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Evergaze Eternity (Giovanni)

Di Alessandro Calvi - 21 Ottobre 2009 - 0:05
Evergaze Eternity (Giovanni)

Autori di uno dei demo più interessanti dell’anno in ambito gothic, gli Evergaze Eternity sono in procinto di realizzare il loro debut album ufficiale dimostrando che se si è motivati e si hanno le idee giuste, l’esordio discografico non è una mera chimera per i gruppi underground italiani. TrueMetal è andato a intervistarli per sentire, dalla loro voce, quali sono le emozioni che suscita questo evento in una giovane band, per conoscerli meglio e scoprire quali siano i loro progetti per il futuro.

 

Mauro: Ciao ragazzi, i lavori per il vostro debut album sembrano procedere speditamente. Potete descriverci cosa acolteremo?

Giovanni: Ciao a tutta la redazione di TrueMetal.it e a tutti i lettori! Si, i lavori procedono bene! Abbiamo da poco concluso una bella esperienza in studio ai Syncropain Product di Pisa per la pre-produzione dei primi cinque dei dieci brani che andranno a finire sul disco e siamo davvero molto soddisfatti del lavoro svolto. La pre-produzione comunque non è ancora conclusa, perché questo lavoro in studio ha coinvolto maggiormente la struttura dei brani, i sintetizzatori e le batterie, mentre basso, chitarre e voci le definiremo nello studio privato di Dave Simeone. In parallelo procederemo con la composizione delle altre canzoni, per le quali già abbiamo pronte alcune basi con le idee caratterizzanti, che andranno, però, sviluppate.
Ciò che ascolterete sarà il disco, sicuramente inquadrabile nella scena gothic, di una band in continua evoluzione che non ha timore di sperimentare nuove strade, al fine di poter esprimere davvero la realtà dei propri componenti..

Mauro: Quali sono le band di riferimento e quali i caratteri distintivi del vostro stile?

Giovanni: Le band di riferimento sono diverse e trasversali rispetto al genere musicale: Paradise Lost, Anathema, The Gathering, Katatonia, Theatre of Tragedy, The Birthday Massacre, Depeche Mode, Rammstein, Type O Negative, Evanescence, Lacuna Coil, Duran Duran, Tears For Fears, Madonna, Marilyn Manson, Ulver, Massive Attack, Eurythmics, Sister Of Mercy, The Cure, Within Temptation e tanti altri. Ascoltiamo ed apprezziamo molto anche il rock alternativo, mentre le nostre radici risiedono nel metal classico, nel thrash e nel death metal. Riguardo al nostro stile, credo che ciò che ci contraddistingua maggiormente sia un approccio personale all’uso dell’elettronica, le due voci femminili ed una distaccata vena maliconica, onirica e pessimista a caratterizzare l’atmosfera delle nostre canzoni.

Mauro: Potete darci qualche anticipazione esclusiva? Sarà un concept album? Di cosa parleranno i brani? Come si intitolerà il disco?

Giovanni: No, non si tratterà di un concept album ed al momento ancora non so dirti quale sarà il titolo del disco, visto che ne stiamo ancora ragionando. I testi delle nostre canzoni fanno riferimento principalmente alla nostra quotidianità, attingono dalla realtà che percepiamo attorno a noi e dalle nostre esperienze personali nella vita di tutti i giorni. Andando più nel particolare, alcuni dei temi che ci sono cari sono l’impossibilità a realizzarsi come persona, il senso di colpa, la spersonalizzazione e degenerazione dell’individuo, la mancanza di fiducia, il forte disagio e sconcerto di fronte alla attuale situazione politica italiana ed alle inquietanti anomalie che caratterizzano da sempre il nostro Stato.

Mauro: Da poco avete comunicato l’ingresso nella band di una seconda voce femminile. E’ difficile trovare una two female fronted band, nel gothic metal. Pensate che questo dualismo possa giovare alla vostra musica?

Giovanni: Ne siamo fermamente convinti! Kyo è un talento naturale ed ha una splendida voce dal timbro per certi versi vicino a quello dell’immensa Anneke e da un’impostazione lirica. Ci siamo resi conto però che la nostra musica è caratterizzata anche da momenti dalle coordinate più pop/rock oriented ed avevamo bisogno di uno stile di voce che potesse interpretarli al meglio, ed è così che Valeria è entrata a far parte degli Evergaze Eternity. Il suo stile, naturalmente complementare a quello di Kyo, ci permette di esprimere al meglio tutti i lati della nostra musica e di sperimentare ulteriormente: penso ai controcanti ed alle backing vocals, ad esempio. Valeria ha una grande esperienza ed ottime capacità a livello di arrangiamento, unite ad una personalità eclettica che l’ha portata anche ad affrontare il teatro. Lei e Kyo e le trame melodiche che riusciranno a tessere assieme sicuramente saranno uno dei nostri caratteri distintivi più forti.

