Vario

Die Apokalyptischen Reiter (Fuchs)

Di - 11 Novembre 2006 - 0:10
Die Apokalyptischen Reiter (Fuchs)

Gli ottimi dischi non sono una novità per i Die Apocalyptischen Reiter, che
anche con il nuovo Riders on the Storm (recensione),
si mantengono innegabilmente su uno standard ben oltre la media. Principale
artefice di tutto ciò è l’istrionico Fuchs, voce e chitarra dei cavalieri,
simpaticissimo e disponibile musicista che sembra incarnare perfettamente lo
spirito trascinante della propria musica. Buona lettura.

Ciao Fuchs tutto bene?

Certo, tutto ok!

Parliamo del vostro nuovo album, Riders on the Storm. Io l’ho travato davvero
molto bello e coinvolgente. Vuoi parlarci un po’ di come è stata la fase di
composizione del disco?

Ti ringrazio innanzitutto per i complimenti. Si…ahaha… Ci sarebbero un
sacco di cosa da dire, cercherò di essere breve. Allora, dopo il tour di
Samurai, il nostro album precedente, abbiamo cominciato a ordinare le idee sul
nuovo disco e a lavorare sulla pre-produzione di Riders on the Storm, mentre la
registrazione si è svolta in febbraio. Abbiamo passato dei bei momenti in
studio, con un buon ingegnere del suono e un buon produttore. Credo che
quest’ultimo sia stato il sesto membro della band, potevamo scegliere fra cinque
o sei studi di registrazione dove lavorare, ma non potevamo scegliere un posto
migliore di quello in cui abbiamo lavorato, con una grande collezione di strumenti e attrezzature, ed è stato
bello collaborare con un’intera squadra. Pensa, potevamo recarci al piano di
sopra anche alle due di notte per qualche jam session, o per sviluppare qualche
idea…

Che differenze ci sono con il vostro precedente album Samurai? Io credo che
Riders on the Storm abbia un maggiore carica folk e un andamento più catchy. Sei
d’accordo con me?

Certamente! Riguardo alle differenze non saprei risponderti bene, perchè non
pensiamo a queste cose quando siamo in studio. Però credo che Riders on the
Storm sia più completo, non avevamo mai usato prima così tanti strumenti e
sounds in un singolo album. Tutti gli addetti ai lavori con cui ho parlato sino
ad ora mi hanno detto che questo disco è più pesante… Ma io non saprei se è
realmente più pesante… Di sicuro ho registrato del materiale pazzo, usando sia
chitarre acustiche che elettriche, senza pormi dei freni, svariando da parti thrash
a pop messicano… Ma nessuno l’ha ancora capito…ahaha!

La cosa migliore del disco per me è che tutto le tracce sono ugualmente
belle, sempre ricche di influenze diverse, ma incredibilmente compatte e trascinanti. Sei
d’accodo con me?

Si sono d’accordo con te. In questo lavoro abbiamo voluto inserire le nostre
influenze più in profondità nel nostro sound. Riders on the Storm mi piace
appunto perchè è un disco molto fluido.

Secondo me bisogna fare una menzione d’onore per l’opener Friede Sei Mit
Dir, Seemann, Der Adler, Soldaten Dieser Erde… Ma ora che ci penso te le potrei
citare tutte… Alla fine credo che chiunque possa scegliere un brano come
il proprio preferito, e questa è un’altra grande qualità del disco…

Infatti. Ti ringrazio ancora, ahaha!

Anche se ho trovato particolarmente bello il duo formato dalla strumentale In The Land of White
Horses e da Liebe. Secondo me il momento più toccante e profondo del disco. Che
ne dici?

Woooh… Guarda non saprei proprio, perchè ogni canzone del disco è come un
bambino per me. Ogni brano ha una sua storia differente, è come se fosse un
diario musicale, ogni pezzo mi ricorda un preciso momento della mia vita, un
qualcosa di autobiografico… Tutte le canzoni sono ugualmente belle, e
rispecchiano il messaggio principale del disco: sogna, sii te stesso, e diventa
quello che sei.

