno cambiato la mia vita. Quando accadono cose del genere, ti rendi conto di quanto sia importante prendersi cura dei tuoi cari o delle persone che ti stanno vicino.

Eh sì, è qualcosa che ha sconvolto tutta la comunità metal ma purtroppo fa parte della vita. Bene, so che sei molto impegnato con altre interviste per oggi, per cui congedati come vuoi dai lettori di Truemetal.it…

Ok, grazie! Non vediamo l’ora di venire in una delle nostre nazioni preferite a suonare dal vivo per uno dei nostri pubblici preferiti!  Siamo impazienti di suonare il nostro nuovo album per voi e siamo davvero molto eccitati conoscendo l’accoglienza che ci avete riservato in tutti questi anni. Spero che tutti voi possiate apprezzare l’album.

Grazie di tutto Mikael, ci rivedremo on-stage! Buona fortuna!

Intervista a cura di Tarja Virmakari e Matteo Di Leo