Mauro: Quanto l’aspetto elettronico incide sul vostro stile? Non c’è il rischio che gli ascoltatori più tradizionalisti si allontanino dalla vostra primordiale identità, piuttosto legata al gothic metal più integralista?

Giovanni: Come già detto in precedenza, l’elettronica ricopre un ruolo importante nella stesura delle nostre canzoni, ma cerchiamo di vederla in un’ottica che sia anche sperimentale e quindi personale. Oltre a soluzioni derivanti dal synth pop anni ’80, usiamo l’elettronica per creare atmosfera, affascinati dall’uso minimale che ne fanno grandi band avantgarde come ad esempio gli Ulver di Perdition City. Ciò credo che crei un’amalgama interessante, perché ad esempio in The Hive, una delle nuove canzoni, questo tipo di elettronica è inserita in un contesto di sicuro più vicino agli Evanescence ed ai Lacuna Coil che non agli Ulver. Inoltre, sempre in The Hive, questa elettronica si sposa con strumentazioni vintage come l’hammond ed il mellotron, soluzioni che a loro volta ci differenziano sia dai Lacuna Coil sia dagli Evanescence.
Credo che chi ci ha conosciuto ed apprezzato come Evergaze Eternity sin dall’uscita del nostro primo EP “Incompatible Existences”, dove l’elettronica ha già un ruolo importante, continuerà ad apprezzarci maggiormente, perché l’uso che ne faremo sarà ancora più personale. Rispetto all’EP il sound sarà anche molto più aggressivo, vicino ai Rammstein in alcuni frangenti. Chi magari ci conosce dai tempi dei Neurotomy e apprezzava quel tipo di sonorità forse può storcere il naso, ma credo che alla fine dipenda dall’apertura mentale di chi ascolta. Di certo, non reputiamo il gothic metal un genere adatto agli integralisti del metal.

Mauro: Non vi neghiamo di avervi conosciuti con una cover dei The Birthday Massacre, davvero ben fatta. Quanto siete arrivati vicini a diventare un clone della band canadese?

Giovanni: Si!!! i The Birthday Massacre sono una grandissima band, amiamo la loro musica e l’immaginario fiabesco/horror che sono riusciti a creare. Mitch ha avuto anche il piacere di conoscerli dal vivo e anche dal punto di vista umano sono persone stupende. Vista la passione ed il rispetto che nutriamo per questa band, abbiamo messo tutto l’impegno nel realizzare la cover della loro Red Stars. Tuttavia, il rischio di diventare un loro clone non l’abbiamo mai corso e, a tal proposito, basta ascoltare il nostro primo EP, visto che la cover fu registrata proprio in quella sessione. Il punto di forza della nostra versione di Red Stars sta appunto nel fatto che è molto diversa dall’originale: è come suonerebbe Red Stars se fossero stati gli Evergaze Eternity a scriverla.

Mauro: Nel nuovo album sentiremo addirittura una cover di Madonna… Ce ne parlate?

Giovanni: Si tratta di “Live To Tell”, un grandissimo successo di Madonna contenuto nell’album “True Blue” del 1986. I motivi che ci hanno portato a scegliere questa canzone sono diversi. Innanzitutto ci piace la musica di Madonna e la stimiamo molto dal punto di vista artistico. E’ incredibile come sia riuscita, in tutti questi anni, ad essere sempre sulla cresta dell’onda, reinventandosi di continuo e proponendo canzoni di alto livello in un mondo di pescecani come può essere quello del pop a quei livelli. Poi, e parlo soprattutto per me e Mitch, si tratta di un discorso di memoria, legato a quando eravamo ragazzini e ascoltavamo per ore le canzoni di True Blue, e soprattutto Live To Tell, nel nostro WalkMan arrivando quasi a consumarne il nastro. Come se l’attrazione per le atmosfere malinconiche di quella canzone preannunciassero qualcosa. Un altro motivo riguarda effettivamente il nostro amore per un certo tipo di pop music e il legame che inevitabilmente c’è con un genere come il gothic metal. Ovviamente non parlo di gruppi pop beceri, ma di realtà quali Madonna appunto, o i nostri Matia Bazar per restare in Italia. Realtà di cui non si può non apprezzare la bellezza e perfezione degli arrangiamenti e l’altissima qualità delle produzioni. Senza contare tutta la grandissima produzione dark pop degli anni ’80 a cui tanto il gothic deve. D’altra parte questo concetto l’hanno espresso in maniera esemplare i Paradise Lost con un album straordinario come One Second.