Il vostro approccio nel comporre musica è cambiato dagli inizi di carriera
ad oggi?

E’ molto difficile rispondere… Quando sei giovane sei ancora un metalhead,
e cerchi di suonare nel modo più estremo possibile, sfoghi tutta la tua rabbia
con gli strumenti, ma poi cresci e trascorri più tempo su questo pianeta, cambi
la tua visione del mondo, e capisci che c’è molto di più dell’odio e della
rabbia. Io cerco sempre di andare oltre, questa è la cosa più importante.

In effetti nella vostra discografia la presenza del metal estremo è sempre
meno decisiva per il vostro sound disco dopo disco…

Certo, io ho fatto un sacco di esperienze, e la mia vita è la cosa che più
influenza la mia musica. Come ti ho gia detto la musica per me è come un diario,
se ho passato una buona giornata o meno, questo influenza il mio modo di
concepire la mia musica. Non voglio essere come un uomo che sta andando al
lavoro, non voglio essere uno che sta rinchiuso in ufficio, voglio essere
libero, voglio solo essere me stesso, e fare tutto quello che desidero. Sai non
posso essere arrabbiato tutti i giorni, probabilmente suonerò per il resto della
mia vita ahaha…

Come nasce un brano dei Die Apocalyptischen Reiter?

Il più del lavoro lo faccio io, scrivo i testi e la maggior parte della
musica. Ma tutti nella band compongono qualcosa, che sia il batterista o il
nostro chitarrista, scrivono tutti. Discutiamo assieme sulla composizioni dei
brani, facciamo anche delle jam session, e decidiamo di volta in volta se
cambiare qualche parte o comporre qualcosa di diverso.

Sono curioso di sapere come un membro dei Die Apocalyptischen Reiter
definisce la propria musica… Che ne dici?

Ahah… Sinceramente non lo so.

Dai come fai a non saperlo… Allora che genere devo inserire nella
recensione? Ahaha…

Non è un problema mio amico, è un problema tuo, ahaha!! Non lo so, come ti ho
gia detto la vita è la più grande influenza per la mia musica.

Ora due domande di rito: le vostre copertine sono state sempre abbastanza
particolari. Anche quest’ultima non fa eccezione. Cosa vuole esprimere?

Credo che si leghi bene al titolo dell’album e al fatto che siamo molto
orgogliosi del lavoro che abbiamo compiuto.

Ed ecco la seconda… Per quanto riguarda il titolo?

Mmmm… (temporeggia. nda.)

Non vi sarete mica ispirati alla famosa canzone dei Doors? (ovviamente una
battuta. nda,)

No! (grossa risata. nda) Tutti mi fate la stessa domanda… Nessuno si scorda
mai del titolo dell’album…ahah! Il vero significato è, come ti ho gia detto
prima, legato alla vita. Anche le lyrics sono ovviamente apocalittiche, e ci
sono anche piccole parti tratte dalla Bibbia. Uno dei messaggi più alti
contenuti neei testi è di avere cura della Terra, visto che la stiamo
distruggendo, il pianeta sta collassando, quindi state attenti.

Bene, fra poco vi esibirete al Wacken. Siete eccitati da questo grande
evento?

Certo, è un piacere suonare a un festival così importante, come lo è per ogni
festival comunque.

Avete intenzione di passare dall’Italia prossimamente?

Si, lo spero proprio! Abbiamo un tour dopo la pubblicazione del disco in
Austria, Germania e Svizzera, ci prenderemo un po’ di pausa e cominceremo il
tour Europeo, e penso proprio che faremo qualche data in Italia.

Per concludere, cosa diresti ad un ascoltatore che non vi conosce per
fargli acquistare il vostro disco?

La musica giusta per tutte le situazioni della vita.

Ok Fuchs, siamo giunti alla fine. A te la conclusione, è stato un piacere.

Piacere mio. Spero proprio di incontrarvi on the road!

Stefano Risso