Mauro: Altro cambio di lineup annunciato di recente: Dave Simeone (ex Eldritch e Death SS), dapprima annunciato come ospite, ha accettato di sposare il progetto Evergaze Eternity. Un bel colpo, non c’è che dire…

Giovanni: Dave Simeone è uno dei batteristi più attivi della scena Italiana, ha suonato e collaborato con un incredibile numero di bands (Eldritch, Death SS, Secret Sphere, Inerdzia, Motus Tenebrae, Smelly Boggs, e recentemente il progetto The Maniacs, insieme a Bud Ancillotti, la voce della Strana Officina, e Alessio “Amos” Amorati dei bolognesi Rain, tanto per citarne alcune) ed è un amico comune di Mitch e di Marco Ribecai, il Sound Engineer dei Syncropain Studios.
Gli abbiamo chiesto di darci una mano alla pre-produzione del disco, e abbiamo da subito avuto un ottimo rapporto umano e professionale.
Ci è sembrato naturale chiedergli se avesse piacere a continuare questo percorso con noi fino alla registrazione del disco vero e proprio, ed ha accettato con entusiasmo, pur restando a tutti gli effetti un collaboratore esterno al progetto.

Mauro: Avete già qualche contatto con etichette per la distribuzione dell’album?

Giovanni: Al momento non ancora, purtroppo. Spero che grazie alla pre-produzione, quando sarà completa, assieme all’apporto dell’agenzia di promozione Spider Rock Promotions con la quale stiamo collaborando, possa arrivare qualche bella notizia al riguardo.

Mauro: La band è toscana, con l’eccezione di Giovanni che è abruzzese. Come convivete con questa distanza che, se forse può non essere un problema per l’attività da studio, può diventare un problema per una band emergente che vuole proporsi dal vivo?

Giovanni: Di certo non è semplice gestire una situazione del genere, e comporta davvero tanti sacrifici, soprattutto considerando che tutti noi lavoriamo e il tempo da dedicare alla band è sempre molto risicato. Tuttavia una metodologia di lavoro a distanza per quanto riguarda la composizione e l’arrangiamento delle canzoni siamo riusciti a trovarla e a perfezionarla in questi due anni di attività assieme, grazie alle possibilità offerte da Internet, dalla banda larga e dalla compressione audio. Tempo fa sarebbe stato impossibile poter solo pensare una cosa del genere. Poi cerchiamo di affinare il tutto trovandoci e facendo lavoro in studio assieme, al fine di ridurre il più possibile la possibilità di errori e incomprensioni nella fase di registrazione vera e propria. Il discorso live è sicuramente quello più spinoso e difficile da gestire, perché oltre al discorso della distanza c’è anche la questione di conciliare la musica con il lavoro. La volontà di affrontare e risolvere questi problemi comunque c’è tutta, come c’è tutta la volontà di essere, per quanto possibile, tutti assieme sul palco. Se ciò a volte dovesse non essere possibile, i ragazzi saranno comunque in grado di suonare, perché già da diverso tempo usiamo un registratore multitraccia con le parti di tastiera in caso di mia assenza.

Mauro: Come siete entrati in contatto con Spider Rock Promotion, in cosa consiste il supporto che ricevete dall’associazione e in cosa vi ha convinto una proposta che pare abbastanza originale?

Giovanni: La Spider Rock Promotion ci ha contattato via mail e ne abbiamo apprezzato l’onestà e la chiarezza d’intenti con cui si è presentata, facendoci da guida in un mondo difficile e non sempre trasparente, dove è possibile cadere in situazioni spiacevoli.

Mauro: Questa era l’ultima domanda. Concludete l’intervista come preferite. I lettori di Truemetal.it sono tutti per voi.

Giovanni: Ringrazio, a nome di tutta la band, TrueMetal.it per lo spazio che ci ha voluto concedere. Speriamo di farci conoscere ancora meglio da tutti i vostri lettori, con un disco che sia riesca ad inserirsi con forza nel panorama gothic italiano.

Intervista raccolta da:
Mauro Gelsomini